Ratzinger si ostina a raccomandare Sarah

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Se fossi nel card. R. Sarah sarei preoccupato. Non è la prima volta che accade a J. Ratzinger  di scrivere pre- o post-fazioni per libri e autori discutibili. Ricordo, ad esempio, la prefazione a un autore poco raccomandabile come Alcuin Reid,  le cui teorie e la cui figura ha sollevato perplessità scientifiche ed ecclesiali in mezzo mondo, e che invece Ratzinger ha cercato di raccomandare quasi come una autorità. Anche in questo caso (la postfazione al volume del card. Robert Sarah La force du silence, in uscita per Fayard) le parole che le agenzie di stampa riportano sono sufficienti a segnalare un vero e proprio incidente. Come se Ratzinger avesse, improvvisamente, rinunciato alla rinuncia e volesse influenzare le decisioni del suo successore. Vediamo di precisare adeguatamente i lati delicati e indiscreti di questo intervento:

– Sarah ha mostrato, da anni, una sostanziale inadeguatezza e incompetenza in ambito liturgico. Le sue teorie strampalate e le sue rigidità impediscono all’ufficio della Congregazione di svolgere il suo lavoro ordinario.

– Sappiamo anche  che la scelta di Sarah è stata fatta, da papa Francesco, ascoltando il parere del suo predecessore. Per questo suona piuttosto strana la lode che il predecessore fa del successore su un punto su cui ha contribuito a determinare questo “fallimento”

– Contemporaneamente, l’affermazione che «la liturgia è in buone mani» appare, chiaramente, come un’autodifesa del vescovo emerito rispetto all’esito preoccupante di questa scelta.

– Forse, a tutto ciò, si deve aggiungere che la mossa appare tanto più grave se, nel frattempo, si sta preparando un inevitabile e salutare avvicendamento all’incarico di Prefetto. Una sorta di “difesa in extremis” di un prefetto ormai esautorato.

Una cosa è certa. Come già segnalavo un mese fa (cf. qui) la interferenza che un intervento di questo tipo esercita sul libero esercizio della autorità del successore costituisce una interferenza grave e una alterazione degli equilibri ecclesiali. La scelta di discrezione e di umiltà, del tutto necessaria a chi esercita una «rinuncia all’esercizio del ministero» sembra in tal modo profondamente incrinata.

Al di là delle questioni istituzionali, resta solo una considerazione, che riguarda la res liturgica. E qui bisogna osservare che, come sempre, l’elogio dell’incompetente rende incompetente l’elogio. Occorre affidare la liturgia a «mani davvero buone». Che, se Dio vuole, devono essere definite e determinate senza la ossessione di voler imporre alla Chiesa una «Riforma della Riforma». Per questo il card. Sarah è totalmente inadeguato. Anche se viene raccomandato dal vescovo emerito di Roma.

Pubblicato il 19 maggio 2017 nel blog: Come se non

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3 Commenti

  1. Stefano 22 ottobre 2017
  2. Francesco Grisorio 20 maggio 2017
  3. Gabriele 19 maggio 2017

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