Chiesa e teologia: niente da dire sul 25 aprile?

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25 aprile

Sabato scorso in una libreria di Parigi saltava in bella mostra un libro di un vescovo francese dal titolo “I cristiani possono essere cittadini?”. Ho sentito immediatamente un’innata ripulsa – sia per il titolo sia per il modo di affrontare la questione. Tipica domanda retorica di una Chiesa che parla a se stessa e, forse, di un vescovo che poco sa del vissuto della sua gente.

Perché oggi, già per me ma soprattutto per le generazioni più giovani, una tale domanda non si pone – per molte ragioni, non ultima quella del fatto che il cammino di cittadinanza precede quello dell’appartenenza alla comunità ecclesiale e che l’ingresso in quest’ultima non è sentito come contraddittorio alla prima.

Il tema della cittadinanza, soprattutto come lo disegna la Costituzione italiana, è ben più ampio di quello della nazionalità e del gioco politico che accompagna – meglio dovrebbe accompagnare – la configurazione di uno stato costituzionale. Eppure, la retorica ecclesiastica di questa domanda posta in un contesto diverso dal nostro emerge sovente anche da noi.

La afasia fra il linguaggio ecclesiastico che le sta dietro e il vissuto civile dei credenti dovrebbe interessare e interrogare anche la teologia, che – invece – su queste dimensioni del vivere umano sembra avere poco da dire (salvo fortunate eccezioni).

Come poco sembra avere da dire in occasione della festa nazionale del 25 aprile e, insieme con lei, anche la Chiesa italiana. Basta uno sguardo al sito della CEI, dove si trova un post sulla Giornata dell’Università Cattolica, il 23 aprile, e la presentazione del lancio della nuova Campagna dell’otto per mille, il 27 aprile.

Nel bel mezzo di queste due date rispetto alle queli la CEI ha ritenuto opportuno dire qualcosa si trova l’oggi del paese e dei suoi cittadini intorno al quale i nostri vescovi non dicono nulla. Eppure quel giorno oramai lontano non è irrilevante per la stessa possibilità di essere cattolici in Italia; e non è irrilevante rispetto alla configurazione di uno spazio civile in cui venga rispettata l’alterità religiosa della Parola di Dio.

Né si può assistere inermi alle esternazioni del presidente del Senato della Repubblica che non solo ostenta la sua ignoranza costituzionale, ma di fatto annulla la validità del giuramento istituzionale che rende legittimo l’esercizio di questa sua funzione costituzionale.

Il silenzio ecclesiale italiano dovrebbe preoccupare soprattutto quei cittadini che si riconoscono in questa istituzione della fede – soprattutto in un momento in cui il senso dello stato costituzionale sembra essere più un ostacolo da debellare che un riferimento costitutivo della coesistenza civile in Italia.

Le ansie e, purtroppo anche i drammi, che scorrono nell’animo delle generazioni più giovani di italiani, fatte esplodere la Covid, hanno la loro radice nell’abdicazione di lunga data del doveroso ossequio politico ai principi inderogabili su cui si articola l’intero disegno costituzionale della Repubblica Italiana.

Abdicazione a cui ci siamo assuefatti anche noi, comunità dei credenti, ritenendola come magicamente iscritta nella logica delle cose della nostra società contemporanea. Salvo poi accorgerci che il prezzo di questa mancanza di coscienza civile della fede lo pagano quelli che vengono dopo di noi – visto che non siamo riusciti ad attrezzare per loro quantomeno una scenario minimo dove la voce “futuro” non fosse il pozzo senza fondo di una vita priva di destinazione, speranza e desiderio.

Materiale per la riflessione teologica e la preoccupazione pastorale della nostra Chiesa ce ne è dunque più che in abbondanza. Una parola civile della fede, in questo 25 aprile, non avrebbe stonato – ma non c’è stata, perdendo così un appuntamento importante con quella categoria di cittadini che più dovrebbe starci a cuore – quelli che vengono dopo di noi, appunto.

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11 Commenti

  1. Stuardi Bruno 27 aprile 2023
  2. Tobia 26 aprile 2023
    • Marcello Neri 27 aprile 2023
  3. Antonio Cecconi 26 aprile 2023
  4. Fabio Cittadini 26 aprile 2023
    • Gian Piero 26 aprile 2023
  5. Mauro Mazzoldi 26 aprile 2023
    • Fabio Cittadini 26 aprile 2023
    • Anima errante 26 aprile 2023
      • Gian Piero 26 aprile 2023
        • Anima errante 27 aprile 2023

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