Giovedì santo

di:

Se dunque io, il Signore e il Maestro,
ho lavato i vostri piedi,
anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri
(Gv 13, 13-14)

I cantici del servo del Primo Testamento esprimono la carriera del Servo del Signore. Siccome Israele ha servito il Signore con venature di infedeltà ecco che il Signore stesso si è scelto il suo servo, impersonato in Gesù di Nazaret e tutto questo è testimoniato in particolare dal cap. 13 di Giovanni.

Quando dunque ebbe lavato i piedi e riprese le vesti (senza togliersi il grembiule) sedette di nuovo e disse loro: ”Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio…”

L’episodio è famoso, ma è importantissimo nella logica di Giovanni.

Gesù sa che è giunta l’ora e che la sua vita si sta compiendo, nel passare da questo mondo al Padre.

Come è che Gesù può passare da questo mondo al Padre? “Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine” (Gv 13,1)

Il modo di passare al Padre è morire per amore. “Li amò sino alla fine” vuol dire fino alla morte.

E’ questo il modo in cui Gesù passa al Padre ed in cui compie il suo servizio di Servo di JHWH.

La sua vita si compie nel momento in cui Gesù è trasformato totalmente in amore, in cui non gli rimane più niente. Trasformata in amore, la sua vita passa da questo mondo al Padre. E perché questo si compia, e perché i discepoli possano comprendere che in gioco ci sta esattamente questo: ”Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani” (quindi è padrone delle situazioni) in piena e perfetta libertà, prende in mano i piedi degli apostoli.

Questo “lavare i piedi” non è solo un gesto di servizio “particolare”, è un gesto simbolico che vuole esprimere il significato della vita di Gesù e il significato della sua morte.

Il vero servizio non è nel cenacolo, il vero servizio è sul Calvario, è lì che si compirà tutto veramente.

Qui Gesù che si fa servo, esprime la rivelazione del Padre, di Dio. È Dio che manifesta se stesso così. Se vuoi veramente sapere come è fatto Dio, devi guardare Gesù. E se vedi un Gesù Cristo che lava i piedi, capisci anche che Dio è servo, che si è fatto servo.

Ora la cosa fondamentale per noi, in questa logica, è che noi accettiamo un Dio così, che accettiamo un Dio che si fa servo. E tutto questo è straordinariamente grande e bello: ci pone in una condizione di dignità immensa. E questo vale per ogni persona, uomo o donna che sia.

Il fatto che gente come noi possa giustificare il servizio di Dio – cioè che Dio si possa abbassare a servire noi – chiede che anche da parte nostra ci sia una risposta assai impegnativa.

Se mi lascio servire da Dio, se quindi riconosco che il volto di Dio è fondamentalmente quello del servizio, io non posso più impostare la mia vita se non nella logica del servizio. In questa prospettiva, lasciarsi servire è, per certi aspetti imbarazzante. In qualche modo sono costretto a prendere quel servizio di Dio come punto di partenza delle mie scelte e dei miei progetti.

Ecco perché il buon Pietro fa fatica a lasciarsi lavare i piedi; fa una grande fatica a vedere un Gesù così, un Dio, così. E fa fatica a lasciarsi coinvolgere perché poi dovrà servire anche lui.

Il vero rischio per tutti noi è trattare gli altri da padroni … come il Dio che ci siamo costruiti noi, non  come quello del cenacolo. Ma essere stati serviti, ci porta a diventare servi come Dio!

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