Un vescovo per Coira

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nuovo vescovo

Finalmente, verrebbe da dire… Dopo più di un anno dalle dimissioni del precedente vescovo di Coira, mons. V. Huonder, è stato nominato il successore – si tratta di Joseph M. Bonnemain della prelatura dell’Opus Dei, vicario giudiziale della diocesi e impegnato da più di quarant’anni nella pastorale ospedaliera della città di Zurigo.

Si chiude così un lungo contendere interno alla diocesi, culminato nella scelta del Capitolo della cattedrale di rimandare indietro al papa la terna proposta, tra cui si sarebbe dovuto eleggere il nuovo vescovo, in quanto giudicata troppo liberale e non conforme all’orientamento della diocesi.

In realtà, la diocesi di Coira consiste in due anime diverse, in molti aspetti contrapposte tra di loro non solo per quanto riguarda le questioni ecclesiali: quella cittadina e cosmopolita di Zurigo e quella rurale-montana di Coira e del Cantone dei Grigioni.

Già ai tempi dell’annosa crisi innescatasi nella diocesi sotto la guida di mons. W. Haas, negli anni ’90 del secolo scorso, prima del suo esilio dorato creato ad hoc nel principato del Liechtenstein, si era cercato di gestire la situazione al limite del sostenibile non solo con la nomina di due ausiliari (P. Henrci e P. Vollmar), ma anche facendo risiedere il gesuita Peter Henrici a Zurigo quale vicario episcopale per la città.

Sotto la sua guida, e poi nella stagione del successore di Haas a vescovo di Coira A. Graab, si era riuscito a ristabilire un minimo di atmosfera serena nella diocesi e a trovare un certo bilanciamento tra le due regioni cittadina e rurale. Equilibrio delicato rotto quasi subito dal successore di Graab, mons. Huonder, che ha esercitato un ministero fortemente polarizzante in senso conservatore e tradizionalista.

Il grande rifiuto del Capitolo della cattedrale davanti a papa Francesco ha lasciato a quest’ultimo mano libera per procedere a una nomina di ufficio senza infrangere le regole del rapporto fra la Santa Sede i cantoni coinvolti e la Federazione elvetica. Bonnemain faceva già parte della terna sottoposta dal papa al Capitolo, e appare essere la figura adatta per cercare di preparare la sua stessa successione (ha infatti già 72 anni).

Un lavoro non facile tenendo conto del deterioramento delle relazioni nella diocesi, e della quasi completa assenza di fiducia e rispetto tra le parti in conflitto tra di loro. Bonnemain porta con sé un’ottima formazione culturale in vari settori; un’esperienza diplomatica di alto livello come membro, dal 1983 al 1991, della delegazione della Santa Sede presso l’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra; e una conoscenza fine dei rapporti Stato-Chiesa in quanto responsabile diocesano per le relazioni con gli enti e le organizzazioni coinvolti in essi. Il nuovo vescovo è apprezzato in vari ambiti e settori della diocesi, è conosciuto per la cura delle relazioni e per la sua disponibilità aperta e senza pregiudizi.

Quello di cui la Chiesa locale ha bisogno per cercare di riprendere il filo della propria storia. Non sarà un cammino facile. Nel frattempo sono state accettate dal papa le dimissioni del vescovo ausiliare M. Eleganti, contestualmente alla nomina del nuovo vescovo, anche lui personaggio polarizzante con non poche uscite discutibili – come le dure accuse al governo elvetico per le misure preventive prese per cercare di limitare la pandemia, con cui contraddisse apertamente la posizione della Conferenza episcopale svizzera.

Sembra che anche il vicario generale della diocesi, M. Gritching, abbia rassegnato le proprie dimissioni – aprendo così lo spazio, a livello di curia diocesana, per cercare di muovere i primi passi verso un primo, timido, nuovo inizio nelle comunità cristiane, tra il clero e i vari movimenti e associazioni.

Vedremo se la Chiesa di Coira mostrerà di volerlo e di esserne all’altezza – per tre anni potrà fare conto su un vescovo nominato da Francesco esclusivamente per questa ragione.

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