Hollerich, nuovo cardinale

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Il 5 ottobre si terrà il Concistoro annunciato da papa Francesco per la creazionedi 10 nuovi cardinali. Tra questi Jean-Claude Hollerich, 60 anni, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Commissione episcopale dell’Unione Europea, COMECE. La scelta di Francesco non appare essere casuale: non solo investe la COMECE di un rilievo geopolitico ecclesiale, ma si tratta anche di un riconoscimento delle istituzioni dell’Unione Europea e del significato, per la Chiesa cattolica nella sua globalità, che assume l’interlocuzione con essa. Ci è sembrato, quindi, utile riproporre ai lettori e lettrici di SettimanaNews un’intervista di Jean-Claude Hollerich rilasciata all’agenzia KNA, in occasione della elezione della signora Ursula Von der Leyen a presidente della Commissione europea.

– Signor arcivescovo, la futura presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha il potenziale per rimettere ordine nell’UE?

Penso che sia la persona giusta perché potrà contare su delle maggioranze. Nella sua elezione si è visto che hanno votato per lei anche alcuni politici che non sono necessariamente al cento per cento della sua stessa linea. Ciò è positivo. C’è bisogno infatti di qualcuno che sia in grado di fare dei compromessi.

– Lei cosa le augura?

Che abbia molta pazienza. Probabilmente avrà bisogno di rendersi conto di come si muovono i singoli governi. In questo ambito sono molto forti gli interessi nazionali che spesso non sono pensati in dimensione europea.

– Cosa si aspetta dalla nuova Commissione europea?

Sarei molto contento se la signora von der Leyen riuscisse a mettere insieme una Commissione composta realmente per la metà da donne (cosa che è avvenuta, ndtr). Potrebbe così dimostrare che la UE non è un club in cui si parla molto, ma anche dove si agisce. La nuova Commissione deve operare per il bene dei popoli. La gente deve avvertire che l’UE esiste per essa – in modo che non ci sia più spazio per il populismo.

Intervista a Jean-Claude Hollerich, presidente COMECE

 – Quali temi dovrebbero perciò essere messi in cima all’agenda della nuova Commissione?

La giustizia sociale, la lotta contro la disoccupazione e la povertà, come pure la custodia dell’ambiente. Il cambiamento climatico costituisce uno dei nostri maggiori problemi. Trovo meraviglioso che i giovani partecipino alle manifestazioni “Fridays for Future” (Venerdì per il Futuro – il grande movimento studentesco, nato in risposta all’attivismo di Greta, ndtr). Se la politica non risponde come si deve, abbiamo questa forza esplosiva nelle nostre democrazie e l’indignazione dei giovani!

– Come vede la situazione nel Mediterraneo?Alcune navi di soccorso con a bordo dei rifugiati devono attendere molti giorni prima di poter attraccare.

Nei giorni scorsi mi sono giunte molte notizie e numerose foto della nave di salvataggio “Mare Ionio”. Si vedono delle persone che in Libia sono state percosse e torturate. Ciò è chiaramente anticristiano, e anche disumano. Qui l’Europa perde la sua anima. I centri in Libia non devono più esistere in questa maniera. Non possiamo accettare che delle persone siano schiavizzate. Evidentemente sarà difficile giungere a una distribuzione dei rifugiati fra tutti gli stati dell’UE. Ma si può formare “una coalizione di quelli che sono disponibili”. In ogni caso, bisogna mettere fine a ciò che sta accadendo in Italia.

– In che modo la Chiesa può far valere in maniera più decisa i suoi interessi nell’UE?

Deve parlare con i politici dei diversi partiti e costruire delle alleanze su vari temi. Io alle volte sono presentato come il capo lobbista della Chiesa cattolica – ma noi parliamo per i deboli, per coloro che non hanno voce. Noi non siamo dei lobbisti, ma degli avvocati. E come cristiani agiamo insieme.

Rappresentiamo non solo posizioni della Chiesa cattolica, ma lavoriamo a stretto contatto con il nostro partner evangelico della Conferenza della Chiese Europee (CEC). Il nostro obiettivo come cristiani è di fare in modo che i cittadini dell’Europa e i poveri di questo mondo diventino vincitori.

– Il Trattato di Lisbona del 2009 previde uno scambio regolare tra le Chiese e le istituzioni dell’UE. Questo scambio, dopo dieci anni, dovrebbe essere riveduto?

Non sarebbe un fatto negativo – ma dovrebbe avvenire nel dialogo. In questo momento sarebbe sicuramente sbagliato presentare grandi richieste alla Commissione europea. Il dialogo con la Commissione Junker ha funzionato molto bene – a tutti i livelli. Io vorrei in futuro affrontare questo dialogo in maniera un po’ più ecumenica..

– La nomina a cardinale cambierà il suo lavoro?

Io rimango lo stesso di prima. Spero di continuare a convertirmi al Vangelo. Il titolo conferisce certamente più peso negli incontri con i politici e le conferenze episcopali. Ringrazio di tutto cuore il papa che considera così importante la COMECE da creare cardinale il suo presidente.

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