Poche chiacchiere!

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Poche chiacchiere

«Le chiacchiere sono la peste di una comunità, anche in seminario». Lo dice papa Francesco il 12 maggio 2014 agli studenti dei pontifici collegi e convitti di Roma in un spigliato “botta e risposta”.

«Per favore, niente chiacchiere, sono il tarlo che mangia il tessuto della Chiesa» ribadisce Bergoglio il 16 novembre 2017 all’assemblea internazionale della Confederazione unione apostolica del clero. Le chiacchiere pettegole e malevole «sono come un terrorismo, come buttare una bomba».

Poche chiacchiere si intitola un brioso e utile libretto che il diacono permanente Giorgio Agagliati pubblica con Elledici. Sottotitolo “Come comunicare bene in parrocchia”. Spiega: «Oltre alle chiacchiere maligne, ce ne sono altre che, pur ispirate dalle migliori intenzioni, nuocciono alla missione primaria della Chiesa: comunicare al mondo la Buona Notizia. Sono il risultato di una comunicazione fatta male, per cui anche le più belle iniziative pastorali si disperdono e si confondono nel bla-bla generale. Se la piaga verso cui mette in guardia Francesco è distruttiva, la cattiva comunicazione è, nel migliore dei casi, incapace di costruire».

Agagliati, diacono torinese, è un rispettabile articolista – per esempio nel glorioso settimanale il nostro tempo, fondato e diretto dall’indimenticabile mons. Carlo Chiavazza – e vanta un’esperienza quarantennale di comunicatore aziendale, mestiere che «tutti gli altri credono di saper fare».

Esemplifica: «Non pretenderò mai di dire a un ingegnere come si progetta un motore, o a un gestore di investimenti come si opera sui mercati finanziari. Ma loro, probabilmente, mi suggeriranno come scrivere un articolo». E allora «troppo spesso si pensa che il ruolo abiliti a comunicare e che la competenza comunicativa sia una variabile indipendente. È un grave errore, e lo si ritrova in tutti gli ambiti: catechesi, animazione, pastorale familiare, ministeri ordinati. È rarissimo, ad esempio, trovare un corso strutturato e curriculare di comunicazione nei seminari. Poco o nulla viene concesso alle tecniche. Forse anche per questo certe prediche comunicano poco la gioia, e molto la noia del Vangelo. Ed è impresa mirabile perché nel Vangelo la noia non esiste. Eppure siamo capaci di infilarcela».

In questi anni il linguaggio della catechesi e della pastorale è cambiato molto e si sono ammodernate le modalità di presentazione del contenuto della fede, «ma poco ci si preoccupa di quanto catechisti e catechiste sappiano realmente gestire quelle modalità. Le tecniche di comunicazione sono il veicolo dell’“incarnazione” della comunicazione divina».

Il libretto (150 pagine) è dedicato alla comunicazione pastorale di base “della” e “nella” parrocchia, pubblicato nella collana “I pratici”, rivolto a coloro che svolgono un servizio pastorale: catechiste/i, animatori, responsabili di gruppi, aspiranti e candidati al diaconato, seminaristi, diaconi, preti.

Tra i temi trattati: gestione di riunioni e incontri, tecniche del parlare in pubblico, omelia, uso accorto dei «media sociali», nomi e luoghi di gruppi e attività, “ecclesialese” da rifuggire come la peste.

L’autore fa opportuni esempi sugli interventi orali. La durata va concordata con chi invita a parlare. Un’indicazione di massima, non tassativa, potrebbe essere. Omelia: 15 minuti, secondo il saggio adagio: «I primi 5 minuti sono di Dio, i successivi 5 dell’uomo, gli altri 5 del diavolo». Commento alla Parola in una lectio divina: 30 minuti, al netto della lettura del brano. Relazione o conferenza: da 45 a 90 minuti, «con un minimo, perché una conferenza troppo corta delude. Se stiamo sforando, evitiamo di correre: daremmo un’impressione di affanno».

La parola di Dio va annunciata con parole efficaci, per questo una buona comunicazione è la base di ogni pastorale. Una buona ed efficace comunicazione è essenziale per realizzare al meglio le attività pastorali. Osserva Agagliati: «Per comunicare bene non basta avere cose importanti da comunicare, bisogna saperlo fare bene». Offre regole, accorgimenti, esempi, trucchi. Paragona il libretto a una «cassetta degli attrezzi». Non propone un trattato teorico della comunicazione ma suggerimenti concreti e ferri del mestiere pronti per l’uso. Pagine che nascono dal desiderio che ogni parrocchia sia piena di «angeli», cioè di «messaggeri» capaci di annunciare la parola di Dio e il servizio della comunità. Anche il titolo è azzeccato Poche chiacchiere!

La più recente pubblicazione di Agagliati per Elledici è Il mistero della tomba vuota (2018).

Giorgio Agagliati, Poche chiacchiere! Come comunicare bene in parrocchia, Elledici, Torino 2018, pp. 150, € 7,50.

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