Al mio presbiterio

di:

Il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, colpito da coronavirus, sta uscendo ora dalla malattia e ha scritto ai suoi presbiteri e ai suoi diaconi.

Pinerolo, 13 maggio 2020

Carissimi amici sacerdoti, carissimi amici diaconi,

vi saluto di cuore e vi comunico che sono ancora molto fragile e debole; per cui vi chiedo scusa se sono ancora un po’ lento nel lavoro e per tale motivo non sono ancora riuscito a fare il Decreto sulla celebrazione delle messe per la nostra diocesi. Sto leggendo tutti i vari decreti usciti dal Governo e dalla CEI e attendo la posizione dei vescovi del Piemonte. Pertanto vi chiedo di avere pazienza e di prepararvi tenendo presenti le normative CEI che vi allego.

Per il momento, decreto che per la diocesi di Pinerolo l’inizio delle messe è rinviato a lunedì 25 maggio. I motivi sono vari.

Innanzitutto devo giungere a un Decreto e vorrei prima sentire cosa decidono i vescovi del Piemonte.

In secondo luogo già altri vescovi (cf. Mondovì) hanno fatto questa scelta (il Piemonte è ancora fortemente colpito dal virus, non dobbiamo essere superficiali).

ripresa messeIn terzo luogo, ci terrei a suggerire di celebrare messe all’aperto (sarebbero molto meno artificiose delle messe al chiuso, contingentate). Ma per le messe all’aperto dobbiamo avere la deroga alla Legge Gabrielli; il sindaco di Pinerolo ha già interessato il prefetto, e vorrei che anche il nostro presidente CEP lo interessasse. La risposta del prefetto non è ancora giunta.

Un quarto motivo è che alcune parrocchie non si sono ancora attivate per essere secondo la normativa relativa alle messe in chiesa. Voglio essere sicuro, prima di dare il permesso della celebrazione, che tutti siano preparati al rispetto della normativa CEI. La questione è molto seria.

Per tutti questi motivi DECRETO che nella diocesi di Pinerolo si inizierà la celebrazione delle messe con il popolo lunedì 25 maggio.

Chiedo fermamente a tutti voi, in questo periodo, di spendere il vostro tempo e le vostre energie per farvi sentire presenti alla comunità. Ciò vuol dire prendere il telefono e telefonare a tutti gli ammalati, agli anziani che conoscete e soprattutto a tutti gli operatori pastorali (catechisti, animatori, collaboratori…). So che molti lo stanno facendo. Altri si sono fatti sentire in mille modi: streaming, con messaggi, telefonando, visitando i malati, portando la comunione (con le debite attenzioni), confessando.

Purtroppo alcuni non hanno fatto nulla. Amici, questo è il tempo delle relazioni; questo è il tempo in cui i cristiani, e noi ministri per primi, dobbiamo costruire relazioni per aiutare la fatica della gente. Vi chiedo con fermezza di prendere il telefono e occupare questi giorni a telefonare ripetutamente, semplicemente per dire: “Ti penso, ti ricordo nella preghiera, ti porto in cuore”. Un sacerdote non può presiedere l’eucaristia se non cura le relazioni.

Altrimenti l’eucaristia diventa artificiosa e formale (tanto più con queste norme). Questa è una cosa seria. Se vengo a sapere che in qualche parrocchia non si farà nulla in questa direzione (cura delle relazioni e attenzione ai poveri), in tale parrocchia posticiperò ulteriormente l’inizio della celebrazione della messa con il popolo.

Vi ringrazio di tutto ciò che avete fatto in questo tempo. Vi ringrazio per le vostre preghiere e per la vicinanza.

Mi scuso ancora per il fatto che sono ancora quasi bloccato nel letto, ma spero di riuscire a fare qualcosa anche da qui.

Vi ringrazio, vi auguro un buon lavoro e vi mando la mia benedizione.

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