Parlamento UE: contro Cirillo e Porfirio

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censura cirillo

Decisamente inabituale è la censura del Parlamento europeo verso due figure ecclesiali di spicco nell’Ortodossia slava: il patriarca Porfirio con la sua Chiesa serba e Cirillo di Mosca.

Nell’ambito di un ampio rapporto di 75 pagine a stampa (8 marzo) della Commissione speciale sull’ingerenza straniera nei processi democratici dell’Unione Europea, compresa la disinformazione, al numero 121 si legge «si condanna le azioni della Russa volte ad alimentare le tensioni etniche nei Balcani occidentali al fine di attizzare conflitti e divisioni  nelle comunità. Ciò potrebbe condurre a una destabilizzazione dell’insieme della regione. (La commissione) si inquieta del fatto che la Chiesa ortodossa, in paesi come la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina, e in particolare nella Repubblica serba, tenti di presentare la Russia come protettrice dei valori familiari tradizionali e di rafforzare le relazioni fra lo stato e la Chiesa. Giudica allarmante il fatto che l’Ungheria e la Serbia siano a servizio degli obiettivi geopolitici di Cina e Russia; raccomanda di aprire dialoghi con la società civile e i settori privati dei Balcani occidentali per coordinare gli sforzi contro la disinformazione nella regione, mettendo l’accento sulla ricerca e l’analisi e integrando gli esperti della regione».

Aspra risposta

Immediata la reazione del patriarcato serbo. «Il richiamo totalmente ingiustificato alla Chiesa ortodossa serba nella risoluzione del Parlamento europeo sull’“ingerenza straniera nei processi democratici dell’Unione Europea, compresa la disinformazione”,  basata unicamente su radicati pregiudizi storici e stereotipi tendenziosi, non è per noi sorprendente, ma profondamente scorante. Affidare alla Chiesa ortodossa serba un ruolo di causazione delle “tensioni etniche nei Balcani occidentali con fine di attizzare i conflitti e di dividere le comunità” è totalmente contrario all’impegno della Chiesa nella sua vita quotidiana. Rigettiamo con fermezza una simile attitudine».

L’affermazione del Parlamento trasmette per riflesso un’immagine dell’Unione non conforme ai suoi valori di riferimento, di giustizia e libertà. «Siamo obbligati a chiarire la sorprendente collocazione in senso negativo della protezione dei valori familiari della tradizione, che la Chiesa serba difende allo stesso titolo della Chiesa ortodossa russa, come tutte le altre Chiese ortodosse locali senza eccezione alcuna, come del resto la Chiesa cattolica e alcune delle Chiese protestanti».

«La Chiesa nel suo essere e nelle sue attività sociali, non è né conservatrice né liberale. Non custodisce il tradizionale sistema di valori perché essa è antica, e tanto meno si precipita per accettare un nuovo approccio all’uomo e all’ambiente in cui vive, solo per il fatto che è nuovo. Al contrario, con il suo sistema di valori evangelici e cristocentrici, la Chiesa, indipendentemente dal tempo e dallo spazio, è sempre contemporanea».

Quanto poi all’accenno circa il rapporto con lo stato, «chiunque si interessa alla questione sa che la Chiesa ortodossa serba è inserita, ben regolamentata da leggi specifiche, nel paese ed esercita la sua missione riferendosi al principio della separazione cooperativa fra la Chiesa e lo stato». «Non c’è e non può esserci influenza, né dell’Oriente né dell’Occidente, nelle questioni di fondo sulla pace e la coesistenza che sono al centro dell’interesse, del lavoro e dell’impegno della Chiesa ortodossa serba».

Le diffidenze e i perché

La vicinanza di Porfirio e della sua Chiesa all’attuale governo conservatore e alla sua scelta di sottrarsi alle sanzioni europee alla Russia, il silenzio vistoso sulla giustificazione teologica di Cirillo nella guerra all’Ucraina, l’immediata pretesa legislativa in ordine ai valori familiari tradizionali e il loro utilizzo in senso anti-europeista rendono giustificabile  la diffidenza del Parlamento europeo nei confronti delle Chiese ortodosse slave.

Il Parlamento tuttavia, con le varie istituzioni europee, ha snobbato il ruolo pubblico delle Chiese, ignorato gli insistenti appelli alla difesa  dei credenti e dei cristiani nelle persecuzioni. Si è mostrato spesso incapace di avvertire la diversità delle teologie sottostanti alle posizioni sociali delle Chiese e di sottrarsi al pregiudizio di affidare la realtà ecclesiale al semplice passatismo.

Le contrapposte posizioni testimoniano tuttavia il profondo cambiamento di prospettive che la guerra di aggressione russa in Ucraina sta procurando.

La guerra e l’Anticristo

Ben più severa la posizione dell’Unione verso il patriarca Cirillo di Mosca che in una risoluzione del 7 aprile (argomentata per otto pagine) contro la repressione del governo russo sulla società civile e, in particolare, sul caso di Alexeȉ Navalny, al n. 6 afferma: il Parlamento «condanna il ruolo del patriarca Cirillo di Mosca, capo della Chiesa ortodossa russa, per aver fornito una copertura teologica alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina; loda il coraggio dei 300 preti della Chiesa ortodossa russa che hanno firmato una lettera condannando l’aggressione,  denunciando il calvario del popolo ucraino e chiedendo di “arrestare la guerra”».

Il riferimento della risoluzione è al Russkij mir (lo spazio russo), un’elaborazione “pastorale” che è diventata il supporto teologico dell’imperialismo di Putin. Fortemente criticato da molte altre Chiese ortodosse, non è condiviso neppure dalla Chiesa filo-russa dell’Ucraina, dove una ventina delle 52 eparchie (diocesi) non ricordano più il nome di Cirillo nella preghiera liturgica.

Un appello contro le affermazioni (11 aprile) di Cirillo sulla piena unione del popolo alle autorità per respingere i nemici interni ed esterni, è stato rapidamente sottoscritto da 240 preti ortodossi della Chiesa filo-russa.

Essi hanno trovato insopportabile che l’obbedienza alle autorità e alla loro guerra di aggressione possa essere identificata con il compito ecclesiale, evocato dall’Apocalisse, di impedire la vittoria dell’Anticristo.

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6 Commenti

  1. Franco Buzzi 19 aprile 2022
  2. Gian Piero 13 aprile 2022
    • anima errante 13 aprile 2022
  3. Adelmo Li Cauzi 13 aprile 2022
    • Adelmo Li Cauzi 13 aprile 2022
      • anima errante 14 aprile 2022

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