L’Australia continua a bruciare

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Il WWF ha parlato di “apocalisse”, i servizi giornalistici confermavano un mese fa con le immagini aeree e a terra, ma non è finita, perché l’Australia sta ancora bruciando con focolai che si moltiplicano, quotidianamente.

Una tragedia che si consuma proprio nei giorni dell’incontro di Davos dove il presidente Trump si è permesso – scusate – di lanciare strali contro gli ambientalisti (certo non sono repubblicani di sicuro… e la campagna elettorale è in corso) accusandoli di vedere troppo nero, e quindi di essere inaffidabili. Il fatto che il meeting di Davos quest’anno fosse dedicato proprio all’ambiente e ai cambiamenti climatici non sfiorava neppure lontanamente il presidente che, con tutta evidenza, non ha mancato ancora una volta di parlare fuori dal coro.

Ma, a differenza di altri discorsi, questa volta Trump si è trovato tra i piedi una ragazzina che farebbe tremare ben altri, non certo lui, la svedese di 16 anni Greta Thunberg, che non mai fatto cenno ai negazionisti per continuare invece la sua battaglia a favore del pianeta e ha parlato a Davos in un incontro promosso dal New York Times:

«Mi chiedo cosa direte ai vostri figli, quale motivo darete loro per aver fallito, come gli spiegherete di averli lasciati consapevolmente di fronte a un tale caos climatico? Gli direte che non andava bene per l’economia? Che non era conveniente e che quindi avete deciso di rinunciare all’idea di garantire loro una vita futura senza nemmeno provarci?… Un anno fa sono venuta a Davos e vi ho detto che la nostra casa è in fiamme. Ho detto che volevo vi facesse prendere dal panico. Mi hanno avvertito che dire alla gente di farsi prendere dal panico per la crisi climatica è una cosa molto pericolosa. Ma non preoccupatevi. Va bene così».

Greta sa bene che esistono zone del pianeta davvero in fiamme, reali, come l’Australia, per fare un esempio. Dove il fuoco sta divorando ettari di bosco grazie alle temperature che sfiorano i 40°C, un effetto del cambiamento climatico come lo scorso anno era accaduto in California.

Un’Apocalisse, nella zona del Nuovo Galles del Sud, da quasi un miliardo di animali selvatici uccisi tra cui almeno 8 mila koala, milioni di ettari di terra andati in fumo, decine di persone decedute, migliaia e migliaia quelle evacuate: un danno ambientale ed ecologico incalcolabile che la 50ª edizione del World Economic Forum può solo registrare da lontano.

A Charleston, la cittadina alle porte di Adelaide, le colline sono ormai colorate di nero per via della fuliggine che le attanaglia e nel parco nazionale di Crowdy Bay sono bruciati più di 12 ettari di bosco, mentre a Lobethal i vigneti sono in fumo.

«Ovviamente non ci sono tutte le soluzioni nelle società di oggi – ha detto Greta il primo giorno del Forum –. Né abbiamo il tempo di aspettare che nuove soluzioni tecnologiche diventino disponibili per iniziare a ridurre drasticamente le nostre emissioni. Quindi, ovviamente, la transizione non sarà facile. Sarà difficile. E a meno che non iniziamo ad affrontarla ora insieme, con tutte le carte sul tavolo, non saremo in grado di risolverla in tempo. Nei giorni precedenti il 50° anniversario del primo World Economic Forum, mi sono unita a un gruppo di attivisti sul clima che chiedono a voi, ai leader più potenti e influenti del mondo, di iniziare ad agire».

Agire, ma come? I problemi sul tappeto, anche nostro italiano, sono tanti e vanno dall’attività dei negazionisti (che ci sono sempre e sono attivissimi nel ribattere anche sui social con i “poveri” discorsi usati anche dal Presidente), fino al cosa fare realmente (ridurre le emissioni di CO2 è possibile, cominciamo dai combustibili fossili…), ma niente si potrà ottenere se non si sconfigge lo scetticismo di quanti, poverini, sono ancora convinti che il problema semplicemente non esista e sia solo una fissa di tanti sì, ma dalla mente oscurata dal pessimismo.

Un terzo del continente australiano in fiamme? Sarà colpa di qualche piromane locale… Andiamolo a dire ai pompieri di laggiù, che non riescono a spegnere i roghi per le temperature fuori dal normale.

E intanto noi che si fa? Certo si continua a mettersi in auto, ignorando ogni controindicazione come pure illuminiamo le nostre case oltre il reale fabbisogno. Prenotiamo viaggi aerei solo per vacanza senza preoccuparci di quanto sia sostenibile la compagnia in questione… e soprattutto continuiamo a scaldarci come se niente fosse, magari usiamo pure stufe a legna senza aver controllato la funzionalità del camino… per arrivare ai rifiuti che mezza Italia lascia fuori dai cassonetti ignorando la differenziata.

Le cose da fare per ridurre le emissioni di gas serra sarebbero tante, ma ben mirate e alla portata di tutti. La prima è molto semplice: guardiamo all’Australia e a cosa succede laggiù. Se mi dite che il problema non esiste…

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