Urgenze della Chiesa belga

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La Chiesa in Belgio trova sempre maggiori difficoltà a far sentire la sua voce nell’ambito della società. Stiamo assistendo all’evoluzione di alcuni elementi della vita sociale che ci preoccupano e verso i quali occorre grande attenzione.

Il tema degli ospedali è in grande movimento. Il governo ha proposto di prendere in esame la possibilità di raggruppamenti regionali, in modo da offrire una migliore assistenza ai malati ed evitare che ogni ospedale debba attrezzarsi con le ultime invenzioni di macchinari, di robot e di tecniche. Ciò significa che i malati saranno trasportati da un ospedale all’altro se nella propria regione qualche ospedale è più attrezzato per particolari interventi. Ciò comporta un maggior numero di ambulanze sulle strade e una maggiore distanza per i famigliari per le visite e per stare loro vicini.

Il problema maggiore che abbiamo davanti è la “fusione” tra ospedali di ispirazione cattolica e ospedali gestiti dal governo, e dunque integrare due entità che hanno una filosofia diversa e una spiritualità diversa. Già adesso si sente dire che negli ospedali cattolici (nati spesso da congregazioni religiose) ci sono difficoltà per l’assistenza pastorale, perché si deve rispettare l’ospedale con il quale si collabora e che non ha mai avuto o che non vuole l’assistenza spirituale. In più, già da tempo gli ospedali non possono informare i parroci sulla presenza di ammalati provenienti dalle loro parrocchie.

La legge sulla privacy, seguendo le linee europee, non ci permette più di tenere liste di collaboratori o di amici se questi non mettono per iscritto il loro permesso. Questo è un problema grave per le scuole, per le parrocchie e per le associazioni. Ogni membro di un’associazione deve fornire per iscritto il permesso di far parte della lista dei membri. Ogni invito fatto per qualsiasi motivo può, in tal modo, essere sottoposto a controllo.

Il tema dell’eutanasia è di nuovo sull’agenda del governo. Con varie prospettive. Si parla di un’estenzione della legge ai minorenni, alle persone con demenza e alle persone in preda a una malattia psichica, anche se questa malattia non si presenta allo stato terminale.

Abbiamo creato un gruppo di persone, che occupano posizioni di rilievo, per riflettere e per reagire a mezzo stampa. Ma anche qui è difficile far sentire la voce dei cristiani. Articoli che abbiano come profilo la dottrina sociale della Chiesa difficilmente trovano accoglienza nella stampa ordinaria.

Non tutto è negativo però. Ci sono alcuni programmi televisivi che sono aperti ai temi della fede, come Radio Klara che dà spesso notizie di carattere religioso. Radio Maria, invece, è stata vittima della riforma del mondo delle radio, così che non si può più ascoltarla sui canali radio ordinari. Ciò obbliga la gente a comprare una nuova radio che abbia accesso a questi canali. In auto, per esempio, non si riesce più ad ascoltare Radio Maria.

 La Chiesa è impegnata in programmi forti di formazione dei laici, perché un numero sempre più grande di persone abbia una maggiore consapevolezza di cosa significhi essere cristiani. Qui possiamo registrare buoni risultati.

Nelle diocesi il numero di catecumeni adulti cresce ogni anno. Nella cattedrale di Gent, a Pasqua, abbiamo battezzato 8 persone e cresimato 20 adulti. E siamo felici di vedere il numero dei seminaristi in crescita. Due anni fa sono entrati 3 seminaristi per la diocesi di Gent, l’anno scorso di nuovo 3, e la prospettiva per settembre 2018 è di altri tre. Confidandoci tra noi, diciamo che Dio esiste davvero!

Come vedete, stiamo dando la massima attenzione alle case di cura e agli ospedali, e pure all’educazione. La religione nelle scuole occupa gran parte della nostra attenzione. Vogliamo che la gente capisca il senso della vita cristiana, che trovino la via per incontrare Cristo e per farlo conoscere al mondo.

Mons. Luc Van Looy è vescovo di Gent in Belgio (qui il sito ufficiale della diocesi).

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