L’Unione Europea sulla situazione in Etiopia

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A distanza di 10 mesi dall’inizio della guerra civile, il paese è entrato nella terza fase del conflitto. La prima (novembre 2020 – maggio 2021) caratterizzata dal conflitto circoscritto nel Tigray. La seconda (giugno – agosto 2021) caratterizzata dall’offensiva del TPLF in Afar e Amhara e dall’alleanza politica militare con il Oromia Liberation Army.

La terza fase (iniziata la scorsa settimana) vede l’estensione del conflitto a livello nazionale con i principali avversari: Prosperity Party, TPLF, OLF-OLA che tentano di creare un fronte nazionale unito contro il nemico per poterlo vincere. Altre due caratteristiche sono ben delineate. L’internalizzazione del conflitto e l’assenza totale di una possibilità di risolvere pacificamente le differenze politiche che hanno scatenato le guerre civili in corso.

A grandi linea si stanno delineando due schieramenti contrapposti. TPLF, OLF-OLA, altre forze regionali etiopi, Unione Europea, Stati Uniti, Gran Bretagna, Sudan ed Egitto da una parte. Prosperity Party, Eritrea, Somalia, Turchia e Russia dall’altra. Entrambe le fazioni in lotta puntano ad ottenere una vittoria decisiva entro la fine dell’anno.

Nel caso del governo di Addis Ababa andrebbe bene anche riuscire a creare uno scenario siriano con un conflitto endemico e duraturo, a condizione però che la regione Amhara sia completamente sotto controllo governativo.

Il Premier Abiy ha scelto di voltare le spalle a Stati Uniti e UE (i suoi principali finanziatori e partner economici) per puntare al supporto di potenze “emergenti” che, per la loro natura dittatoriale, sono poco interessate a democrazia e difesa dei diritti umani. Da due mesi assistiamo ad una escalation di fakenews, attacchi diplomatici e contenuti anti occidentali che mirano Washington e Bruxelles.

In risposta Unione Europea e Stati Uniti hanno aumentato le condanne contro i crimini commessi, non solo in Tigray e Oromia, ma un po’ ovunque e continuano a chiedere l’accesso incondizionato degli aiuti umanitari che regolarmente il regime di Addis nega. Hanno inoltre iniziano a prendere azioni concrete come quella di sanzionare il Generale Fiippos Woldeyohannes e altri ufficiali dell’esercito eritreo per il loro coinvolgimento nei conflitti etiopici. Decisione presa dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

Fino ad ora la posizione dell’Unione Europea non è stata chiaramente esposta al pubblico. Focus on Africa è in grado di offrirvi in modo esaustivo analisi e intenzioni della UE proponendo un riassunto di un messaggio diplomatico interno redatto presso la delegazione UE in Addis Ababa e indirizzato a Bruxelles (per il testo integrale in inglese della nota diplomatica, consultabile sul sito di informazione etiope TGHAD, vedi qui).

Si tratta di una nota interna (Etiopia – Panoramica 14 agosto – 20 agosto 2021), che tutti i corpi diplomatici al mondo inviano periodicamente ai rispettivi governi per informare della situazione e proporre degli orientamenti politici verso il paese ospitante. Questa nota interna è stata fatta pervenire al sito di informazione TCHAT (vicino al TPLF) tramite una palese fuga di notizie dall’interno della delegazione UE ad Addis, forse da parte di dipendenti etiopi. La nota è stata successivamente trasmessa alla Reuters e ad altri media internazionali e non ha trovato smentite da parte di Bruxelles o della delegazione UE ad Addis, che hanno preferito il silenzio.

Tralasciando i paragrafi che trattano della allarmante situazione umanitaria e le aperte condanne del boicottaggio del governo centrale, riportiamo al pubblico italiano cosa pensa veramente l’Unione Europea di questa terza fase del conflitto.

Per la prima volta la guerra civile in Oromia, diventa un tema centrale delle informazioni e analisi UE. Fino ad ora il conflitto Oromo era stato sottovalutato dal corpo diplomatico e ignorato dalla maggioranza dei media internazionali.

La delegazione UE di Addis fornisce varie informazioni sulla guerra civile in Oromia che fanno comprendere come il Oromo Liberation Army e la sua ala politica Oromo Liberation Front stiano diventando importanti realtà nel complesso scenario bellico etiope.

“Durante i combattimenti tra le forze TDF / TPLF e ENDF / Amhara su diversi fronti, il OLA ha esteso l’occupazione delle aree rurali nella regione della Oromia e ha acquisito il controllo su alcune strade importanti. Questo costringe il Governo Etiope (GoE) a impiegare maggiori risorse delle forze armate per bloccare l’espansione territoriale del OLA e per cercare di riconquistare il controllo sulle aree perse” – si legge nella nota interna inviata a Bruxelles.

