USA: abusi e giusto processo

di:

preti

La tempesta di accuse contro i sacerdoti di abusi sessuali su minori ha creato il sospetto, spesso alimentato dai media, che ogni sacerdote contro cui vengono mosse accuse sia colpevole.

L’enorme danno che è stato perpetrato contro le molte vittime della crisi degli abusi sessuali non può essere sottovalutato, né possiamo sottovalutare ciò che la Chiesa deve fare per rendere giustizia a coloro che sono stati orrendamente feriti da membri del clero.

Ma è importante che le garanzie di un giusto processo per coloro che sono accusati di abusi siano rispettate, anche se lavoriamo per garantire la sicurezza di tutti i membri della Chiesa.

I preti americani

Una statistica inquietante tratta dal recente Studio nazionale sui sacerdoti cattolici, condotto dall’Università Cattolica d’America, mostra la mancanza di fiducia nelle tutele del giusto processo per i sacerdoti accusati di abusi sessuali.

In questa indagine, l’82% dei sacerdoti ha dichiarato di temere regolarmente di essere accusato ingiustamente di abusi sessuali, e solo il 36% dei sacerdoti diocesani credeva che le loro diocesi avrebbero fornito loro risorse sufficienti per difendersi in tribunale in caso di accuse (i ricercatori hanno contattato 10.000 sacerdoti cattolici, di cui 3.516 hanno risposto, conducendo poi ulteriori interviste approfondite con più di cento di essi).

“Il timore di un’applicazione impropria di queste politiche [del giusto processo] in una circostanza di presunto abuso preoccupa profondamente la maggior parte dei sacerdoti” – scrivono gli autori dello studio. “Molti sacerdoti diocesani, in particolare, temono di non essere adeguatamente supportati dalle loro diocesi e dai loro vescovi nel caso di una falsa accusa”.

Gli autori riferiscono anche che il 67% dei sacerdoti concorda sul fatto che una politica di tolleranza zero nei confronti degli abusi sessuali “dimostra positivamente i valori della Chiesa”, in particolare la “protezione dei deboli”.

Ma la creazione di un ambiente sicuro, la guarigione e la giustizia per i sopravvissuti agli abusi sessuali non sono incompatibili con un giusto processo per gli accusati. I sacerdoti vogliono avere la certezza della presunzione di innocenza mentre le accuse vengono indagate, e il giusto processo fa parte della giustizia per la comunità ferita dall’abuso sessuale di minori.

Le regole dopo un’accusa

Per vedere come il giusto processo si fa strada nella Chiesa, è utile guardare al sistema legale della Chiesa e ai suoi documenti di governo. Un contributo determinante della revisione del Codice di diritto canonico del 1983, il corpo ufficiale di leggi sistematicamente organizzate per il governo della Chiesa cattolica, è l’inclusione di diritti per tutti i fedeli cristiani (incluso il clero).

Il canone 220 garantisce il diritto alla “buona reputazione”. Il canone 221 elenca il diritto di rivendicare e difendere legittimamente i propri diritti nel foro ecclesiastico competente, il diritto di essere giudicati secondo le prescrizioni del diritto e il diritto di non essere puniti con pene canoniche se non a norma di legge. Il canone 1321, aggiunto nel 2021, sancisce la presunzione di innocenza.

Probabilmente, la sfida più seria a tali diritti dei chierici accusati di abusi sessuali avviene durante l'”indagine preliminare” prevista dal Codice di diritto canonico, quando emerge un’accusa di un possibile crimine. Il papa, i dicasteri romani e la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti hanno tutti emanato norme che includono il diritto dei chierici accusati a un giusto processo con la presunzione di innocenza.

Le “norme guida” della Conferenza episcopale statunitense, che stabiliscono le procedure da seguire dopo la formulazione di un’accusa (emanate con la “Carta di Dallas” e da allora aggiornate più volte), affermano che un’indagine preliminare deve iniziare “prontamente e obiettivamente”, durante la quale “l’accusato gode della presunzione di innocenza e saranno prese tutte le misure appropriate per proteggere la sua reputazione” (cf. pagina 23). Inoltre, l’accusato “sarà incoraggiato ad avvalersi dell’assistenza di un avvocato civile e canonico e sarà prontamente informato dei risultati dell’indagine”.

Nel tentativo di aiutare i vescovi a mettere in atto le procedure corrette da seguire nei casi di crimini sessuali contro i minori, il 5 giugno 2022 il Dicastero per la dottrina della fede ha pubblicato un vademecum aggiornato da seguire per una “prassi standardizzata”.

