Trasfigurazione

di:

Commento di David Maria Turoldo alla II domenica di Quaresima dell’anno 1962. Dalla raccolta di testi inediti Le stelle in cammino, EDB, Bologna 2017 (qui la scheda del volume).

18 marzo 1962: II domenica di Quaresima – Trasfigurazione

È una domenica da interpretare con la passata.

Cristo tentato, le tenebre, notte: oggi è giorno della luce. Le componenti del cosmo.

Il dramma dell’uno e dell’altra (luce – notte) che si cozza nell’uomo. Cristo sintesi di questo dramma. Un corpo che gronda luce. Il punto massimo della storia del mondo è raggiungere questa trasfigurazione.

È una domenica non solo importante per la sua verità teologica, ma anche perché indica la traiettoria della biologia del mondo.

È il dramma della terra: aspetta di arrivare alla luce per immergersi, per diventare luminosa.

Luce: simbolo misterioso della realtà divina. Il corpo di Cristo è lo strumento dell’esplosione della luce. Oggi è il momento della sua terrestrità.

Tutte le cose attendono la rivelazione di questa luce; forse è il momento più delicato del Vangelo.

I cristiani sono invitati a salire la montagna, a trasfigurarsi col Cristo, a immergersi dentro la nube luminosa.

“Prese i discepoli…”.

Gioco sottile tra Dio e le creature: sentirci composti di una componente celeste, ma nello stesso tempo sentiamo il peso della terra che ci trascina.

Lasciarsi prendere: ecco l’attuazione della Quaresima interiore.

Per questo dobbiamo distaccarci dalle bassure, abbandonare la pianura ed intraprendere il viaggio dell’ascesa. E’ sempre in alto che avvengono le cose. Salire, ma con Lui.

Troveremo una chiesa che trasuda luce che noi credevamo morta. In cima col Cristo così gli interlocutori quelli che rappresentano tutta la storia e tutte le energie messianiche: Mosè – rappresentante della legge, Elia – rappresentante dei profeti. Da lassù vedremo tutti i misteri della terra che si rivelano.

I discepoli vorrebbero rimanere, ma prima devono anche loro trasfigurarsi.

Ridiscendono per risalire l’altra montagna del Calvario.

Capito questo, possiamo piantare le nostre tende: abbiamo raggiunto la luce!

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