Gesù, volto di Dio

di:

monti

Il biblista ed editor (Forlì, 1974), già monaco di Bose e attualmente docente nei licei di Milano, inaugura con questo libro una collana pensata da Giuliano Zanchi come una serie di volumetti che introducano ai temi cristiani fondamentali aggiornati alle condizioni dell’uomo contemporaneo. Una sintesi del cristianesimo per il nostro tempo in un linguaggio accessibile a tutti.

La brevitas comanda la stesura del testo e Monti vi si attiene scrupolosamente. Egli è convinto che presentare Gesù di Nazaret come è raccontato nei Vangeli sia lo strumento migliore per agganciare gli uomini di oggi a una proposta non immediatamente di natura morale ma rivelativa.

Nel volto di Gesù, nei suoi atteggiamenti, scelte, parole, miracoli, silenzi, morte e risurrezione si rivela non solo l’umanità di Gesù ma anche la sua divinità. Gesù è Dio, ma Dio è Gesù. E di questo non sempre sono convinti neppure i suoi discepoli. Monti intende risvegliare questa coscienza perché ciascuno possa godere della rivelazione di un Dio inedito e paradossale che Gesù compie con la sua persona.

Il Vangelo di Marco

L’autore segue in filigrana il Vangelo secondo Marco, attuando una scelta di una trentina di brani commentati brevemente nelle loro linee teologiche fondamentali.

La scelta dei brani si allarga al Vangelo di Luca e a quello di Matteo per una breve riflessione sui Vangeli dell’infanzia (veri Vangeli in miniatura riguardanti l’approfondimento della figura di Gesù nella sua rilevanza teologica e cristologica) e per il recupero di alcune parabole proprie di Luca che illustrano a meraviglia la misericordia del Padre rivelata attraverso l’atteggiamento e l’insegnamento di Gesù. Si tratta del brano della fede della donna sirofenicia, della parabola del samaritano preso da compassione e quella del padre di due figli, preso anch’egli da viscerale compassione di fronte al ritorno del figlio minore.

Propria di Matteo è la parabola del grano e della zizzania, che induce alla pazienza nel cammino ecclesiale, senza forzature che anticipino il giudizio finale.

La filigrana del Vangelo di Marco parte dal titolo stesso, che manifesta Gesù come buona notizia annunciata dalla Chiesa, riguardante la sua umanità e divinità quale figlio di Dio. Seguono il battesimo nel Giordano, le prove subite nel deserto dove Gesù è spinto dallo Spirito stesso.

Gesù annuncia il compimento del tempo e l’avvicinarsi del regno di Dio. Lo manifesterà con la sua giornata tipica di Cafarnao, fatta di preghiera, di guarigioni e di annuncio della Parola. Nella preghiera solitaria, Gesù cerca la forza per il compimento della volontà del Padre, in piena comunione con lui.

Gesù si presenta agli interlocutori ripieno di potenza, sapienza e autorevolezza. La sua missione non è quella di chiamare i giusti, ma i peccatori. Per questo si serve anche di parabole che facciano trasparire la bellezza e la potenza del regno di Dio e del Padre suo.

Chiama i Dodici a seguirlo, ma non esita a rimproverarli per la loro mancanza di fede, anche dopo il prodigio della moltiplicazione/suddivisione dei pani.

Di lui la gente dice che ha fatto bene ogni cosa, ma Gesù cerca dai suoi discepoli più vicini una dichiarazione di fede personale, un rapporto intimo con lui. La loro concezione di messia sarà corretta con la prospettiva della morte per crocifissione, seguita dalla risurrezione. Un Messia debole, venuto per servire e non per essere servito. Chi darà la vita per lui, che è il vangelo, troverà la vita moltiplicata tra le mani.

La Trasfigurazione sarà un’anticipazione della Pasqua, un trasparire dell’identità divina di Gesù anche all’esterno, in dialogo pieno con le Scritture di Israele e con i profeti rigettati dal popolo.

