Dai vescovi francesi le «cellule» antipedofilia

di:

«La Chiesa cattolica francese difende all’unanimità una linea di “fermezza” nei confronti dei casi di pedofilia», aveva detto il 13 marzo scorso in un’intervista con l’Agenzia France Press mons. Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale di Francia, alla vigilia dell’assemblea di primavera che si sarebbe tenuta a Lourdes.

Il recente caso che vedeva coinvolto l’arcivescovo di Lione, il card. Barbarin, per «omissione di denuncia» (di alcuni casi di preti pedofili), lo definiva «un argomento molto doloroso» anche perché i vescovi francesi «stanno lavorando su questi temi da oltre 15 anni». Occorre ricordare infatti che già nel 2002, i vescovi francesi avevano pubblicato un testo che è stato poi aggiornato nel 2010 e ripubblicato con il titolo «Lutter contre la pédophilie. Repère pour les éducateurs» (Lottare contro la pedofilia. Orientamenti per gli educatori).

Ma, almeno da quanto ha mostrato la cronaca di queste settimane, forse ancora non bastava. E mentre la magistratura procede con l’analisi delle denunce delle presunte vittime (e soprattutto stabilire se si tratta per la diocesi di un «errore» o un «reato»), sul card. Barbarin si è rovesciato un impeto popolare di accuse e una campagna mediatica di rara intensità. Un rancore che forse covava sotto la cenere, dato che il presule negli anni scorsi era stato uno dei più attivi a scendere in piazza a fianco di quanti manifestavano contro alcune decisioni del governo: un attivismo, troppo spesso strumentalizzato (com’era prevedibile) dall’estrema destra francese di Marine Le Pen, ma ormai sconosciuto con l’avvento della presidenza Pontier.

A margine della riunione di Lourdes, il presidente dichiarava che «i vescovi francesi sono mossi da un’unica volontà: fare luce sulla verità per le vittime. L’impegno della Chiesa è chiaro e condiviso da tutti: privilegiare l’accoglienza delle vittime e delle loro famiglie; invitarli a denunciare; avviare le procedure canoniche contro gli autori di questi atti e lavorare in tutta lealtà con la giustizia del nostro paese. Le regole, le buone pratiche e le misure di prevenzione e di educazione che abbiamo messo in atto sono inequivocabili».

Pontier annunciava la costituzione di una «cellula di sorveglianza sulla pedofilia» per «aiutare i vescovi, accogliere e ascoltare le vittime».

E il 12 aprile è arrivato l’annuncio della Conferenza episcopale di una serie di misure specifiche per prevenire futuri casi di pedofilia. Di fronte agli scandali che hanno travolto come una bufera la diocesi di Lione e il suo arcivescovo, mons. Philippe Barbarin, i vescovi francesi rispondono compatti e decisi presentando a Parigi una serie di iniziative «per lottare, prevenire e fare luce sui casi di pedofilia nella Chiesa» hanno detto in conferenza stampa.  Tra queste spicca l’istituzione in ogni diocesi e provincia ecclesiastica di «cellule» locali di sorveglianza, la realizzazione di un sito internet rivolto espressamente all’accoglienza delle vittime che permetterà di mettere le persone coinvolte in contatto con le «cellule» presenti sul territorio e l’apertura di un indirizzo di posta elettronica – paroledevictimes@cef.fr – aperto a chiunque voglia fare una denuncia o chiedere anche soltanto informazioni.

Mons. Pontier ha confessato che «le misure sono state al centro di un serrato dibattito che si è svolto nel mese di marzo in assemblea plenaria a Lourdes e sono state prese dal Consiglio permanente che si è riunito a Parigi l’11 e il 12 aprile».  La linea indicata dai vescovi a Lourdes è molto chiara: dare priorità alle vittime, assicurando loro mezzi e strumenti per essere «accolte, ascoltate e accompagnate».

In aggiunta è stato deciso anche di istituire una «Commissione nazionale indipendente» attiva dalla prossima estate, presieduta da una personalità laica qualificata e composta da magistrati, psicologi, familiari delle vittime. Spetterà alla Commissione consigliare i vescovi nella valutazione dei preti che hanno commesso atti reprensibili (singolare l’analogia con quanto deciso dall’allora vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Karl Golser già nel 2008).

Proseguirà invece il suo lavoro la «Cellula permanente di lotta contro la pedofilia», istituita presso la Presidenza della Conferenza episcopale: sarà suo compito proseguire il lavoro di prevenzione e lotta alla pedofilia, formare i diversi attori pastorali, accompagnare, coordinare e consigliare le cellule locali nonché interloquire con le associazioni delle vittime.

A conclusione l’annuncio di una prossima riunione del Consiglio permanente previsto per il 13 giugno per fare il punto sulla messa in opera delle misure annunciate.

Print Friendly, PDF & Email
Tags: ,

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto