Pietre e pane

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All’attenzione occhiuta dei critici non era passato inosservato l’errore nel testo di We Are the World, controproposta americana di USA for Africa all’operazione solidale lanciata da Bob Geldof e Midge Ure nel 1984 con il brano Do They Know It’s Christmas Time? della Band Aid raccolta in poche ore per un successo senza tempo.

Nel testo americano di Michael Jackson e Lionel Richie, Willie Nelson cantava «Come Dio ci ha mostrato, cambiando le pietre in pane». Non è così. Esattamente la tentazione alla quale Gesù ha resistito nel deserto.

Vicenda seria quella delle tentazioni di Gesù. Facile derubricarla a buon esempio. È soprattutto rivelazione della lacerazione che è in Dio. In Gesù si macera il Dio che per essere il Dio-con-noi rifiuta le scorciatoie di soluzioni sbrigative. Prodigalità a buon mercato per chi ha tutto e con la facilità di un miracolo ci lega a lui prendendoci per fame.

E tuttavia vorrei spezzare una lancia a favore dei pressapochisti americani. In fondo, la Quaresima può contenere quell’invito: cambiare le pietre in pane. È molto di più che «mettete dei fiori nei vostri cannoni» (cantavano I Giganti mezzo secolo fa). Non sarebbe male se anziché tirare le pietre (Antoine, 1967) agli umani noi si offrisse loro dei pani e convertissimo le energie profuse nel costruire muri alla costruzione di forni.

Nel Discorso a conclusione dei lavori  della XIV Assemblea generale del Sinodo dei vescovi (24.10.2015), papa Francesco si domandava cosa significasse un Sinodo: «aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietre morte da scagliare contro gli altri».

Per la verità, lo stesso Francesco aveva messo in guardia lo stesso Sinodo un anno prima (18.10.2014) a evitare la doppia tentazione dell’«irrigidimento ostile» e del «buonismo», «la tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente (cf. Lc 4,1-4) e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati (cf. Gv 8,7) cioè di trasformarlo in “fardelli insopportabili” (Lc 10, 27)».

Buona Quaresima da fornai.

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Un commento

  1. Patrizia Pane 6 marzo 2017

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