Francesco, la guerra, la mediazione

di:

guerra ucraina

Davanti all’ordine sparso con cui si sta procedendo nei confronti della guerra russa contro l’Ucraina voluta da Putin, sembra che ci sia almeno un punto di convergenza condiviso: comunque vada a finire, ci troveremo davanti a un nuovo ordinamento mondiale – ossia, il superamento degli assetti usciti dalla fine della Guerra fredda, della caduta del Muro di Berlino, dell’implosione dell’Unione Sovietica.

Quello che sembra mancare ovunque è un pensiero politico e diplomatico in grado di organizzare questo dopo – appunto, di fare in modo che, per quanto nuovo, lo stato delle cose possa avviarsi verso qualcosa di simile a un ordinamento e non al caos globale. La contemporaneità, magistralmente architettata dai media che ci sommergono con immagini di una realtà che non avrebbe mai dovuto essere, risucchia ogni energia e ogni abbozzo di risposta politica all’invasione russa dell’Ucraina.

L’ordine sparso con cui si è mossa l’Europa, simboleggiato prima dalle visite solitarie di Macron e Scholz a Mosca, poi dalla missione (semi)clandestina dei primi ministri polacco, ceco e sloveno a Kiev, pone l’Unione Europea davanti all’esigenza, che potrebbe essere epocale, di costituirsi pienamente come istituzione politica trans-nazionale – facendo della pace, della solidarietà e della diplomazia il perno dei suoi assetti di politica estera; ma anche imparando da quanto accaduto: e, quindi, dare diritto di cittadinanza effettiva a un sentire culturale e civile che non coincide sempre, nel perimetro della stessa Unione, con l’immaginario burocratico degli uffici di Bruxelles.

Nella convulsione di queste settimane si è trovato, inevitabilmente, anche papa Francesco e, con lui, la Santa Sede. Da più parti si è alzata la voce di una forte critica a motivo della gestione troppo prudenziale del dramma ucraino in ragione – almeno così dicono quelle voci – del tenere aperto un esile filo diplomatico per relazionarsi con Mosca e Putin. Così che ogni gesto e parola di Francesco, e della diplomazia vaticana, risulterebbe pregiudicato in partenza.

Questo nonostante il fatto che la chiara e netta intenzione di porre fine alla guerra, fosse del tutto evidente ed esplicita fin dal primo giorno. Quello che però Francesco non può permettersi è una fine della guerra senza un progetto per il dopo – non può permetterselo perché questa soluzione senza visione porterebbe solo una pace effimera e consegnerebbe il mondo a uno sparpagliamento delle carte che potrebbe rivelarsi senza via di uscita.

Non si può permettere una fine della guerra che assuma in un qualche modo, foss’anche solo di propaganda, il sapore di un predominio dell’Occidente; non si può permettere un ulteriore aggravamento della scomposizione tra ortodossia slava e ortodossia greca, né una sorta di guerra civile interna alla Chiesa ortodossa russa; non può permettersi, come annotava Riccardo Cristiano su SettimanaNews (cf. qui), che le terre cerniera finiscano con l’avere i denti solo da un lato e, quindi, smettano di essere tali.

La mediazione diplomatica, che Francesco e la Santa Sede non hanno abbandonato come orizzonte che guida gesti e parole, anche quando questo costa rispetto alla spontaneità evangelica del carattere, ha una sua ragione altrettanto evangelica e comporta una visione teologica sul dopo (guerra) del nostro mondo – perché “nel tessuto del mondo contemporaneo non si possono dare più i tagli, ma solo le saldature. Nel pensiero di Francesco, questo è evidente. I punti, le linee che saldano il mondo, sono il luogo teologico della geopolitica della fratellanza. Essere fratelli vuol dire essere uguali perché diversi. E le diversità si incontrano e si stringono tra loro come i denti di una cerniera. Sono fatti apposta nel disegno di Dio. Non si strappano gli uni dagli altri” (Riccardo Cristiano).

Print Friendly, PDF & Email

Un commento

  1. Tobia 23 marzo 2022

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto