Brasile: è l’ora della mobilitazione

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leggi che cambiano la Costituzione

Così dice il Signore Dio: «Grida forte, senza tregua, alza la voce come una tromba e denuncia i crimini contro il mio popolo e i peccati della casa di Giacobbe» (Is 58,1).

Cari fedeli,

dinanzi alla gravità del momento politico, sociale, economico e morale che stiamo vivendo in questi ultimi tempi e ispirati dalla testimonianza del Vangelo, non possiamo rimanere in silenzio.

Nel turbolento anno 2016, il nostro Paese ha dovuto affrontare una valanga di progetti di legge e di decisioni del Congresso – alcuni già realizzati – che avranno gravi conseguenze a breve e medio termine sulla società brasiliana, soprattutto sui lavoratori e sui poveri.

La crisi economica è presentata come la grande colpevole della situazione attuale, adducendola come pretesto per giustificare qualsiasi misura socio-politico-economica. I progetti di legge sono presentati in confezioni pronte e sigillate. Il Congresso e il Senato servono appena come facciata per dare legalità a ciò che un’élite conservatrice che detiene la maggioranza parlamentare ha già deciso: privilegiare il sistema finanziario e tutelare gli interessi del grande capitale. Il prezzo è imporre enormi sacrifici ai più poveri ed eliminare quelle condizioni che garantivano la sopravvivenza alle piccole imprese e alla stessa economia familiare.

Mentre l’attenzione della popolazione è focalizzata sulla crisi economica, è importante che non ci si distragga davanti alla crisi di altri settori della vita sociale, come ad esempio:

  • la controversa riforma delle scuole superiori,
  • la riduzione dell’età penale con dure misure per poter condannare penalmente gli adolescenti,
  • la riforma della previdenza sociale discussa in Parlamento in questi giorni, con conseguenze disastrose per le classi più povere nel prossimo futuro,
  • i cambiamenti sul lavoro provocati dalla nuova legislazione che cancella diritti conquistati da decenni con la lotta e il sangue dei lavoratori per favorire il lucro delle grandi imprese nazionali e transnazionali.

Purtroppo, l’approvazione parlamentare di tutte queste leggi che cambiano la Costituzione mette ancor più in evidenza la perdita delle grandi conquiste popolari frutto della mobilitazione di milioni di cittadine e di cittadini brasiliani, dall’Assemblea Costituente del 1988 fino ai giorni nostri.

È scandalosa l’ascesa al potere di persone di dubbia reputazione, sospettate di corruzione o coinvolte in un avanzato processo di investigazione, per occupare funzioni di elevata responsabilità nel Potere legislativo, nel Potere giudiziario e nel Potere esecutivo.

Stiamo assistendo ad una grande retrocessione delle iniziative che avevano recuperato e dato dignità alla popolazione. Perfino proposte di legge di iniziativa popolare, una grande conquista costituzionale, sono bloccate dal Parlamento. Le voci preoccupate di fronte alla situazione e le proteste popolari che esprimono insoddisfazione o dissenso vengono presentate dai mezzi di comunicazione come elementi di ostacolo e di disturbo di fronte alla pretesa dell’attuale governo di varare un «nuovo ordine per salvare il Paese». Così gli emendamenti alla Costituzione e la loro concretizzazione da parte dell’attuale governo non mettono l’economia e l’attività politica al servizio della persona umana e dei suoi bisogni essenziali, ma, al contrario, l’amministrazione pubblica e l’approvazione degli emendamenti parlamentari sono pensati per salvare un progetto economico neoliberista che impone pesi insopportabili sulle spalle dei più poveri.

Altri seri problemi ci preoccupano: vediamo leggi approvate all’ultimo moemento prima della chiusura dell’aula parlamentare o sentenze improvvise della magistratura, che smantellano la famiglia, negano dignità al nascituro e ledono la concezione di identità sessuale della persona umana, ferendo profondamente la sensibilità della grande maggioranza del popolo brasiliano.

In questo modo lo Stato si dissocia sempre più dalla società civile nel suo complesso e non interpreta i suoi valori consolidati e la sua volontà; al contrario, è usato da gruppi politici ed economici che ne hanno preso possesso per sottometterlo ai propri interessi.

Nella nostra regione le conseguenze delle riforme presentate sono aggravate dal fallimento dello stato di Rio de Janeiro e dalla totale inefficienza degli organi governativi che ostacolano ogni possibile collaborazione con il settore privato. La privatizzazione della CEDAE (la società che gestisce l’erogazione dell’acqua alla popolazione, ndr) è l’espressione più eloquente di uno Stato che agonizza e che si sottomette alle leggi del mercato per poter in qualche modo sopravvivere.

Ciò che più preoccupa la nostra gente è l’aggravarsi della violenza alimentata dal traffico di droga, la mancanza di prospettive e di opportunità per i giovani, la disoccupazione diffusa che colpisce le famiglie e congela l’economia, la precarietà della salute pubblica e lo smantellamento del SUS (servizio sanitario pubblico, ndr) in modo che i poveri, quando si ammalano, sono condannati a soffrire una lenta agonia, e infine, la disperazione della fame che porta intere famiglie a cercare il cibo a tutti i costi, quando non possono più contare sulla solidarietà di persone buone.

Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà, sensibili ai valori della giustizia e della solidarietà, a unirsi e a manifestare contro l’approvazione di leggi che danneggiano il bene comune e la vita dei più poveri e indifesi. Questo è il momento in cui ognuno di noi è chiamato ad esercitare i propri diritti di cittadinanza nei confronti dei deputati e dei senatori che hanno chiesto e hanno guadagnato il nostro voto al momento delle elezioni, per esigere da loro un comportamento dignitoso e coerente al momento di votare emendamenti parlamentari che possono danneggiare i loro elettori e la popolazione più povera.

Il Signore ci chiama ad essere protagonisti della salvezza come suoi collaboratori nell’edificazione del Regno. Ci invita a mettere in pratica la fede, a esercitare la speranza e a testimoniare la carità. Questo avviene di fatto attraverso una ferma e decisa azione in difesa dell’educazione pubblica e di un’assistenza sanitaria di qualità, del diritto a un lavoro dignitoso, del godimento della vita al momento del giusto pensionamento, dell’accesso alle attività ricreative, alla cultura e all’abitazione, del diritto ad una sana alimentazione per vivere con dignità e prendersi cura della nostra casa comune.

Viviamo tempi difficili! La nostra fede ci guidi e ci rafforzi per poter assumere l’impegno e la missione di lavorare perché tutti abbiano vita e vita in abbondanza (cf. Gv 10,10).

Con la mia benedizione di pastore

+ Francesco Biasin
vescovo di Volta Redonda

Volta Redonda, 17 marzo 2017

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Un commento

  1. rino 8 aprile 2017

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