La nota fornisce maggiori informazioni sulle attività belliche del OLA in Oromia e Amhara. “Rispetto alle valutazioni iniziali che avevano fatto nascere dubbi sulla forza numerica e sulle capacità militari del OLA, questo movimento armato ha fatto alcuni progressi notevoli nelle ultime settimane riguardanti il controllo di diverse aree rurali e nel interrompere i fornimenti logicistici sia bellici che civili controllando strategici assi stradali.

Nell’Oromia occidentale, OLA controlla diverse aree rurali delle quattro zone “wellega“, così come le strade principali intorno alla città di Nekemte. Nell’Oromia meridionale, OLA controlla le aree rurali della zona del Guji e sono riuscite a stabilire punti di controllo sulla strada principale tra Addis Abeba e il confine del Kenyota. Nella zona del Nord Shoa dell’Oromia del Nord , OLA ha preso il controllo delle zone rurali vicino alla città di Kuyu e anche brevemente occupato la città stessa”.

La delegazione UE si sofferma anche sulle attività belliche del OLA nella regione dell’Amhara attuate per sostenere gli alleati Tegaru del TPLF. “Nelle zone sud orientali dell’Amhara, il Ola ha occupato diversi distretti vicino alla città di Kemisse, sulla strada principale che da Addis Abeba verso Dessie e Weldia. OLA è anche segnalato per essere essersi stabilita intorno alla gola del Nilo Azzurro, al confine tra l’Amhara e l’Oromia, e di aver stabilito un punto di controllo sulla strada principale tra Addis Abeba e Bahar Dar nei pressi del ponte di Dejen”.

La nota diplomatica presenta il OLA come una realtà militare e politica divenuta uno dei principali attori di primo piano nel dramma nazionale etiope. “Mentre l’OLA chiaramente non ha lo stesso livello di organizzazione, attrezzature ed esperienza militare come la TDF / TPLF, l’organizzazione sembra guadagnarsi consensi tra la popolazione rurale in gran parte della Regione Oromia, così come nelle aree di Regione Amhara con una forte presenza di Oromo. È stato riferito da alcune zone rurali che le forze OLA, una volta conquistati villaggi e città, raduna la popolazione per spiegare i suoi obiettivi politici. La pubblica amministrazione, allontanati i dirigenti del Prosperity Party, viene affidata alla comunità locale, assicurando solo la sicurezza”.

La nota diplomatica, analizzando la situazione in Amhara e Afar, sembra aver ben compreso la situazione sul terreno e le attuali possibilità da parte del regime di Addis di poter cambiare il corso degli avvenimenti bellici in suo favore.

“Durante la settimana del 14 agosto, i combattimenti tra le forze TDF / TPLF e ENDF / Amhara sono proseguiti su almeno quattro fronti nella regione di Amhara: Debark (Strada dal confine di Tigray a Gondola), Sekota (strada da Tigray Border a Lalibela ), Debre Tabor (strada da Weldia a Bahar Dar) e Winchale (strada da Weldia a Dessie). Diverse affermazioni e contro-rivendicazioni sono state fatte sull’occupazione delle città, con la tendenza complessiva che indica ancora un ulteriore progresso delle forze TDF / TPLF che si stanno spingendo più in profondità nella regione di Amhara.

Il ENDF ha lanciato una contro offensiva per fermare l’avanzata del TDF in Amhara e due offensive in Tigray (zona di Mehoni) e Afar (zona di Chifra) per attaccate sul fianco orientale il TPLF. Diverse università nella regione di Amhara hanno iniziato a organizzare programmi di formazione militare di base per il loro personale e gli studenti”.

Entra in merito anche dei preparativi del Premier Abiy di sfruttare la disponibilità di vecchi e nuovi alleati stranieri per poter lanciare una grande offensiva per annientare il TPLF e, successivamente, il OLA.

“Le truppe eritree occupano una striscia di territorio in Northern Tigray tra Adigrat, Shire e Badme. Truppe eritree sono presenti nel Tigray occidentale, dove hanno assunto posizioni difensive con carri armati e artiglieria vicino alle località di AdiGoshu e Humera, ed eventualmente anche lungo il confine con il Sudan Nel corso degli ultimi giorni, è stato riferito che l’Eritrea ha inviato rinforzi nel Tigray occidentale. Questo potrebbe essere stato fatto al fine di sostituire le unità combattenti del ENDF e Amhara  che sono state ridistribuite nell’Amhara.

Alcuni analisti stanno dicendo che Eritrea sta preparando una contro-offensiva da nord e da ovest contro il TDF / TPLF al fine di costringere le forze tigrine a ritirare le truppe dagli attuali teatri di guerra nell’Amhara. Tuttavia non vi è parere unanime. Altri analisti pensano che lo dispiegamento di truppe eritree al confine con il Tigray sia una mossa difensiva per un eventuale attacco offensivo del TPLF in Eritrea”. Questo paragrafo spiega le preoccupazioni americane ed europee su un nuovo coinvolgimento eritreo, espresse pubblicamente due giorni fa.

