Il Catechismo, nuova edizione commentata

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copertinaLa costituzione apostolica Fidei depositum, firmata da papa Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1992, è stata scritta in occasione della pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica (CCC) redatto dopo il concilio Vaticano II. Il testo del CCC era in lingua francese.

La lettera apostolica Laetamur magnopere, scritta sempre da papa Giovanni Paolo II il 15 agosto 1997 recava questo sottotitolo: «… con la quale si approva e si promulga l’edizione tipica latina del Catechismo della Chiesa cattolica».

A 25 anni dalla promulgazione del CCC si è tenuto in Vaticano un evento commemorativo al quale hanno partecipato papa Francesco e molte personalità di spicco della comunità ecclesiale. In quell’occasione, l’11 ottobre è stato presentato ufficialmente anche il volume curato dalla LEV e dal Gruppo editoriale San Paolo che riunisce in un solo elegante volume cartonato il testo del CCC e un nuovo commento teologico-pastorale.

Il volume contiene la Presentazione di papa Francesco (pp. 7-8), l’Introduzione del curatore Rino Fisichella (pp. 9-18), il testo del CCC (pp. 19-752), la costituzione apostolica Fidei depositum (pp. 753-758), la lettera apostolica Laetamur magnopere (pp. 759-762) e il commento teologico-pastorale (pp. 763-1519), gli Indici dei riferimenti (sacra Scrittura, simboli della fede, concili ecumenici, documenti pontifici, scrittori ecclesiastici ecc., pp. 1519-1576), l’ampio Indice analitico (pp. 1577-1688) e l’Indice generale (pp. 1689-1714).

L’elenco dei più di 40 esperti di vari settori della teologia, autori dei contributi (pp. 765-768: Christoph Schönborn, Enzo Bianchi, Anna Maria Cànopi, Ina Siviglia, Cettina Militello, Thomas Joseph White, Jared Wiks, Piergiordano Cabra, Aristide Fumagalli, Louis F. Ladaria, Sabatino Majorano, Réal Tremblay, Stefano Zamboni, Cataldo Zuccaro ecc.) precede quello delle sigle (pp. 769-772). Alle pp. 1715-1716 sono elencati i traduttori dei contributi scritti in lingue diverse da quella italiana.

Entrare nel mistero della fede

La «nuova edizione» del Catechismo della Chiesa cattolica «è di grande aiuto per entrare sempre di più nella comprensione del mistero della fede» scrive il papa nella Presentazione. «Si presenta come un cammino che, attraverso quattro tappe, permette di cogliere la dinamica della fede. Si apre con il desiderio di ogni uomo che porta in sé l’anelito verso Dio, e si conclude con la preghiera, come espressione di un incontro dove l’uomo e Dio si guardano, parlano e ascoltano. La vita di grazia, espressa in particolare nei sette sacramenti, e lo stile di vita del credente come una vocazione a vivere secondo lo Spirito, sono le altre due tappe necessarie per comprendere in pienezza l’identità del credente come discepolo missionario di Gesù Cristo».

Quest’opera – afferma il papa – diventa così «un’ulteriore mediazione attraverso cui promuovere e sostenere le Chiese particolari in tutto il mondo nell’impegno di evangelizzazione come strumento efficace per la formazione soprattutto dei sacerdoti e dei catechisti. Mi auguro che possa essere conosciuto e utilizzato per valorizzare al meglio il grande patrimonio di fede di questi duemila anni della nostra storia».

«Il Catechismo della Chiesa cattolica è il testo di riferimento per le questioni che riguardano la dottrina della Chiesa» ha ribadito da parte sua il card. Christoph Schönborn. Egli ha elencato sette criteri «che sono stati direttivi per l’insieme del lavoro e per i singoli elementi». Il primo è «l’assunzione che la fede costituisca un’unità e che, come tale, la si possa anche esprimere». «La differenza fra dottrina della fede e teologia deve essere chiara, poiché il Catechismo riguarda solo la prima», è invece il secondo principio. Mentre il terzo è che «bisogna rispettare la gerarchia delle verità per vedere la dottrina della fede come un tutto organico», ha sottolineato il cardinale. Poi il quarto: «Il primato della grazia deve essere sempre direttivo». «La dottrina deve essere visibile nella sua struttura trinitaria», il quinto. «Tutto deve essere visto in ordine a Cristo», il sesto e, infine, il settimo: «In tutte le esposizioni si deve rendere visibile l’unità interna di Scrittura e tradizione».

«C’è nella Chiesa, e ci sarà sempre, una pluralità legittima» – ha concluso il card. Schönborn –, ma questa diversità, se non deve diventare opposizione e contrasto, è possibile solo sul fondamento di un’unità nella fede. L’unità nella fede viene prima delle teologie plurali, deve essere loro presupposta. Se non è più possibile parlare dell’unica fede in diverse teologie, allora le diverse teologie non stanno più insieme nella casa della Chiesa cattolica».

Sulla pena di morte

Non conosco i tempi della composizione dei contributi. Alcuni sembrano leggermente «datati»: ad esempio p. De La Potterie – La sacra Scrittura (pp. 874-881) – è morto nel 2003… In una breve presa di visione dell’opera, destinata a essere punto di riferimento per la stesura dei Catechismi nazionali, ho letto l’Introduzione alla sezione seconda («I dieci comandamenti») della Parte terza («La vita in Cristo») e il commento al quinto comandamento, entrambi curati da p. Stefano Zamboni, sacerdote dehoniano, professore di teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma. Nel suo conciso intervento (una decina di pagine, come è la media di tutti i contributi), nel corso della sintesi del dettato del CCC e di un suo sintetico commento, ho notato la libertà intellettuale nel chiedere ulteriori riflessioni e pronunciamenti magisteriali circa la pena di morte (p. 1380), il terrorismo (p. 1383), la guerra (p. 1385) ecc.

Credo che i fermi interventi di papa Francesco nell’ultimo anno sulla dignità del reo da rispettare, dalla pena di morte da eliminare definitivamente, la condanna vibrante della fabbricazione e del commercio delle armi siano «aggiornamenti» che vengono incontro ai desiderata dell’autore e di tutti i credenti.

Il testo pontificio più recente citato nel commento teologico-pastorale è l’enciclica Laudato si’ del 24.5.2015. È del tutto evidente che l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sarebbe stata di grande aiuto a commentare il CCC nella parte riguardante il sacramento del matrimonio e il sesto comandamento, e così via. La teologia – come la catechesi – non va «tenuta in naftalina», ricordava recentemente papa Francesco. Lo sforzo di avvicinarsi «cordialmente» e nella misericordia alla vita delle persone per aiutarle a camminare verso la pienezza della comunione con Cristo rimane sempre un «cantiere aperto» e un cammino che deve tenere insieme l’ideale proposto da Gesù Cristo, la singolarità e la dignità delle persone nella loro situazione concreta e la legge della gradualità.

Catechismo della Chiesa cattolica. Testo integrale. Nuovo commento teologico-pastorale. A cura di R. Fisichella, Libreria Editrice Vaticana-San Paolo, Città del Vaticano-Cinisello B. (MI) 2017, pp. 1720, € 29,90.

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