Natale: In principio e nell’oggi

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Ascoltiamo il brano del Vangelo che ci viene proposto nella messa del giorno della solennità del Natale del Signore. Si tratta del celebre prologo del Vangelo di Giovanni, capitolo 1, versetti 1-18. Riportiamo qui la forma breve, Gv 1,1-5.9-14.

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue né da volere di carne

né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

In principio era il Verbo.

In principio, cioè all’inizio di tutto, prima di ogni pensiero, di ogni progetto, prima che si potesse pensare il tempo e che il cielo e la terra fossero creati…

In principio, cioè al cuore degli eventi, dove si nasconde la loro motivazione più profonda, dove la storia affonda le sue radici nel mistero e nessuno sguardo può penetrare…

In principio, cioè alla fonte da cui ogni cosa scaturisce, dove avviene quel primo donarsi dal quale si genera ogni vita, dove la catena dell’amore che regge il mondo ha inizio…

In principio, cioè nell’armonia in cui tutto ha e trova il suo posto, il luogo proprio dove si forma e si compone la bellezza di ogni essere che esiste, nella sua diversità e complementarietà…

Lì, in principio, era il Verbo, la Parola.

E solo quella Parola può rendere accessibile e manifesto il principio, perché noi, fatti a immagine di Dio ma creati nel tempo, in equilibrio tra finito e infinito, tra il silenzio del mistero e le voci del mondo, abbiamo bisogno della parola per poter comprendere e comunicare, per trovare ed esprimere chi siamo, perché siamo, per chi siamo.

Nel profondo del cuore c’è una “parola” che ci spinge a cercare quale posto abbiamo nel mondo, una parola che grida la nostra irriducibile unicità e desidera essere scoperta nel suo più profondo significato.

Sentiamo di aver bisogno di una “parola” che dia senso a quello che viviamo, che ci spieghi la sua “ragion d’essere”, che tenga insieme le disarmonie della vita, perché da qualche parte ci deve pur essere un motivo a ciò che accade, una parola in ciò che per noi è solo silenzio.

È attraverso la “parola” che entriamo in relazione con gli altri, che possiamo comunicarci e accogliere, sentire la gioia e la fatica dell’incontro e dello scontro; una parola che quando ci attraversa diventa “dia-logo”, e in esso cresciamo e formiamo la nostra identità.

Con la “parola” diamo concretezza ai sentimenti, esprimiamo la gioia e la rabbia, possiamo raccontarci e raccontare, tramandare e seminare, rivelare chi siamo e contribuire all’essere degli altri.

E quando siamo capaci di guardare il mondo dall’alto, sentiamo che c’è una “parola” che tiene insieme le nostre vite, donando loro un senso collettivo; tiene insieme l’universo in una meravigliosa connessione; intreccia volti e storie in un unico disegno che si snoda nei secoli.

Il Verbo è Dio

La nostra fede, assieme a molte altre fedi, dice questo Verbo, questa Parola che sta in principio, che è significato e fine, che è legame e relazione, è Dio, comunque lo si chiami.

Ma solo la nostra fede, in modo unico e meraviglioso, dice che questo Verbo, questa Parola che sta in principio e racchiude il significato della vita, si è fatto carne, si è fatto uomo, bimbo a Betlemme, è venuto ad abitare in mezzo a noi, ha assunto la nostra umanità per stare con noi, per farci stare con Lui.

Da allora la luce della Parola splende nelle tenebre del non senso e del silenzio e le tenebre non l’hanno vinta, non la vinceranno.

Da allora anche noi siamo veramente figli di Dio, mai più orfani e disorientati, ma avvolti da un Amore che riempie di significato e di futuro la nostra esistenza.

Da allora risuona l’oggi della salvezza che dona speranza ai nostri cuori.

Buon Natale!

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