CL, Memores e il delegato

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Più che una censura ha il tono dello stimolo e dell’accompagnamento. Il delegato pontificio annunciato il 26 giugno per i Memores Domini, forma di vita comune legata al movimento Comunione e Liberazione, è chiamato a favorire la riscrittura degli statuti dell’associazione laicale di diritto pontificio. Il dicastero dei laici ha scelto p. Gianfranco Ghirlanda, già rettore della Gregoriana e docente di diritto canonico, per accompagnare una nuova stagione di una associazione di «rilevanza ecclesiale».

Nata come «gruppo adulto» all’interno del movimento nel 1964 (allora Gioventù Studentesca), l’associazione ha imboccato la vita comune nel 1968. È stata riconosciuta a livello diocesano nel 1981 (mons. Enrico Manfredini, vescovo di Piacenza) e a livello vaticano nel 1988. È composta da 1.600 membri (in prevalenza donne). Le comunità sono presenti in 32 paesi, in Europa, ma anche in Africa, Asia e nelle Americhe.

La decisione vaticana fa parte dell’attenzione e della verifica che i dicasteri stanno esercitando specialmente sulle forme della vita comune. Sono un’ottantina le istituzioni religiose sotto indagine dalla Congregazione per la vita consacrata. Per quanto riguarda i movimenti che fanno riferimento al dicastero dei laici, gli interventi più noti hanno interessato i Legionari di Cristo (p. Ghirlanda ha avuto uno specifico ruolo nei confronti del movimento laicale afferente alla Legione, il Regnum Christi), il Sodalizio, attivo in particolare in America Latina, e gli Araldi del Vangelo (fondato in Brasile).

La decisione relativa ai Memores non fa riferimento a fatti gravi e clamorosi come nei casi ricordati. Non risponde né a deviazioni dottrinali, né a discipline incompatibili. È legata a una questione specifica: la revisione del direttorio e degli statuti.

Fra governo e coscienza

Il testo del decreto (reso noto dal blog di Aldo Maria Valli, Duc in altum il 5 luglio) parte dalla recezione di un certo disagio interno all’associazione e da un ritardo di risposta alle sollecitazioni del dicastero stesso, facendo riferimento anche a una lettera del papa del gennaio 2020 in cui si chiede di «accogliere con docilità e spirito ecclesiale la voce della Chiesa, incaricata di vegliare sul buon esercizio dei carismi».

Il nucleo problematico maggiore verte sulla distinzione fra ambito di governo e ambito della coscienza dei membri, fra vincoli associativi e movimentisti e libertà personale e diritto alla riservatezza e, più in generale, al buon governo di una istituzione ecclesiale che ha ormai alle sue spalle il clima dello statu nascenti.

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Julian Carron

Esso investe il ruolo singolare di p. Julian Carron che è presidente del movimento Comunione e Liberazione e ha ereditato dalla precedente gestione del fondatore, don Luigi Giussani, il compito di consigliere ecclesiastico per i Memores.

L’intervento vaticano è indicativo di una duplice tensione: una interna fra chi sollecita il cambiamento statutario e chi no, e una in relazione al rapporto fra i Memores e il movimento. Non è necessario pensare a divergenze di orientamenti ecclesiali, quanto piuttosto al solidificarsi di ragioni proprie e a strumenti di maggiore funzionalità interni ad un’associazione di questa misura ed estensione.

Il compito del delegato pontificio è anzitutto di configurare uno statuto che preveda un nuovo equilibro fra consigliere ecclesiastico, presidente dell’associazione (ora Antonella Frongillo) e consiglio direttivo, con l’intento di «una netta separazione tra ambiti di governo dell’associazione e ambito della coscienza dei suoi membri». Con la cura di una più evidente rappresentatività degli strumenti di direzione. A questo fine verrà creata una commissione (interna) e avviata una procedura di consultazione fra tutte le case. Altro indirizzo prezioso è di favorire «un’opportuna pedagogia in ordine alla comprensione dell’ambito della coscienza, del foro interno sacramentale e non e del foro esterno».

Il carisma e il lavoro

Il tema del carisma evocato dalla lettera del papa sollecita la coscienza che i doni dello Spirito sono fatti anzitutto alla Chiesa e concretamente il carisma ha due riferimenti maggiori: da un lato, il patrimonio originale trasmesso dal fondatore e, dall’altro, l’esperienza spirituale e del vissuto dei membri. Il patrimonio valoriale condiviso è quello di una dedizione totale a Dio attraverso la pratica dei voti (personali, emessi in forma di proposito) in una vita comune che faciliti sia la contemplazione che la missione. I voti, solitamente espressi in un ordine inconsueto (obbedienza, povertà, castità) hanno la modalità di una promessa personale, però davanti ai membri del movimento, accolti in quando espressivi della forma di vita scelta da Gesù e trasmessa dal Vangelo.

Un accento molto forte è dato alla «casa» (al silenzio) e al lavoro. In un’intervista del 1989 don Giussani così diceva: «I Memores hanno tendenzialmente l’indicazione a vivere insieme in “case”, in una compagnia determinata da tre a dieci-dodici persone. La compagnia cui il Signore chiama dando la stessa vocazione costituisce come un segno sacramentale, in senso evidentemente analogico,  dove la presenza di Cristo e la dedizione ad essa si attua in modo da essere richiamata ogni giorno e in ogni momento, come primo ambito dove si impari a vivere la fede, ad affrontare e plasmare, secondo il vissuto amore a Cristo, la realtà del mondo» (30Giorni, maggio 1989). Da qui prende significato la dimensione del lavoro: «Occorre quindi che Cristo venga testimoniato dentro la realtà mondana, nella sua dinamica quotidiana, nel lavoro. Perché il lavoro è il fenomeno espressivo dell’attaccamento alla vita da parte dell’uomo, l’attività che concretizza l’immagine della sua realizzazione».

Un’attenzione alla dimensione personale e professionale, distante sia dalla connotazione ideologica, ma anche dalla dimensione dell’etica specifica. L’etica nella politica, l’etica nel sistema industriale ecc. sono considerate un’astrattezza con un’idea sbagliata del trascendente. Emergono dal vissuto dei Memores elementi di sollecitazione sia rispetto alle famiglie religiose più tradizionali (congregazioni e ordini), sia verso le derive secolarizzanti interne alle comunità cristiane. Il compito attuale sembra quello di presidiare l’originalità specifica dell’associazione dentro la piena appartenenza al movimento.

Quello che il fondatore indicava in una duplice indicazione. Da un lato, a chi gli suggeriva di affidare la direzione del movimento ai Memores rispondeva negativamente.  Dall’altro, così si esprimeva: «Il movimento per me è una grande grazia e i Memores Domini sono il momento più acuto di questa grazia».

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