Il manuale chiarisce che l’indagine preliminare non è un processo, ma ha lo scopo di “raccogliere dati utili per un esame più approfondito” e “determinare la plausibilità della denuncia” (n. 33). Si afferma, inoltre, che bisogna fare attenzione a “evitare qualsiasi diffusione inopportuna o illecita al pubblico che possa pregiudicare le indagini successive o dare l’impressione che i fatti o la colpevolezza del chierico in questione siano già stati determinati con certezza” (n. 29).

È preoccupante che in questa fase importante, in cui è in gioco il futuro ministero dell’ecclesiastico, non sia richiesta alcuna assistenza o tutela legale durante l’interrogatorio della persona accusata: “trattandosi di una fase preliminare a un eventuale processo, non è obbligatorio nominare un difensore ufficiale. Tuttavia, se lo ritiene utile, può farsi assistere da un patrocinatore di sua scelta” (n. 54).

Senza un avvocato, l’accusato potrebbe fornire una testimonianza che potrebbe rendere più difficile la sua difesa o essere usata contro di lui in un successivo procedimento giudiziario o amministrativo.

Un sacerdote accusato è fortemente incoraggiato ad avvalersi di un avvocato durante l’indagine preliminare, poiché il vescovo può prendere “misure precauzionali” che possono includere l’esclusione dal ministero e l’allontanamento dalla residenza.

Il vademecum raccomanda di spiegare che la misura non è di natura penale, “per evitare che [l’accusato] pensi di essere già stato condannato e punito fin dall’inizio” (n. 61).

In merito, l’Associazione dei sacerdoti cattolici degli Stati Uniti ha preparato un’utile risorsa, The Rights of Priests, con indicazioni su come i sacerdoti potrebbero reagire quando vengono convocati in cancelleria senza essere a conoscenza dello scopo dell’incontro, tra cui: l’accompagnamento con un amico fidato; la richiesta di un sostegno diocesano per ottenere assistenza civile e canonica, se necessario; e un periodo di attesa prima di firmare accordi. Ma, anche prima dell’inizio di un processo formale o di un processo amministrativo, è possibile che il chierico accusato sia considerato dall’opinione pubblica come probabilmente colpevole di abusi sessuali su un minore.

Le norme del Codice di diritto canonico, le Norme essenziali della Conferenza episcopale USA e il vademecum stabiliscono il diritto a un giusto processo, ma questi diritti possono essere messi a repentaglio se l’accusato non ha le risorse finanziarie per organizzare una difesa adeguata.

Poiché le spese legali, sia canoniche che civili, potrebbero essere proibitive e quindi compromettere i diritti del giusto processo, una diocesi o un’eparchia potrebbe istituire un fondo ristretto a cui i sacerdoti potrebbero contribuire volontariamente, che potrebbe aiutare (con le dovute limitazioni) i sacerdoti accusati di cattiva condotta sessuale a sostenere le spese legali per un avvocato civile e canonico.

Nella mia diocesi di Rochester, molti anni fa è stata creata una Clergy Relief Society, a cui i sacerdoti versano volontariamente una somma fissa semestrale. Creata originariamente per aiutare i sacerdoti a pagare le spese mediche oltre i costi assicurativi, è stata recentemente ampliata per includere le spese legali fino a un importo massimo. Alcune diocesi rimborsano le spese legali di un sacerdote se, in seguito, viene scagionato.

Come il giusto processo può ripristinare la fiducia a tutti i livelli

Il Decreto sul ministero e la vita dei sacerdoti del concilio Vaticano II afferma che “i vescovi considerano i loro sacerdoti come fratelli e amici e si interessano con la massima sollecitudine al loro bene sia temporale che spirituale” (n. 7).

Quando si indaga sulle accuse mosse ai sacerdoti, è importante partire dalla presunzione di innocenza e mettere a disposizione degli accusati l’assistenza di avvocati. Si tratterebbe di passi concreti che potrebbero aiutare a ricostruire la fiducia nei rapporti tra vescovo e sacerdote.

È necessario mantenere un equilibrio tra l’azione penale e il giusto processo. I parrocchiani devono sapere che le vittime violate dai sacerdoti vedranno fatta giustizia sia dalla Chiesa sia dalla società.

Non tutte le vittime accetteranno i risultati delle indagini sulle possibili violazioni da parte del clero. Ma i parrocchiani devono anche sapere che i sacerdoti accusati, spesso uomini con i quali essi hanno condiviso il loro cammino spirituale, saranno trattati con giustizia e con il rispetto dei diritti del giusto processo.

  • Pubblicato sulla rivista dei gesuiti statunitensi America.
Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto