L’Europa e la sua ombra

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martini

Nell’aula magna dell’Università Bicocca di Milano le parole del cardinale Carlo Maria Martini interrogano sul futuro dell’Europa. In un incontro intitolato “L’Europa e la sua ombra. Un continente di fronte alla responsabilità del futuro”, Giorgia Serughetti, studiosa delle democrazie contemporanee, e Gilles Gressani, presidente del Groupe d’études géopolitiques e fondatore della rivista le Grand Continent, hanno mosso le loro riflessioni a partire da alcuni testi del cardinale.[1]

L’occasione è stata la quarta edizione della Martini Lecture, che ogni anno si propone di attualizzare il pensiero di Martini a partire dalla lettura di alcuni suoi testi da parte di studiosi o di personalità investite di responsabilità nella società civile.

Quest’anno il tema era l’Europa, cui Martini ha sempre rivolto uno sguardo attento e partecipe, soprattutto negli anni in cui fu presidente dei vescovi europei dal 1986 al 1993. Come ricordato nelle parole introduttive, infatti, sebbene il mondo sia cambiato negli ultimi decenni, alcune intuizioni martiniane sull’Europa appaiono quanto mai attuali e possono ispirare le nostre scelte di oggi, prima tra tutte il riconoscimento del valore della radice plurale dell’Europa stessa.

Serughetti e Gressani concordano nell’individuare un quindicennio di crisi dell’espansione dell’integrazione europea, iniziato nei primi anni 2000, in particolare con il fallimento dell’istituzione di una Costituzione europea nel 2005, e chiusosi con il referendum su Brexit nel 2016.

L’Europa appariva instradata verso un lento, ma inesorabile declino; la costruzione europea si era fatta «sterile, fredda, austera» come dice Gressani. Negli ultimi anni, invece, l’orizzonte è cambiato, per due ordini di motivi.

Serughetti pone l’accento sull’amore per l’Europa che accomuna chi vive fuori dai suoi confini: «Oggi che la casa comune esiste – sostiene Serughetti – l’entusiasmo vive fuori dai suoi confini, dove essa finisce. Vive nei paesi candidati all’adesione all’Unione Europea […] Vive tra coloro che fuggono dai propri paesi, o li lasciano perché costretti dalla mancanza di futuro, e guardano a questa terra come a un luogo di speranza».

Gressani, diversamente, prende atto del fatto che, nonostante l’Unione Europa apparisse moribonda nel 2016, i governi nazionali hanno continuato ad aggrapparvisi, soprattutto in risposta alla pandemia e all’invasione russa dell’Ucraina. Ricordando le parole di Mario Draghi, Gressani ricorda come l’Europa sia capace di resistere come un calabrone, ovvero come «un mistero della natura, che non potrebbe volare, eppure vola».

Qui il bivio che l’Europa si trova innanzi, anche nella concretezza delle elezioni europee del 2024 come ricordato da Beda Romano, corrispondente del Sole 24 ore da Bruxelles e moderatore dell’incontro.

Dopo Brexit tutti i governi e i partiti rilevanti, anche i sovranisti, hanno abbandonato il progetto politico del “leave” ovvero dell’uscita dall’euro.

I conservatori, fino ad allora tendenzialmente scettici nei confronti dei processi di integrazione, stanno oggi compiendo una trasformazione ideologica costruendo una narrazione nuova, fondata su un’idea di Europa escludente ed esclusiva, rappresentata come un giardino circondato da una giungla, secondo la descrizione di Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri.

Questa narrazione rappresenta l’Europa come bianca e trova nel cristianesimo alcuni simboli identitari e transnazionali, capaci di creare un patrimonio simbolico comune dalla Spagna alla Polonia, come la celebrazione della Battaglia di Lepanto o delle Crociate.

Alternativa a questa narrazione si attesta la visione di Martini di un’Europa come “casa comune”: una casa con molte stanze, ovvero composta da molte culture e diverse forme di governo, e una casa dalle molte finestre, ovvero affacciata e aperta allo scambio di doni con il resto del mondo.

Occorre – secondo Martini – non difendere i valori, ma ripartire dal Vangelo, secondo una frase più volte citata durante la discussione da Gressani. Ossia occorre fissare alcune «condizioni minime di integrabilità e i modi per assicurarla con un lavoro educativo in tutti coloro che vengono in grande numero a fare parte della nostra famiglia e della nostra casa comune. Dobbiamo stabilire quali sono le regole minime della casa che tutti devono osservare, entrando a farne parte. In caso contrario, non avremo una casa, ma un caos. Si tratta anche di un lavoro di elevazione morale e civile. Il tema è difficile e però sarebbe ingiusto e disonesto non considerarlo».

In quest’ottica, l’immigrazione rappresenta una sfida profetica. Laddove la narrazione conservatrice attinge dalla simbologia cristiana per difendere l’Europa bianca e cristiana, Gressani rileva come l’istituzione Chiesa cattolica oggi non si stia prestando alla strumentalizzazione, ma anzi sembri opporsi, nelle opere e spesso anche nelle dichiarazioni, a questo “sovranismo feticista”. Queste le due strade che l’Unione si trova davanti.

Gressani ha concluso il suo intervento con tre riflessioni profondamente martiniane.

La prima: il riconoscimento del ruolo della Parola e della Scrittura nel futuro dell’Europa, un concetto che riprende l’auspicio di Martini, ricordato da p. Carlo Casalone nell’introduzione, che la Bibbia possa diventare libro educativo per l’Europa.

La seconda: sul ruolo della Chiesa come istituzioni globale, per sua natura transnazionale, capace di proporre una concezione del creato alternativa a quella eurocentrica e capitalista di semplice risorsa da sfruttare.

La terza: letteralmente una citazione di Martini dopo gli attentati del 2001, ovvero la fiducia che «la vita vincerà la morte, la giustizia vincerà l’ingiustizia, la verità e la pace vinceranno sulla violenza e sulla guerra»

La Martini Lecture Bicocca si è tenuta il 24 maggio 2023 nell’Auditorium dell’Università degli studi di Milano-Bicocca ed è stata proposta dal Centro pastorale “C.M. Martini” in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e la Fondazione Carlo Maria Martini, patrocinata dalla diocesi di Milano.

  • I testi degli interventi sono raccolti nel volume della collana “Martini Lecture” dal titolo L’Europa e la sua ombra. Un continente di fronte alla responsabilità del futuro (Bompiani, pp. 112 pagine, € 12,00).

[1] I testi sono pubblicati nei volumi dell’Opera Omnia curata dalla Fondazione Carlo Maria Martini, in particolare: Le cattedre dei non credenti (Bompiani, 2015), Giustizia, etica e politica nella città (Bompiani, 2017) e Farsi prossimo con gli ultimi (Bompiani, 2021).

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