Sintonia tra papa e giovani

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«Interpellate la Chiesa, incalzatela», dice papa Francesco ai giovani in Cile. Poi a nord, a Iquique, di nuovo interviene sull’accoglienza per i migranti. In mezzo, ha incontrato alcune vittime degli abusi, e in Perù – dove si trova ora – c’è una vicenda (di abusi) che fa rumore ed è arrivata fino a Roma.

Eppure, papa Francesco prosegue la sua strada: dialogo con tutti, fermezza nel ribadire i punti fermi della sua impostazione pastorale (e teologica), gesti concreti di accoglienza e di vicinanza, come quando nel discorso ai giovani si ferma per consentire il soccorso ad una ragazza che si sente male, o fa bloccare la papamobile per la poliziotta caduta da cavallo, o celebra il matrimonio sull’aereo fra due assistenti di volo.

papa Francesco ai giovani in Cile

Papa Francesco arriva a Iquique (Photo by Abaca/Sipa USA)

Giovani: Sinodo e Incontro

Importanti, dunque, le parole ai giovani al santuario nazionale di Maipù: “vorrei annunciarvi che ho convocato il Sinodo sulla fede e il discernimento in voi giovani e, inoltre, l’“Incontro dei giovani”. Perché il Sinodo lo facciamo noi vescovi, riflettendo sui giovani, ma, sapete, io ho paura dei filtri, perché a volte le opinioni dei giovani per arrivare a Roma devono passare attraverso varie connessioni e queste proposte possono arrivare molto filtrate, non dalle compagnie aeree, ma da quelli che le trascrivono. Per questo voglio ascoltare i giovani, e per questo si fa questo “Incontro dei giovani”, incontro in cui voi sarete protagonisti: giovani di tutto il mondo, giovani cattolici e giovani non cattolici; giovani cristiani e di altre religioni; e giovani che non sanno se credono o non credono: tutti. Per ascoltarli, per ascoltarci, direttamente, perché è importante che voi parliate, che non vi lasciate mettere a tacere. A noi spetta aiutarvi perché siate coerenti con quello che dite, questo è il lavoro con cui vi possiamo aiutare; ma se voi non parlate, come potremo aiutarvi? E parlate con coraggio, e dite quello che pensate. Questo, dunque, lo potrete fare nella settimana di incontro prima della domenica delle palme, in cui verranno [a Roma] delegazioni di giovani da tutto il mondo, per aiutarci a far sì che la Chiesa abbia un volto giovane».

Il riferimento è all’incontro convocato dal Dicastero laici famiglia vita la settimana prima della domenica delle palme, che vedrà almeno 300 giovani da tutto il mondo, in rappresentanza delle diverse Conferenze episcopali, organismi ecumenici e di dialogo interreligioso, non credenti.

Essere ospitali

A Iquique, nel nord, prima di lasciare il Cile, papa Francesco si riferisce al tema dell’ospitalità. «Fratelli, Iquique è una “terra di sogni” (questo significa il nome in lingua aymara); una terra che ha saputo ospitare gente di diversi popoli e culture, gente che hanno dovuto lasciare i loro propri cari e partire. (…) Siamo attenti a tutte le situazioni di ingiustizia e alle nuove forme di sfruttamento che espongono tanti fratelli a perdere la gioia della festa. Siamo attenti di fronte alla precarizzazione del lavoro che distrugge vite e famiglie. Siamo attenti a quelli che approfittano dell’irregolarità di molti migranti, perché non conoscono la lingua o non hanno i documenti in regola. Siamo attenti alla mancanza di casa, terra e lavoro di tante famiglie. E come Maria diciamo con fede: non hanno vino. (…) E poi, lasciamo che Gesù possa completare il miracolo, trasformando le nostre comunità e i nostri cuori in segno vivo della sua presenza, che è gioiosa e festosa, perché abbiamo sperimentato che Dio-è-con-noi, perché abbiamo imparato a ospitarlo in mezzo a noi, nel nostro cuore. Gioia e festa contagiosa che ci porta a non escludere nessuno dall’annuncio di questa Buona Notizia, e a trasmetterla. Tutto quello che è della nostra cultura originaria, dobbiamo condividerlo con la nostra tradizione, con la nostra sapienza ancestrale perché colui che venga incontri sapienza. Questa è la festa. Questa è acqua trasformata in vino. Questo è il miracolo che fa Gesù».

La seconda tappa in Perù vede papa Francesco entrare nella vita sociale, politica ed ecclesiale di un paese scosso da tensioni e dalla vicenda degli abusi perpetrati dal fondatore del Sodalizio di vita cristiana, rimosso dall’incarico e, dal 2015, in ritiro a Roma.

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