Chiesa spagnola: silenzio sugli abusi?

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Lo scandalo diffuso in tutto il mondo degli abusi ha provocato in molti paesi una crisi nella Chiesa. Non solo in Cile, Irlanda e Germania gli abusi sessuali sui minori da parte dei chierici lasciano un marchio sull’immagine della Chiesa davanti all’opinione pubblica. In Spagna, uno dei paesi europei maggiormente impregnato di cattolicesimo, finora il problema degli abusi da parte degli ecclesiastici non è un argomento all’ordine del giorno.

Ricerche effettuate dal quotidiano El País ne hanno ora rivelato, a suo modo di dire, la ragione: la Chiesa di Spagna coprirebbe cioè sistematicamente gran parte dei casi di questi abusi sui minori. Lo si può dedurre dal numero molto basso di abusi che giungono all’opinione pubblica.

Meno dello 0,2% il numero dei preti condannati

Negli ultimi trent’anni ci sono state in Spagna soltanto 33 sentenze giudiziarie a carico di sacerdoti che hanno commesso degli abusi. Il fatto che in questi casi si tratti di almeno 80 vittime può significare che la maggior parte dei condannati appartenga ai recidivi. Ciò significa che su circa 18.000 preti in Spagna, meno dello 0,2% sono stati condannati per abusi sui minori. La penalità più bassa è consistita in un risarcimento di 1.200 euro, la più alta nella condanna a 21 anni di carcere. In una mezza dozzina di casi, sono state le stesse vittime degli abusi a segnalare il caso alla Chiesa, ma non avendo ricevuto alcuna risposta, hanno fatto ricorso alla giustizia dello Stato.

Il giornale madrileno El País, ideologicamente vicino al partito socialista, ha chiesto a tutte le 70 diocesi del Paese un chiarimento sul numero effettivo dei casi di abusi. Soltanto 18 di queste hanno risposto. “Il silenzio della Chiesa”, così il giornale ha qualificato il fatto delle mancate risposte. Cinque diocesi hanno affermato di non avere ricevuto alcuna segnalazione di abusi negli ultimi decenni. Quattro hanno risposto di averne ricevuta soltanto una. Una diocesi ha dichiarato di avere avuto una segnalazione falsa. Tre diocesi, tra queste anche l’arcidiocesi di Madrid, si sono rifiutate di indicare il numero preciso.

Come si è mossa la Chiesa spagnola

Sul problema degli abusi, dal 2010 sono state emanate in Spagna, come anche in Germania, delle linee guida da parte della Conferenza episcopale sul modo di gestire questi casi nella Chiesa. Le linee prevedono che «l’autorità ecclesiastica inviti o consigli lei stessa a presentare le segnalazioni alla polizia, al pubblico ministero o al tribunale».

Il giornale spagnolo, tuttavia, critica il fatto che, a sette anni dall’introduzione delle direttive, soltanto tre diocesi abbiano emanato regole più dettagliate al riguardo. Questi regolamenti ritengono “essenziale” che il vescovo competente, in caso di segnalazioni, chieda che intervenga la giurisdizione dello Stato.

Il regolamento corrisponde a una legge statale del 2015, secondo la quale tutti coloro che vengono a conoscenza di possibili abusi dei minori sono tenuti a denunciarli all’autorità giudiziaria statale. Finora una cosa del genere è avvenuta, da parte delle diocesi, soltanto in due casi.

Nel passato recente, in Spagna, ci sono stati solo due casi di abusi resi noti pubblicamente. Tutti e due, tuttavia, sono stati tenuti segreti dalle diocesi; sono state le vittime stesse a farli conoscere, perché scontente del comportamento della Chiesa. In uno di questi due casi, gli avvocati dei preti accusati hanno invocato il Concordato che proibisce alla giustizia spagnola di tradurli a deporre davanti ai tribunali.

Un grande elogio El País lo riserva allo studio sugli abusi effettuato in Germania. Ma un’elaborazione conforme a questo modello, secondo il giornale, non è possibile in Spagna perché gran parte delle diocesi fanno appello al loro diritto di fornire informazioni solo al Vaticano e di non dover rendere conto nemmeno alla Conferenza episcopale.

Ma c’è uno spiraglio. Molte diocesi, tra cui anche Madrid, hanno dichiarato di voler cooperare con la Conferenza episcopale per impedire gli abusi «con tutti i mezzi necessari a questo scopo» (katholisch.de 16 ottobre 2018).

L’articolo di El País al quale fa riferimento l’autore ha suscitato indignazione diffusa nella Chiesa spagnola.
Per una critica argomentata a El País rimandiamo all’intervento di Jordi Llisterri i Boix, ¿Contra la pederastia o contra la Iglesia? pubblicato il 23 ottobre su Bizkaiko Abadeen Foroa.

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Un commento

  1. GIRELLI SAVIO 25 ottobre 2018

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