Un modo diverso di essere Chiesa

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La Chiesa cattolica ha urgente bisogno di apprendere l’esercizio di una comune ragione sinodale della fede come principio evangelico che presiede alla sua strutturazione istituzionale, in modo da trovare vie nuove suggerite dallo Spirito per superare la condizione di contro-testimonianza del Vangelo da cui essa sembra non riuscire a liberarsi.

Il Cammino Sinodale della Chiesa cattolica tedesca è iniziato in maniera promettente. Un cammino comune fatto insieme (syn-odos) che ha preso le mosse dallo sdegno per il peccato strutturale[1] dell’abuso di potere di tipo sessuale e spirituale nella Chiesa, e che è iniziato (come ogni processo spirituale di ampio respiro) con uno sguardo schietto e onesto gettato verso la realtà ecclesiale e l’effettiva condizione della Chiesa.

Stonature

Si è trattato di un momento contrassegnato da una discussione senza apparenti temi vietati né censure di alcun genere, caratterizzato inoltre da un rispetto reciproco effettivo e da una percepibile uguale dignità tra tutti i partecipanti.

Le uniche eccezioni sono state quelle del vescovo Vorderholzer, che nel corso dell’intervento di un partecipante lo ha interrotto più volte urlando, e del cardinal Woelki, il quale dopo la prima Assemblea sinodale ha affermato che l’introito della messa di apertura in cui hanno fatto ingresso insieme in chiesa ordinati e non ordinati, la disposizione alfabetica dei posti a sedere (che ha rotto con la tradizionale organizzazione dello spazio) e molti «altri piccoli segni» hanno messo in discussione la struttura gerarchica della Chiesa.

Anche la Chiesa austriaca ha bisogno di un processo di auto-purificazione sinodale – e la parola d’ordine è anche in questo caso «osare più sinodalità». Infatti, anche qui da noi vi è da tempo la necessità urgente di mettere mano a un cambiamento del quadro pastorale complessivo di riferimento: si tratta di abbandonare un quadro clericale per passare a uno sinodale per ciò che concerne la prassi ecclesiale.

Papa Francesco indica anche su questo punto un cammino motivato da Gesù verso una «conversione pastorale» che porti la Chiesa a una conversione rispetto a strutture che contraddicono il Vangelo, conducendole con decisione a imboccare il sentiero di una auto-evangelizzazione. Questo percorso deve e può realizzare la meta a cui aspira: una comunità di cammino gesuana (societas Jesu)[2] – all’interno e verso l’esterno.

Una ragione sinodale della fede per la Chiesa

Riprendendo i quattro temi dei forum del Cammino Sinodale tedesco, si deve dire che solo in questo modo è possibile realizzare una Chiesa realmente contrassegnata da una equiparazione dei diritti, che sia cordialmente ospitale delle diversità, post-clericale e sensibile verso la diversità di genere. Una Chiesa che oltrepassa quelle strutture di potere che hanno reso possibili abusi e violenze. Si tratta di mettere mano a una riforma della Chiesa come testimonianza del Vangelo. Infatti, le forme strutturali devono riflettere i contenuti della fede – a meno di questo, esse non sono compatibili col Vangelo.

Il più grande impedimento alla missione è infatti una Chiesa la cui forma esterna rappresenta una permanente contro-testimonianza del Vangelo perché contraddice la buona notizia di Gesù dell’irruzione della signoria di Dio (e non del potere dispotico di maschi e chierici).

Per realizzare tutto ciò abbiamo bisogno di una «ragione sinodale»[3] che impedisca un’ulteriore tribalizzazione anche della Chiesa austriaca, da un lato, e ci liberi dalle sacche interne di auto-referenzialità e auto-compiacimento, dall’altro. Solo attraverso l’esercizio di una simile ragione sinodale la Chiesa potrà fare esperienza, per la prima volta, di cosa veramente significhi «cattolica».

Anche in senso spirituale, questa impresa è altamente esigente perché richiede a tutti coloro che ne sono coinvolti la capacità di un’auto-differenza riflessiva, all’interno di un quadro strutturale il più aperto possibile. «Un modo di pensare che ci raduna insieme, che ci conduce al confronto sulla verità e che vuole arrivare a risultati vincolanti – nel mondo e nella Chiesa».[4]

I vescovi austriaci, la cui Conferenza dopo anni di grossi conflitti intra-ecclesiali è oggi molto più omogenea e compatta di quella tedesca, possono fare affidamento su quello Spirito Santo che chiama ancora una volta la Chiesa a percorrere una nuova via. Per sapere dove conduce questa strada bisogna però percorrerla davvero.

Christian Bauer è professore ordinario di teologia pastorale presso la Facoltà teologica cattolica di Innsbruck. Nostra traduzione dal tedesco nel quadro della collaborazione fra SettimanaNews e Feinschwarz (originale, qui).


[1] Cf. Ch. Bauer, Macht in der Kirche. Für einen postklerikalen, synodalen Aufbruch, in Stimmen der Zeit (2019) 531-543.
[2] Cf. Ch. Bauer, Kirche als Societas Jesu. Mit Papst Franziskus auf die Spur der Nachfolge, in P. M. Zuhlener-T. Halik (ed.), Rückenwind für den Past. Warum wir Pro Pope Francis sind, Darmstadt 2018, 120-127.
[3] K. Rusthofer, Synodale Vernunft wagen, in Herder Korrespondenz (11/2019) 47-50.
[4] Ivi.

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