La recente visita di Abiy al dittatore Isaias Afwerki aveva come obiettivo quello di chiedere un ennesimo supporto militare di Asmara ma non si hanno notizie della risposta eritrea. Negli ambienti della intelligence africana si nutrono dubbi sulla reale volontà eritrea di combattere nuovamente il TPLF dopo le inaudite perdite subite nella prima fase del conflitto (novembre 2020 – aprile 2021). Optano invece sulla eventualità di rafforzare la difesa dei confini anche se escludono che il TPLF possa a breve o medio termine lanciare un’invasione per liberare l’Eritrea.

La nota interna prende in considerazione il coinvolgimento della Turchia. “Sulla scena internazionale, il Premier Abiy Ahmed ha fatto una visita a Asmara sulla sua strada per la Turchia, dove ha firmato un accordo di cooperazione militare. In tutta la probabilità che il PM stava discutendo con il Presidente Erdoğan l’approvvigionamento di droni militari che, il Premier etiope è convinto possano consegnarli un vantaggio militare decisivo. Sono sotto esame le segnalazioni della presenza in Etiopia di alcuni droni da guerra turchi

I droni da guerra hanno svolto un ruolo importante nella prima fase del conflitto nel novembre del 2020, quando TDF / TPLF è stato spinto alle aree montuose remote di Tigray. Il Premier etiope dopo aver parlato con entusiasmo al Parlamento a proposito dei droni turchi, sembra convinto che questa tecnologia possa essere l’arma segreta per ottenere la vittoria totale. Secondo un analista, Abiy si sarebbe interessato a ottenere i droni Bayraktar-TB2 e ANKA-S”.

Il coinvolgimento militare diretto della Turchia in due conflitti (Libia e Armenia-Azerbaijan) ha deciso le sorti della guerra. di guerra. Gli esperti militari regionali si stanno ora interrogando se i droni turchi saranno letali per il TPLF o se quest’ultimo, forte della precedente esperienza degli effetti devastanti dei droni forniti dagli Emirati Arabi Uniti, non abbiano allo studio delle contromisure per eliminare o diminuire la loro efficacia e potere distruttivo. Il coinvolgimento di Ankara nel conflitto etiope, in palese chiave anti occidentale, crea non pochi imbarazzi e problematiche a Bruxelles e a Washington essendo la Turchia un paese membro della NATO.

Si dà risalto ai tentativi del TPLF di creare una coalizione nazionale contro Abiy e il Prosperity Party. “Il 17 agosto uno dei partiti minori di opposizione nella regione di Afar, il Partito Nazionale Democratico Afar, ha annunciato che entrerà a far parte della coalizione TDF / TPLF-OLA contro il governo di Abiy Ahmed. È stato riferito che anche piccoli, movimenti relativamente sconosciuti, come il Fronte di Liberazione Benishangul e il Fronte di Liberazione Sidama hanno annunciato che si uniranno alla TDF / TPLF-OLA. Rapporti non confermati indicano che  la scorsa settimana nella regione di Gambella si sono verificate delle proteste contro il Prosperity Party a causa del tentativo di reclutare nuove reclute da inviare nei fronti Amhara e Oromia”.

La nota ci fornisce un’importante notizia. Il Premier Abiy è riuscito nuovamente a creare una frattura tra l’ala militare Oromo (OLA) e l’ala politica (OLF). Una fazione all’interno del Oromo Liberation Front ha annunciato che continuerà a sostenere il regime di Addis Ababa. Questa fazione sarà probabilmente espulsa dal partito ma creerà un indebolimento politico degli Oromo.

La nota, sulla possibilità di una soluzione pacifica del conflitto, esprime tutte le sue perplessità e dubbi. “Sembra ci vi sia poco o nessun appetito per iniziare i negoziati di pace. Entrambe le parti sono convinte che saranno in grado di ottenere una vittoria militare decisiva nei prossimi mesi, costringendo l’avversario a fare importanti connessioni in una possibile futura negoziazione”.

La delegazione UE ad Addis informa che ogni offensiva militare in Tigray, Amhara, Afar e Oromia, non inizierà prima della fine della stagione delle piogge, agli inizi di ottobre. Lo scontro che si terrà tra un mese o poco più si preannuncia già un bagno di sangue.

“D’ora in poi dobbiamo colpirli tutti i Tegaru. Se sono all’interno di una chiesa, allora la chiesa deve essere colpita. Se ci sono civili, giovani anche disarmati, tra i terroristi armati, saranno tutti colpiti. Non stiamo scherzando” – ha affermato su TV e radio nazionali un Generale del ENDF.

Da canto suo, la dirigenza del TPLF sta inviando messaggi codificati ai trigrini e agli alleati in Etiopia, così come alla diaspora Tegaru, chiedendo di aver fiducia sull’esercito regolare del Tigray e di attendere una importantissima notizia che sarà data a breve…

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