Il vangelo di Maria

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Il vangelo di Maria

Un libro di spiritualità che conosce 17 edizioni deve contenere qualcosa di interessante. Esso è nato dalla predicazione di un ritiro/esercizi spirituali tenuto presso il Monastero “Marta e Maria di Betania” della Comunità delle Beatitudini a Nouan-Fuzelier (Lamotte-Beuvron, Francia) dall’11 al 16 settembre 1984.

Ne è autrice una madre di tre figli, nonna, bisnonna e vedova consacrata (1921-2012), membro del movimento carismatico nel quale si è dedicata all’insegnamento e all’evangelizzazione. La sua sensibilità femminile emerge con forza nelle meditazioni, tutte condite col sale della sapienza, della mitezza e della sensibilità ecclesiale.

In Maria, l’autrice vede la trasparenza delle vetrate che lascia passare intatta la grazia di Cristo, del cui vangelo ella diventa a sua volta trasparenza e motore di propulsione. Il vangelo di Cristo diventa in tal modo il vangelo di Maria.

Georgette Blaquière sottolinea con forza l’appartenenza di Maria al popolo cristiano, costituita da Dio quale prima dei redenti dalla grazia pasquale di Cristo per diventare Madre di Cristo e di Dio, madre della Chiesa, potenza d’intercessione per tutti gli uomini.

Di Maria l’autrice sottolinea la fede, e ricorda le parole conclusive del documento conciliare Lumen gentium 62: «Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce». La studiosa ricorda anche come LG 63 scriva che «La madre di Dio è figura […], nell’ordine della fede, della carità, della perfetta unione con Cristo”, e non nell’ordine della morale o delle virtù o dell’ordine della purezza (cf. p. 9).

La Blaquière ricorda pure che il dogma dell’Assunzione di Maria fu proclamato da Pio XII con la Bolla Munificentissimus Deus – la glorificazione di Maria con l’assunzione al cielo «in anima e corpo» –  nella solennità di Ognissanti nel 1950, e non il 15 di agosto. Questo fatto rinforza la certezza di fede che Maria è membro della Chiesa, sorella del cammino, vicina al popolo di Dio. Ella ha cooperato in maniera eccelsa con l’unico redentore e mediatore della salvezza, il figlio suo Gesù.

Che, pur con tutto questo, Maria non sia da venerare come corredentrice l’ha dovuto ricordare a metà di dicembre 2019 anche papa Francesco.

L’autrice dispone le sue riflessioni lungo il filo d’oro della fede.

L’annuncio dell’angelo a Maria è il suo salto nella fede.

Ad Ain Karem ella vive la gioia della fede, come ragazza colma della tenerezza di Dio, figlia del Re e Figlia della Sapienza.

La vita nella fede comprende il rapporto con Giuseppe da vivere alla luce della volontà di Dio, la prima salita a Gerusalemme con la perdita angosciosa del Figlio, la ridiscesa a Nazaret nella quotidianità della custodia di Gesù e della parola di Dio.

Il cammino della fede abbraccia la presenza a Cana e la sequela di Cristo, con la tentazione della madre, alla quale non accondiscende, e l’abbandono generoso a Dio.

La notte della fede di presenterà sotto la croce, dove la madre sta salda di fronte all’Agnello immolato: stabat Mater.

La madre della Chiesa appare, invece, al Calvario e nel momento della manifestazione della fede, la festa della Pentecoste. Lì c’è la conferma della fede nel cuore della Chiesa.

Ciò che la Chiesa crede di Maria e del suo cammino è anche espresso nella preghiera della Salve Regina, in cui ella appare come donna coronata e dove la sua fede viene glorificata.

In un’Appendice molto interessante (pp.169-176) l’autrice espone con chiarezza e semplicità il suo “credo mariano”. Confessa e accoglie nella fede tutto quello che la Chiesa crede di Maria e distingue questo da ciò che la devozione del popolo cristiano vi ha aggiunto nella religiosità popolare: il culto mariano, le apparizioni, il rosario. Tratta tutti e tutto con grande rispetto, nella piena libertà ricordata dal ben noto principio teologico: «nelle cose necessarie, l’unità; il ciò che è incerto, la libertà; in tutte, la carità» (p. 169). (Icastico in latino: in necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas).

Affettuosa e laudativa la postfazione di Michel Santier, vescovo di Créteil dal 2007. Egli ha un bel motto episcopale (Quei ma join soi en tous), ha fatto parte del comitato della TOB ed è membro del Consiglio per l’unità dei cristiani e le relazioni con il giudaismo e della Commissione episcopale della Mission de France.

 

Georgette Blaquière, Il vangelo di Maria, Postfazione di Michel Santier (Itinerari. Collana di spiritualità. Dottrina esperienze testimonianze, s. n.), EDB, Bologna 2019 (or. fr. Burtin [France] 2018), pp. 184, € 16,00, ISBN 978-88-10-51373-6

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