Il cieco Bartimeo riacquista la vista a Gerico, e subito si mette a seguirlo per via, diventando discepolo esemplare per i Dodici che devono affrontare con Gesù l’ultimo tratto del suo viaggio terreno.

Nell’area templare egli insegna con piena autorità la volontà originale del Padre al momento del dono della Torah e quindi ribadisce il valore dell’indissolubilità del matrimonio.

Alla folla che pendeva dalle sue labbra e agli scribi Gesù rivela l’identità del Padre come Dio dei vivi e non dei morti.

Nella vita di fede occorre vegliare contro il nemico che appesantisce la vita di realtà penultime o disumanizzanti.

Vertice della vita filiale del discepolo di Gesù è l’amore per i nemici.

Il dono totale della propria vita fatta dalla povera vedova nel tesoro del tempio diventa l’ultima immagine viva del dono generoso che Gesù farà di sé nella morte in croce. Ha gettato tutta la sua intera vita!

La passione si rivela “necessaria” nel piano di Dio, perché la violenza umana, il peccato e la morte siano vinti dall’interno per solidarietà redentrice. Gesù Nazareno, il crocifisso, è stato risuscitato e non è qui – fra i morti –, viene annunciato alle donne, inviate ad essere apostole degli apostoli.

Gli ultimi due capitoli del volumetto sono dedicati a Gv 1,18, che ricorda come il Verbo fatto carne, sia la spiegazione del Padre (exegehésato). Lui è luce, vita, Figlio di Dio che comunica la vita filiale a chi lo accoglie nella fede.

La passione unica di Gesù è il regno di Dio, rivelare cioè il volto vero di Dio. Non una proiezione dei desideri e delle paure degli uomini, ma un Padre amoroso e misericordioso proprio verso gli uomini e le donne che più hanno bisogno del suo amore.

Gesù è il volto del Regno che cresce spontaneamente, con potenza lievitante, senza estirpare dal suo raccolto coloro che, per il momento, non lo accolgono nella loro vita.

Un Dio capovolto

Nella Postfazione (pp. 149-166), Monti riporta per esteso alcune pagine di tre maestri da lui citati nel suo volume: J. Moingt, A. Maggi e, soprattutto, B. Maggioni.

Ciò che Gesù ha di eccezionale non è di ordine religioso ma umano. Nella sua umanità egli rivela l’immagine eterna del Dio invisibile a somiglianza del quale siamo stati creati e diveniamo uomini. Dalla sua figura umana ci è dato vedere riflettersi la luce di Dio su ogni volto umano e possiamo lasciarci guidare da essa fino a Dio sulle vie di umanità che Gesù ha tracciato.

La novità del volto del Dio cristiano è rivelata dunque dall’umanità di Gesù, insiste Maggioni. Tre le prove citate: il Verbo di Dio si è fatto carne, chi ha visto Gesù ha visto il Padre e Gesù è l’immagine del Dio invisibile.

In Gesù si rivela un Dio capovolto e sorprendente. L’evento cristologico non dice soltanto che cosa Dio ha rivelato di sé all’uomo, ma anche come lo ha rivelato.

Tutti i misteri della vita di Gesù hanno come centro la sua morte e risurrezione, che è il trionfo della manifestazione della natura inattesa della gloria di Dio, non il suo nascondimento. La gloria del Risorto è il trionfo della dedizione del Crocifisso, non la sua sostituzione con una gloria di altra natura.

Per rivelarsi e comunicarsi, Dio ha scelto la via dell’incarnazione, una profonda condivisione di esperienza. «Gesù non è soltanto dalla parte del mistero di Dio fronte all’uomo, ma anche dalla parte dell’uomo di fronte al mistero di Dio» (Maggioni, cit. a p. 157).

