Corrispondenza

di:
cultura

Silvestro Lega, La lettera.

Sono leggeri solo in apparenza i biglietti e le cartoline che giungono a casa in occasione di festività e ricorrenze. Contengono il peso di corpi che si sono mossi a scrivere, rileggere, correggere. Corpi di chi ha scelto la carta su cui stendere frasi e a volte anche la penna o il francobollo più adatti. Hanno la consistenza di gestazioni maturate tra le pieghe di ricordi, di dolori e di attese desiderate.

Sono a volte gravati o gravidi di pensieri capaci di spostare cose e persone. Robustamente combattono contro un disuso motivato da ritardi postali e dalla moderna abitudine mediatica. Resistono alle intemperie di una stagione dalla scarsa offerta di cartolerie pregiate e alla distribuzione di prodotti seriali con frasi predisposte e immagini “pop”. Utili solo per chi vive frettolosamente la delicata esperienza della corrispondenza, l’importante relazione che vuole ascolto reciproco, risposte meditate, parole e immagini con cui esprimere vissuti.

Chi prega con fede ne sa qualcosa: conosce i tempi del dialogo con Dio e lo scambio personalissimo che lì avviene. Sa che gli intervalli temporali di questo misteriosa corrispondenza possono essere lunghi ma che un riconoscimento sorprendente appaga le attese.

La letteratura apostolica epistolare è un riferimento non secondario per dire la modalità con cui è inviata la Parola di Dio. Le lettere paoline ci illuminano e insegnano la creatività dello Spirito, vero maestro di poesia visiva che stimola illustrazioni e missive dai caratteri speciali. Corrispondere al disegno di Dio su ciascuno e sulle comunità richiede un silenzio che si esercita anche scrivendo a chi ci è caro.

Silenzio indispensabile per riordinare idee, selezionare frasi e parole adatte, cogliere ed esprimere con la calma dovuta quel che veramente sentiamo. A chi scrive un biglietto per mera compiacenza bastano slogan precostituiti. Più difficile la ricerca di espressioni realmente comunicative. Non a caso, più volte, in occasione di feste o lutti ricorre il “non so cosa scrivere…”.

Un piccolo archivio casalingo personale contiene sia la posta ricevuta sia quella da scrivere o spedire. Lettere, biglietti e cartoline sono sempre più rari ma grande è il piacere di riceverli. Commovente la puntualità con cui me li invia un caro amico d’infanzia lievemente disabile; una scrittura incerta, qualche espressione convenzionale, ma sempre “sul pezzo” per anniversari e festività. Che gioia aprire quelle buste!

Cartoline pregiate (molto belle quelle nei book shop dei nostri musei) aiutano ad accompagnare espressioni e corrispondono a vissuti esprimibili non solo a parole. Lo sanno gli artisti che hanno spedito biglietti e cartoline personalizzate poi ricercate da studiosi per meglio definire il loro stile. Appaiono in bacheche di mostre dedicate a personalità e movimenti. A volte sono arricchiti da schizzi e disegni: bellissimi e affiancati da frasi ironiche e giocose quelle che l’artista Alberto Savinio inviava a sua moglie Maria.

Un delizioso libro edito da Sellerio nel 1987 è arricchito da queste illustrazioni (MARIA SAVINIO, Con Savinio. Ricordi e lettere). Le mail e gli sms forse impediranno raccolte di epistolari un tempo diffusi e ancora preziosi per chi studia le relazioni.

La storica dell’arte Laura Picchio Lechi ha recentemente ricostruito l’interessante vicenda collezionistica di un quadro famosissimo (Lo sposalizio della Vergine di Raffaello; cf. SettimanaNews, qui) avvalendosi delle lettere in archivi privati. Tale quadro, dal 1806 ad oggi ammirato a Milano alla Pinacoteca di Brera, percorse l’Italia di fine ‘700 dalla località umbra dove fu eseguito per una chiesa locale (Città di Castello, Chiesa di San Francesco, 1503) fino all’attuale Lombardia.

Grazie a carteggi dissepolti e accurato studio dell’opera scopriamo che alle spalle dell’armoniosa immagine di nozze sacre si nasconde una storia di guerre tra famiglie e fazioni politiche. Forse è anche ciò che accade in molti matrimoni, alcuni dei quali sanno reggere nonostante gravose liti parentali.

Come – in qualche modo… – è capitato ai noti soggetti dello splendido quadro di Raffaello. Chi volesse accompagnare con un bel biglietto il dono agli sposi, in questa stagione di matrimoni, potrebbe averne spunto per un augurio che certo non sarà convenzionale e avrà un peso speciale: quello di far gioire chi riceve parole di solidarietà, conforto, incoraggiamento.

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