Raimondo Lullo e la roboetica

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Perché papa Francesco incontra il presidente di Microsoft, Brad Smith, a Santa Marta? Perché la Pontificia Accademia per la vita parlerà di roboetica il 25 e 26 febbraio 2019 e di intelligenza artificiale nell’assemblea del 2020? E perché Accademia e Microsoft annunciano un premio per una tesi di dottorato sul tema delle intelligenze artificiali e della vita?

Tecnica combinatoria, Gutenberg e telescopio

La risposta ha due aspetti teorici e uno fatto di rapporti interpersonali. Ma ha anche un interessante risvolto «umanistico» e «scientifico». Conviene partire da qui. Cosa fa e dove va il presidente e il vertice di una delle aziende più tecnologiche del pianeta dopo avere incontrato papa Francesco e mons. Vincenzo Paglia? Il gruppo si dirige verso la Biblioteca apostolica vaticana, sotto la guida del prof. padre Paolo Benanti, docente alla Gregoriana.

CombinatoriaE padre Benanti ha proposto un viaggio simbolico attraverso alcuni reperti lì conservati che rappresentano snodi importanti verso la modernità: l’Ars Magna di Raimondo Lullo che, con la sua tecnica combinatoria, è la radice profonda dell’attuale computer, e fa del grande intellettuale catalano una delle voci più originali e influenti del medioevo europeo; una copia della Bibbia di Gutenberg, primo esempio di una separazione tra testo e pagina, tra l’informazione e il suo supporto che oggi troviamo in maniera globale nei testi digitali.

Infine, i visitatori hanno visionato alcuni manoscritti di Galileo Galilei che testimoniano un passaggio d’epoca prodotto da uno strumento tecnologico, il telescopio, che si mostra analogo a quello prodotto oggi dalle intelligenze artificiali.

Il vertice del sapere umanistico e scientifico del medioevo e del mondo moderno sotto gli occhi di alcuni dei più grandi esperti di intelligenza artificiale di oggi. Come se i maestri diventassero discepoli e i novatori eredi.

E veniamo agli aspetti teorici.

Il primo aspetto teorico si esprime così: l’Accademia per la vita si occupa di tematiche naïve (direbbero i critici oltranzisti) come roboetica e intelligenza artificiale, su esplicito mandato del papa.

Nella lettera per i 25 anni della Pontificia Accademia – intitolata Humana communitas – papa Francesco lo dice chiaramente: «Un ulteriore fronte su cui occorre sviluppare la riflessione è quello delle nuove tecnologie oggi definite “emergenti e convergenti”. Esse includono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica. Avvalendosi dei risultati ottenuti dalla fisica, dalla genetica e dalle neuroscienze, come pure della capacità di calcolo di macchine sempre più potenti, è oggi possibile intervenire molto profondamente nella materia vivente. Anche il corpo umano è suscettibile di interventi tali che possono modificare non solo le sue funzioni e prestazioni, ma anche le sue modalità di relazione, sul piano personale e sociale, esponendolo sempre più alle logiche del mercato. Occorre quindi anzitutto comprendere le trasformazioni epocali che si annunciano su queste nuove frontiere, per individuare come orientarle al servizio della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca dignità. Un compito assai esigente, data la complessità e l’incertezza sugli sviluppi possibili, che richiede un discernimento ancora più attento di quanto è abitualmente auspicabile».

Declinare il globale

Il secondo aspetto teorico: siamo di fronte ad un «allargamento» delle tematiche di bioetica classica per un approccio di Global Bioethics. Cioè a dire, occuparsi delle condizioni di vita, della qualità della vita, di cosa accade nelle diverse fasi o stadi della vita non solo di chi deve nascere ma anche di chi è già nato; e occuparsi dell’ambiente in cui l’umanità vive, perché rispettare l’ambiente e non sfruttarlo indiscriminatamente rende possibile l’esistenza sul nostro pianeta.

In questo senso la Global Bioethics intercetta la dottrina sociale e dà origine ad una visione ecclesiale articolata, in dialogo reale e concreto con le istanze più aggiornate delle discipline scientifiche.

Sul piano dei rapporti interpersonali, l’incontro tra Brad Smith e il papa ha prodotto una sintonia di grande interesse. È interessante notare come i vertici di una multinazionale, il cui intento certamente è realizzare profitti, siano attenti ai risvolti sociali ed etici del loro impegno.

Smith e il papa hanno convenuto sulla responsabilità sociale dei soggetti coinvolti nel mondo del lavoro; papa Francesco ha avuto parole di apprezzamento per i progetti sociali di Microsoft. Sapeva, tra l’altro, che Smith, come avvocato, ha una lunga esperienza nel campo della tutela dei diritti dei minori migranti negli USA da 25 anni; ben prima che il problema esplodesse come oggi.

La macchina e il dubbio

Dunque, va tutto bene? Dunque, dobbiamo essere ottimisti?

L’ottimismo nasce dall’alleanza tra i fatti di ieri e le possibilità di oggi. E ritorniamo allora alla Biblioteca Apostolica, ai suoi oggetti che rappresentano gli snodi di cambiamenti sociali e culturali, da mettere a confronto o in dialogo con il cambiamento portato dall’intelligenza artificiale. Padre Benanti lo esprime così: «Dobbiamo stabilire un linguaggio che sappia tradurre il valore morale in un qualcosa di computabile per la macchina. La percezione del valore etico è una capacità puramente umana. La capacità di lavorare dei valori numerici è invece l’abilità della macchina. L’algor-etica nasce se siamo in grado di trasformare in qualcosa di computabile il valore morale. Ma nella relazione tra uomo e macchina il vero conoscitore e portatore di valore è la parte umana. La dignità umana e i diritti umani ci dicono che è l’uomo da proteggere nella relazione tra uomo in macchina. Questa evidenza ci fornisce l’imperativo etico fondamentale per la macchina sapiens: “dubita di te stessa”. Dobbiamo mettere in grado la macchina di avere un certo senso di incertezza. Tutte le volte che la macchina non sa se sta tutelando con certezza il valore umano deve richiedere l’azione dell’uomo».

Il 13 febbraio la voce dell’etica ha risuonato nelle stanze di Seattle.

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