Gesù si è posto al centro della storia, là dove Dio e l’uomo sembrano contraddirsi, trasformando la contraddizione in rivelazione. «Gesù si è dunque collocato al centro della contraddizione – là dove la verità è rifiutata e l’amore sconfitto e dove Dio sembra assente – e l’ha risolta. È perché si è collocato qui, che Cristo può dirsi veramente Parola che illumina e convince» (Maggioni, cit. a p. 158).

Gesù ha utilizzato tutte le funzioni di parola: l’annuncio, l’insegnamento, la denuncia, la polemica, il dialogo, il paradosso, l’ascolto, la parabola, il miracolo, il silenzio. La comunità ha conservato con indubbia predilezione le parabole di Gesù.

Anche i miracoli occupano un posto previlegiato nell’attenzione della comunità in quanto «non vogliono essere il segno di ciò che Dio può fare, bensì di chi egli sia» (Maggioni, cit. a p. 159). Dio non è potenza, ma amore. Il silenzio che accompagna ai miracoli intende alludere a quale Messia essi facciano capo.

Nel Vangelo viene rivelato un capovolgimento: un Figlio di Dio ha dato la vita per l’uomo. Gesù ha condiviso sofferenze, morte, conseguenze del peccato, morte infamante per mostrare fino a che punto Dio ama l’uomo. La storia di Gesù non permette che l’uomo costruisca astrattamente, fuori della storia, una figura geometrica di Dio. Le contraddizioni della storia, di cui la Croce è la gigantografia, rivelano la figura di Dio dentro la storia.

Il cammino da percorrere – suggerisce Maggioni citato da Monti – non parte da Dio a Cristo, e nemmeno (prevalentemente) dall’uomo a Cristo, ma da Cristo a Dio e all’uomo. Se si parte dalla figura di Gesù e dalla sua storia, allora c’è la possibilità che l’incontro faccia sorgere domande più ampie e più consone.

La narrazione della storia di Gesù procede a tre livelli, l’uno nell’altro. Il filo conduttore è la figura di Gesù (persona e storia), che procede in un alternarsi di segni di potenza e di debolezza (la potenza per dire che Gesù è figlio di Dio, la debolezza per mostrare quale Figlio di Dio).

Nello spazio di Gesù si svela il volto di Dio (un Dio sorprendente!) e in questo spazio si rivela anche la verità dell’uomo e il progetto di vita a cui è chiamato. C’è una profonda unità fra rivelazione di Dio e vita dell’uomo.

Nella figura di Gesù ha origine poi una morale molto profonda, radicata nella “lieta notizia”. L’oggi è continuamente presente nel discorso, dentro la narrazione. L’attualità è nella storia di Gesù, nella figura di Dio e di discepolo che essa svela, conclude Maggioni.

Il punto di partenza non è Dio, ma Gesù, ribadisce Maggi nelle pagine citate da Monti. In Gesù, quale Figlio dell’uomo, pienezza dell’umanità, e quale Figlio di Dio, manifestazione visibile di quel Dio che «nessuno ha mai visto», nel suo insegnamento e nella sua prassi si è mostrato come un Dio inedito e insolito, sconcertante e sorprendente.

Se l’antica alleanza era basata sull’obbedienza alla legge divina, la nuova sarà imperniata sull’accoglienza e sull’assomiglianza all’amore del Padre. «Per questo Gesù mai chiederà ai suoi obbedienza, e neanche di obbedire a Dio, alle sue leggi. All’obbedienza a Dio Gesù contrappone la somiglianza al Padre, all’osservanza della Legge la pratica dell’amore» (Maggi, cit. a p. 165).

Gesù è la Buona Notizia annunciata e vissuta, che può esser riproposta anche oggi agli uomini e alle donne che ricercano una pienezza di vita.

  • LUDWIG MONTI, Gesù, volto di Dio, Edizioni Messaggero, Padova 2023, pp. 174, € 17,00, ISBN 9788825054576.
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Un commento

  1. Pietro 29 aprile 2023

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