Paesi del Golfo: il Vicariato dell’Arabia del Nord

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I cattolici nel Vicariato apostolico dell’Arabia del nord sono oltre due milioni, di cui un milione e mezzo si trova in Arabia Saudita, dove soltanto 20 mila circa possono essere raggiunti. In Kuwait: i cattolici sono 350.000 I copti ortodossi sono circa 70 mila; gli armeno-ortodossi circa 2.000, i greco-ortodossi sono altrettanti, i protestanti di vario genere insieme superano le 70.000 unità. Le relazioni tra le diverse confessioni religiose sono molto buone. I matrimoni misti sono piuttosto frequenti.

Un crogiuolo di religioni

Nel Kuwait, i cristiani kuwaitiani, cattolici e protestanti, sono pochissimi. Nel Barhein c’è un numero non precisato di cristiani, che ha ottenuto la cittadinanza del Paese, compreso il Vicario apostolico. La stragrande maggioranza dei kuwaitiani è musulmana. Si calcola un milione e mezzo circa. Sono presenti anche gli indù. Non ci sono ebrei.

Il dialogo interreligioso non è molto praticato. Ci sono delle occasioni saltuarie, nelle quali i rappresentanti delle varie confessioni si incontrano, ma non vi è un preciso programma. Il Vicario apostolico fa parte dell’Advisory Forum del Centro di Dialogo Interreligioso e interculturale di Vienna (KAICID: King Abdullah Inter Cultural Inter Religious Dialogue), che tiene un incontro annuale a Vienna.

Proliferano a dismisura le sette pentecostali. Dall’India vengono soprattutto in Kuwait noti predicatori che radunano molta gente e non è raro il caso che attacchino la Chiesa cattolica. Presi di mira soprattutto la Madonna, i santi, il papa. Molte famiglie cattoliche si riuniscono nelle case per celebrazioni molto sentite: recita del rosario, lettura di un brano della Bibbia, catechesi da parte del sacerdote, preghiere di intercessione. Essendo proibita le celebrazione della messa al di fuori della chiesa ufficiale, le celebrazioni “domestiche” si sono moltiplicate.

Diritti negati

Il Vicariato si sta impegnando alacremente nella pastorale della famiglia. Nei Paesi del Vicariato l’aborto è proibito dalla legge, ma viene praticato abbastanza diffusamente. Se in casa non entra un salario di almeno 1.500 dollari al mese, i familiari a carico non possono restare e quindi sono costretti a ritornare nei loro Paesi d’origine. Di conseguenza, ci sono migliaia di persone sposate che praticamente vivono da celibi. Questo è causa di incomprensioni nella coppia e spalanca la porta a separazioni, divorzi, richieste di nullità matrimoniale.

Con l’islam ogni discorso che riguardi l’evangelizzazione è totalmente bandito. In Arabia Saudita la conversione dall’islam è punita con la pena di morte. La Chiesa cattolica non può occuparsi anche degli indù, ai quali la legge dell’India proibisce la conversione.

È severamente vietato alla Chiesa di occuparsi direttamente delle problematiche sociali. È noto che migliaia di fedeli non possono avere il minimo riconoscimento dei loro diritti. Appena arrivano, viene sequestrato loro il passaporto. Devono essere disponibili 24 ore su 24. Il salario è misero e umiliante e spesso non viene dato alla fine del mese. Abusi d’ogni genere sono perpetrati senza scrupoli e non sono rari i casi di torture. In questa situazione molti lasciano le case e si rifugiano nelle ambasciate dei loro Paesi. È il caso di centinaia di rifugiati nelle ambasciate di Filippine, Sri-Lanka e India.

La giustizia sociale è parola vuota e finora ogni sforzo per metterla in atto da parte anche di ambasciatori coscienziosi e sensibili è fallita. La corruzione è una piaga diffusa. La prostituzione è praticata su vasta scala, anche se proibita.

L’azione del Vicariato

Il Vicariato, avvalendosi di varie Associazioni, è molto attento ai casi di povertà ed è attivo in occasione di calamità naturali o di famiglie rimaste senza salario, che vuol dire senza cibo o sfrattate.

Il Vicariato non gestisce ospedali o altri centri sanitari. Non ha personale religioso coinvolto nella sanità. Tuttavia, si avvale della presenza di medici cristiani, che lavorano negli ospedali governativi e può contare sull’opera di infermieri e infermiere cattolici.

Il Vicariato si sostiene economicamente con le offerte dei fedeli. Gli è comunque impossibile sostenere spese straordinarie. Un buon aiuto gli viene dalla tedesca “Kirche in Not”.

Per la costruzione della cattedrale nel Bahrein ci sono state concrete promesse di aiuto da Missio, altra nota istituzione tedesca. Altri piccoli aiuti vengono dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e da qualche diocesi all’estero.

Il Vicariato sta prendendo coscienza che la secolarizzazione è arrivata anche tra i cattolici. La sfida pastorale prioritaria è la formazione di una sola Chiesa cattolica, pur nel rispetto dei vari riti orientali. La tentazione di isolarsi nella propria comunità di origine è sempre in agguato.

Un’altra sfida è l’approfondimento della fede, in modo che i fedeli possano passare dal devozionismo a una fede più matura, che li aiuti a far fronte alla discriminazione religiosa e sociale e alla solitudine imposta dalla lontananza della famiglia.

Chiaro e coinvolgente il “piano” del Vicario apostolico: evangelizzazione mediante l’annuncio del Vangelo e celebrazioni liturgiche sulle quali insistono a ragione le indovinate Lettere pastorali annuali.

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