Sale della comunità. Istruzioni per l’uso

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ACEC - Associazione cattolica esercenti cinem

ACEC – Associazione cattolica esercenti cinema

Chi svolge un’attività nelle Sale della comunità più di qualche volta avrà desiderato di poter consultare una sorta di “vademecum” per un’efficace e corretta gestione della sala. La mini collana “SDC E…” promossa da ACEC (Effatà editrice), incontra l’esigenza di avere a disposizione uno strumento operativo e organizzativo per la propria attività culturale e pastorale.

La presentazione della collana è avvenuta nel cuore delle Giornate delle Sale della Comunità – gli SdCdays –, sabato 10 giugno, nel chiostro maggiore di San Francesco, nel meraviglioso centro storico di Ascoli.

I 5 volumetti incorniciano le linee di tendenza odierne delle sale ACEC.

Senza la pretesa di costituire un manuale esaustivo, la raccolta di cinque volumi offre a chi opera nelle sale una preziosa occasione formativa sul piano teorico e pratico: da un lato, avanza riflessioni sul ruolo e l’identità della sala, tra passato, presente e futuro, dall’altro, suggerisce strategie di programmazione, comunicazione e promozione delle attività. Ciascuno dei cinque testi, disponibili sia in formato cartaceo che e-book, è dedicato a quelli che potremmo definire gli “astri” che compongono la costellazione della Sala della comunità: la Chiesa, il teatro, il cinema, la fede e il futuro.

«I contributi, partendo da approcci diversi ma complementari – spiega Francesco Giraldo, curatore della serie –, testimoniano come la Sala della comunità prima che uno spazio fisico sia uno spazio mentale, sociologico, filosofico. È il luogo in cui nasce la “communitas”, è un ambiente di confronto, una soglia tra la vita ecclesiastica e l’esterno». In questo senso – prosegue Giraldo – sembra davvero calzante il concetto di “limen” (“confine”) che, mentre delimita il campo, apre verso orizzonti sconosciuti».

SDC e… Chiesa

SDC e teatroApre la collana il saggio di Salvatore Alletto, che ripercorre la storia delle sale parrocchiali dalle origini ad oggi, a partire dall’indissolubile legame tra Chiesa e diffusione dell’arte cinematografica in Italia. In questa storia, alla fine degli anni Quaranta, si inserisce ACEC che, dalla funzione iniziale di coordinamento e consulenza amministrativa, ha nel tempo assunto l’impegno di una promozione pastorale ed educativa.

Alletto evidenzia che la nuova denominazione – Sale della comunità  –supera il concetto di sala cinematografica ricreativa e inaugura un luogo aperto, di incontro e di dialogo, di cultura e impegno, in cui anche gli estranei all’esperienza religiosa possono riconoscersi. La sala inizia a rispondere ad un «progetto innovativo di Chiesa e di annuncio, volto a chi non è credente, a chi si sta introducendo nel cammino di fede e a chi già sta approfondendo il suo essere credente».

SDC e… teatro

SDC e ChiesaÈ il teatro il protagonista del secondo volume, con la penna di Tiziana Vox, che si presenta fin da subito non solo come luogo fisico di rappresentazione, ma ancor prima come esperienza di incontro fra attori e spettatori: il teatro richiede la loro com-presenza, la prossimità, e innesca un processo di formazione reciproca, di condivisione del sentimento di far parte di un avvenimento.

Se la prima parte del volume si interroga sul ruolo del teatro come espressione culturale in una prospettiva storica ed estetica, l’autrice procede con un approccio più pragmatico, spiegando come per ogni sala sia necessario mantenere una fisionomia chiara – per adempiere alla propria missione pastorale e culturale – ma, al contempo, essere accogliente, aperta al nuovo, proporre un cartellone accessibile. Seguono interessanti indicazioni per la programmazione teatrale, proposte volte a qualificare la sala e, infine, vere e proprie strategie comunicative e commerciali.

L’ultima parte del volume riporta gli obblighi pratici e i riferimenti normativi principali relativi all’attività teatrale (il diritto d’autore, il certificato di agibilità, la copertura assicurativa).

SDC e… cinema

SDC e cinemaNel terzo scritto della collana, Arianna Prevedello esplora la potenzialità delle Sale della comunità nel promuovere o accompagnare percorsi di crescita umana e spirituale grazie al cinema.

Tale sostegno – spiega l’autrice – giunge sempre più da pellicole totalmente “laiche”: «il viaggio degli uomini e delle donne verso Dio si appropria anche di mezzi e sentieri istituzionalmente non religiosi, ma non meno autorevoli». Si inseriscono nel testo citazioni di film capaci di interpellare lo spettatore, di generare emozioni e sentimenti che aprono al dinamismo, alla ricerca, alla presenza di Dio nella piena umanità.

Un filo rosso percorre tutto il saggio di Prevedello: a giocare un ruolo essenziale nella programmazione cinematografica non è solo il film proiettato, ma i modi con cui è scelto, presentato e comunicato, nonché l’esperienza stessa della fruizione all’interno della sala.

Infine, in un’appendice che è frutto di consolidata esperienza dell’autrice, vengono messi a punto consigli pratici e buone regole per un atteggiamento consapevole e fruttuoso nel contesto dell’animazione cinematografica.

SDC e… fede

SDC e fedeLa riflessione sulla fruizione artistica nelle Sale della comunità prosegue con il volume di Marco Sanavio, nella quale viene fin da subito sottolineato come sia la percezione a creare l’impatto nello spettatore e non il prodotto stesso. L’esperienza della fruizione comunitaria in una sala comporta il vivere processi di appropriazione e crescita di tipo “immersivo”, che coinvolge la mente e il corpo con tutti i sensi, superando la pura trasmissione logica dei contenuti. La sala possiede allora una grande potenzialità: può caratterizzarsi come luogo all’interno del quale spiritualità ed evangelizzazione si coniugano e comunicano con linguaggi contemporanei, incarnati nella complessità delle vicende umane.

Ecco che l’estetica – sostenuta dalle dimensioni di fidelizzazione e fiducia – può diventare – secondo Sanavio – una via d’accesso privilegiata per mettere a tema problemi, sentimenti, dinamiche del quotidiano e far intraprendere percorsi di iniziazione cristiana. Si espongono quindi, nella parte finale del volume, alcune indicazioni per chi si appresta a proporre tali iniziative, che non sostituiscono né ricalcano la catechesi, ma la affiancano.

SDC e… futuro

SDC e fedeNell’epoca della continua dissoluzione di punti fermi e dell’incessante rivoluzione tecnologica, viene spontaneo chiedersi cosa ne sarà “domani” della Sala della comunità. Avanza una risposta il volume di Francesco Giraldo, che chiude la collana, interrogandosi anzitutto sul rapporto tra la sala e la post-modernità. In una società segnata da pluralismo, indifferenza e complessità, la sala si delinea come una «cartina tornasole», che rimanda l’immagine di una comunità ecclesiale vitale e dinamica. Essa non propone un’evangelizzazione imposta dall’alto, non fa propaganda della Chiesa, ma accoglie i nuovi paradigmi e i paradossi del nostro tempo.

La sfida è chiara, secondo Giraldo: la sala deve rimanere ancorata al suo territorio e, allo stesso tempo, evolversi, essere coraggiosamente aperta al nuovo e disponibile al confronto autentico. Se i cambiamenti e le innovazioni avviate da papa Francesco devono essere coltivate e testimoniate nelle piccole realtà, alla sala viene chiesto di essere “Chiesa” che – attraverso il cinema, il teatro, la musica – esplora domande inedite, per trasformare il disagio in un’apertura di senso.

In questo saggio, così come in tutti gli altri, si riprendono quei documenti ecclesiastici che hanno man mano definito l’identità della Sala della comunità: testi che – nel futuro già presente – continuano a sollecitare il lettore ad interrogarsi su ciò che accade oggi nelle sale e a chiedersi quale sia l’orizzonte del proprio agire.

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