Università Cattolica: coltivare l’inquietudine

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Intervento dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini in occasione delle celebrazioni per il centenario della fondazione dell’Università Cattolica.

L’indirizzo del gradimento e quello dell’inquietudine

La responsabilità di essere presidente del Comitato di Indirizzo dell’Istituto Giuseppe Toniolo mi suggerisce la parole di augurio e di saluto, in questo momento per tanti aspetti straordinario. Questo momento è straordinario perché sono straordinarie le condizioni in cui celebriamo l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Questo momento è straordinario, soprattutto, perché viviamo l’anno centenario della fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Questo momento è straordinario perché la ricorrenza centenaria è celebrata con la presenza del Presidente della Repubblica, on. Prof. Sergio Mattarella. L’istituto Giuseppe Toniolo ha, tra l’altro, il compito di offrire l’indirizzo alla attività della Università Cattolica del Sacro Cuore.

Questo concetto di offrire l’indirizzo è certamente evoluto in questi cent’anni. All’inizio l’indirizzo offerto orientava l’università a entrare nella cultura italiana per conferire un ruolo ai cattolici e all’insegnamento della Chiesa. Il presupposto era quindi che ci fosse un corpo dottrinale organico che doveva ispirare la ricerca scientifica e l’insegnamento accademico. La dinamica poteva essere intesa come un’operazione di deduzione e di mediazione per una cultura cattolicamente ispirata.

Questi cento anni con l’evoluzione impressionante dell’Ateneo quanto a numeri di iscritti, quanto a assunzione di prestigio e a produzione scientifica suggerisce che il Toniolo deve svolgere la sua funzione non tanto con un ruolo di vigilanza, ma con un ruolo di incoraggiamento e di coscienza critica. C’è dunque un criterio che potremmo chiamare “indirizzo del gradimento”: è importante che l’Università Cattolica sia “gradita”. L’espressione molto generica allude a tutto quanto la può rendere attrattiva per docenti e studenti.

Per essere gradita l’Università deve offrire la qualità desiderabile di produzione scientifica e di abilitazione di competenze per favorire la collocazione occupazionale dei suoi laureati. Per essere gradita deve coltivare quegli ambiti di ricerca che possono trovare finanziamenti e che possa corrispondere alle attese del momento. Per essere gradita deve offrire le condizioni logistiche e burocratiche che favoriscano la vita, la studio, le relazioni degli studenti.

Ma c’è anche un altro criterio che potremmo chiamare “indirizzo dell’inquietudine”: è importante che l’Università Cattolica sia inquieta. L’espressione molto allusiva indica quell’atteggiamento tipico del cristiano che è cittadino del mondo e quindi si inserisce con simpatia ed efficienza nella vita ordinaria, ma insieme è pellegrino sulla terra e ha criteri di giudizio che fanno riferimento a una sapienza più alta e uno stile di vita coerente.

L’inquietudine significa che i successi mondani non sono mai il criterio decisivo, perché il criterio decisivo è la parola del Vangelo. L’inquietudine significa che l’impegno non si può esaurire nel conseguire risultati, perché deve essere orientato a una missione da portare a compimento. L’inquietudine significa che il gradimento è ambiguo e che non si deve temere l’impopolarità in nome della verità di cui siamo testimoni.

L’inquietudine significa che gli ambiti di ricerca non possono essere solo quelli che “soddisfano i clienti”, ma devono essere quelli che aprono orizzonti, che inquietano i gli studenti e i docenti, che spingono la ricerca verso la comprensione di un umanesimo cristiano e la sua praticabilità nei diversi ambiti del vivere.

L’inquietudine significa che i cristiani non sono mai soddisfatti delle loro opere, non perché sono di natura scontenti, ma perché la verità è ancora oltre quello che i libri contengono, la felicità è ancora oltre quello che le mete raggiunte promettono, la fraternità universale è ancora oltre quello che nella società si realizza. Perciò offro il mio saluto e il mio augurio per questa occasione del centenario e mi permetto di offrire il mio indirizzo: che si possa insieme perseguire il gradimento e perseverare nell’inquietudine.

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