Salmo 139: L’uomo è un ricamo

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Chi parla nel Salmo 139?

Una nota di metodo: chi parla, più di 2000 anni fa, in questo meraviglioso Salmo? Magari Davide, come indica la nota premessa a tanti Salmi, ma certamente un adulto, ammirato della grandezza di Dio e anche della sua.

Ma è anche arrabbiato per la fortuna dei nemici di Dio e suoi. Ci aspetteremmo, come in altri Salmi, invettive feroci contro di loro, secondo mentalità e usi di prima di Cristo. Ce ne sono, ma prima c’è tanto d’altro. Cominciamo con la lettura attenta del testo, secondo l’ultima versione della CEI, accorciato però per esigenze pratiche.

 1) Signore, Tu mi scruti e mi conosci, /

2) Tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,/ intendi da lontano i miei pensieri,/

3) osservi il mio cammino e il mio riposo, / ti sono note tutte le mie vie…/ 6) Meravigliosa per me la tua conoscenza,/ troppo alta, per me inaccessibile.

7) Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza?… Nella vecchia nostra educazione ne scaturiva spesso un senso di angosciante paura. Non così per l’antico salmista, che continua:

13) Sei Tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto (!) nel grembo di mia madre. /

14) Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda: meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia.

15) Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato (!) nelle profondità della terra (in ebraico c’è il verbo raqàm: ricamare a colori: e nulla si sapeva allora del ricamo del genòma umano! Interessante anche la connessione tra grembo materno e grembo della terra).

16) Ancora informe (quasi caotico, come il creato all’inizio) mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro I giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno.

17) Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio!

18) Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio (come da un sogno?) e sono ancora con te.

Una sosta meditativa

 “Mi” conviene sostare a contemplare tutta questa meraviglia di Dio “per me”, per te, per tutti i discendenti di una donna, di una mamma. Quanto siamo lontani da concezioni umane atee, narcisistiche, materialiste, razziali, pessimiste o edonistiche, scettiche o disperate…

Notiamo anche alcuni termini: si parla di reni (v. 13), organi umani ben nascosti e inavvertibili, come invece il cuore o le ossa, eppure tanto importanti; assomigliano a ciò che i greci chiamavano anima? Ossia a quel qualcosa che sta al di là delle apparenze e della sensibilità, ma che pure è parte integrante dell’unità della mia persona; la Bibbia, e anche questo Salmo, pur parlando anche di anima, non la stacca (quasi) mai dal cuore, dalle ossa, dai reni dell’uomo tutto intero. Come invece, purtroppo, avvenne per secoli nei discorsi e nella prassi anche ecclesiali, sotto l’influsso di un certo platonismo o dualismo manicheo (in cui era cascato anche sant’Agostino almeno prima della scoperta del valore della “carne” del Verbo divino incarnato e crocifisso-risorto).

Nel Salmo abbiamo riscontrato anche l’immagine di un libro di Dio (v. 16), quasi di una sua agenda, sulla quale tutto era già scritto di me prima ancora che io nascessi.

Isolata dal contesto immediato, l’immagine potrebbe portarci al fatalismo (in cui abbonda un certo islam sulla scia del Corano forse un po’ malinteso): tutto dipende da Dio e la mia libertà finirebbe annullata. Ma ciò urta contro tutta la concezione globale biblica dell’alleanza tra Dio e l’uomo nella storia.

Del resto, questo medesimo Salmo ci tiene con i piedi in terra e dà voce alla risposta umana, che ringrazia e loda il buon Dio e manifesta una collaborazione umana con sentimenti di ira propri di ogni epoca e in particolare di quella prima di Cristo. Eccola.

Un odio implacabile?

19) Se Tu, o Dio, uccidessi i malvagi! Allontanatevi da me, uomini sanguinari!

20) Essi parlano contro di Te (!) con inganno, contro di Te si alzano invano.

21) Quanto io odio, Signore, quelli che Ti odiano! Quanto detesto quelli che si oppongono a Te!

22) Li odio con odio implacabile, li considero come miei (!) nemici.

Interessante questo tipo di odio per motivi innanzitutto religiosi. Segno di cuore appassionato per il suo meraviglioso Dio e per il bene umano, ma anche col rischio del fanatismo.

Incontriamo qui i limiti della pur forte religiosità ebraica, corretta e arricchita da quella di Gesù. Ma già valida per allora e per sempre, almeno come invito a conversione per i malvagi e come verifica seria del cuore di ognuno. Infatti così continua il salmista:

23) Scrutami o Dio e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri;

24) vedi se percorro una via di dolore (quasi di malattia mortale) e guidami per una via di eternità (di vita vera e immortale).

Alla fine della nostra lettura orante non rimane che contemplare, ringraziare, lodare, invocare odio contro il male e guida per una retta via. Questa abbraccia pure la gratitudine quasi adorante verso tutte le mamme (anche il salmista canterebbe a suo modo: “Son tutte belle le mamme del mondo…”) e implicitamente mettiamo anche i papà (il Salmo invece, pur nato in contesto molto maschilista e da un maschio, per sé, li ignora!). E senza dimenticare la “madre terra”, come la chiamava anche san Francesco d’Assisi.

Che cosa vogliamo ancora da un testo di più di 2000 anni fa? Quanto parlava già anche di me e per me, del mio oggi e qui… del tuo, di noi tutti! Davvero un Salmo divinamente ispirato.

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