Il cristianesimo della gioia /15

di:

francesco

Prosegue la rubrica «Opzione Francesco», firmata dal teologo Armando Matteo per la rivista Vita Pastorale. Per gentile concessione del direttore, don Antonio Sciortino, la rubrica viene interamente ripresa e pubblicata in digitale su SettimanaNews.

Tramonta l’epoca della cristianità con l’avvento del cambiamento d’epoca, è tempo di dare vita ad un’immagine del cristianesimo che superi l’idea ancora tanto diffusa di essere unicamente un’esperienza di consolazione rispetto alla durezza di vita degli adulti. È tempo di mettere mano e cuore ad un’immaginazione nuova del cristianesimo. In tale direzione, l’Opzione Francesco trova nella prospettiva di fondo dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco il suo punto di luce e di discernimento decisivo.

È tempo, allora, che ci si apra all’annuncio del cristianesimo come esperienza della gioia: della gioia del Vangelo, più precisamente. Sarà così la gioia del Vangelo la leva grazie alla quale dare vita ad un’immagine del cristianesimo presente e futuro davvero in grado di toccare il cuore e le menti degli uomini e delle donne di oggi. Riascoltiamo almeno le prime righe di quel fondamentale documento di Francesco: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia».

Oltre la consolazione

È con queste nitide parole che papa Francesco sottolinea la reale conquista che sempre consegue chiunque si incontri con Gesù, chiunque permetta a Gesù di entrare nella propria esistenza, chiunque permetta a Gesù di fissarlo con i suoi occhi di misericordia e di predilezione. In questo contatto semplicemente nasce e rinasce la gioia. Ed è esattamente questo ciò che noi credenti di oggi possiamo e dobbiamo proporre ai nostri contemporanei, agli adulti specialmente, nel tempo del cambiamento d’epoca. Non più e non solo un’esperienza di consolazione, ma un’esperienza di gioia piena e vera.

Di conseguenza, la grande sfida che ora ci attende è esattamente quella di rimodellare ogni spazio ecclesiale, a partire da quello più a portata di mano per tutti che è la parrocchia, di modo che sia a tutti evidente che ciò che il cristianesimo offre è, sostanzialmente, un incontro di gioia e la gioia di un incontro con Gesù. Si dovrà così duramente lavorare, lasciando andar via molto del passato e dando vita a molto del futuro, affinché sia a tutti chiaro che, come credenti, non siamo più qui per offrire consolazione e contenimento per una vita adulta provata e infinitamente sfidata. Siamo qui per permettere a chiunque di incontrarsi con Gesù e sperimentare la gioia che consegue a questo incontro.

Siamo così chiamati a riconoscere che è unicamente a partire da una profonda trasformazione dell’agire pastorale concreto – il sempre auspicato «cambiamento di mentalità pastorale» di cui parla papa Francesco – che si potrà poi giungere a rendere diffusa la nuova immaginazione del cristianesimo come cristianesimo della gioia del Vangelo. Ne consegue che anche la pastorale del passato – quella legata alla figura dell’accompagnamento – deve essere sostituita con un’altra che possa meglio realizzare il suo specifico scopo: portare Gesù a tutti e portare tutti a Gesù.

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