Francesco, papa parsimonioso

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Il settimanale tedesco Die Zeit ha recentemente pubblicato un dossier in cui tra l’altro parla anche dell’utilizzo del calcolatore CO2 per ottenere delle risposte online sul proprio stile di vita, i consumi, i cibi di cui nutrirsi ecc. e le indicazioni dei valori medi per rimanere in forma. Tutto questo all’insegna del consumismo e della pubblicità che, durante i mesi estivi è particolarmente martellante.

Prendendo lo spunto da questo fenomeno, la giornalista tedesca Gudrun Sailer, operante da anni in Vaticano per l’agenzia katholisches,de ha scritto (15 luglio 2019) una breve corrispondenza per illustrare lo stile di vita di papa Francesco intitolando significativamente il servizio «Francesco, un papa parsimonioso».

«Abbiamo un papa parsimonioso» – scrive. «Ciò è naturalmente un fatto di coerenza. Se la parsimonia oggi è considerata ancora una virtù cristiana, allora la “colpa” è di Francesco perché con la sua lettera enciclica Laudato si’ l’ha resa attraente ad un apprezzato pubblico di buona volontà».

«Ma», si domanda la Sailer, «e lui?». «Il papa – risponde – è coerente con il suo no al consumismo maniacale».

Non solo le scarpe usate

Da dove iniziare? – si domanda la Sailer. Dalla sua prima comparsa in pubblico. Il 13 marzo 2013, la scena sul balcone può essere data per scontata: là c’è un papa appena eletto, in abito bianco, che parla con parole semplici. Le scarpe non si vedono, ma senza dubbio calza quelle di tutti i giorni – o meglio – quelle usate, di color nero, nelle cui pieghe sembra che ci sia ancora la polvere delle strade più povere di Buenos Aires. E, siccome le gente ha bisogno di simboli, queste scarpe sono diventate subito un simbolo del suo stile di vita e delle sue preoccupazioni.

Ma ci sono anche diverse altre cose che Bergoglio aveva portato con sé dall’Argentina e che continua ad usare anche oggi: la borsa da viaggio, molto utilizzata da vescovo, la montatura degli occhiali (sostituita soltanto a Roma nel negozio di un ottico sbalordito), la sua mitra preferita e anche la croce pettorale d’argento. L’aveva ricevuta per la sua consacrazione episcopale, nel 1992, a Buenos Aires e a Roma non volle sostituirla, anche se i papi portano in genere delle croci pettorali d’oro.

Certamente avrebbe potuto anch’egli averne una d’oro dagli stock di oggetti sacri del Vaticano, su cui, com’è noto, anche Benedetto XVI prestò giuramento: ciò non avrebbe comportato nessun gravame. Se Francesco decise diversamente è perché sa che la comparsa del papa è sempre osservata in maniera diversificata. E così molte cose sono rimaste negli armadi.

Mai in vita sua avrebbe indossato d’inverno un camauro felpato, stile rinascimentale, come osò fare una sola volta Benedetto (e poi si pentì). Francesco vuole mostrare la semplicità che predica.

Tutto sommato, anche la mania di aggiustare e riciclare di Francesco assomiglia a quella del nonno che ha vissuto la guerra. Ha cura del creato rimandando l’acquisto di cose nuove, finché quelle vecchie vanno ancora bene. Gretto? Scrupoloso? No, in linea con i tempi, e sono sempre più numerosi i giovani che trovano il loro cammino guardando al vecchio papa.

«È molto nobile – ha scritto nella Laudato si’ – farsi un dovere di aver cura del creato nelle piccole azioni di tutti i giorni». E «riutilizzare qualcosa, anziché scartarla in fretta, può costituire un gesto di amore che esprime la nostra dignità». Questo è esattamente il modo con cui Francesco si comporta.

Solo qualche volta esagera. Per esempio, nel 2015, a Ostia, è stato sorpreso con una tonaca dalle maniche consunte. Si trattò di un gesto di imitazione fin troppo accentuata del fondatore dell’Ordine dei mendicanti e suo patrono, Francesco d’Assisi. Ma non è più capitato.

Ma la parsimonia personale di Francesco si esprime naturalmente a ben altri livelli. Estate? Vacanze? Escursioni? Sì, le ferie le fa, ma fin dal 1976 le trascorre in sede, un tempo a Buenos Aires, oggi in Vaticano. Vacanze sul balcone? Sì, se ci fossero dei balconi anche se un po’ dimessi a Casa Santa Marta! Il papa non ha voluto trasferirsi nel Palazzo apostolico, un’abitazione che ritiene troppo grande per lui. Ora, già da sette anni abita a Santa Marta, in tre stanze.

Sobrietà

Non c’è il televisore nella sua suite: in seguito ad un voto alla Madonna del 15 luglio 1990, esattamente 29 anni fa, ha rinunciato alla televisione. Non ha nemmeno un PC. In luglio usa solo raramente l’aria condizionata.

Inutilizzata rimane anche la sontuosa residenza estiva papale a Castelgandolfo, sul lago Albano. Francesco ha dichiarato museo il palazzo rinascimentale con il suo parco – e al sabato la gente può comodamente recarvisi con il treno dalla Città del Vaticano per una scampagnata.

Siamo informati in maniera approssimativa anche sul parco macchine in Vaticano. Francesco lascia nel garage o ha messo in vendita le potenti Limousine che i papi precedenti avevano ricevuto in dono. La targa SCV1 figura su veicoli molto modesti come Ford Focus, Hyundai e Kia. All’interno dello Stato Vaticano, dal 2017, Francesco si muove con un’auto elettrica regalata, una Nissan Leaf. I donatori speravano di sostituire presto il parco macchine dell’intero garage. Se ciò è avvenuto non è dato di sapere da nessuna delle due parti. Così pure non sappiamo esattamente quale sia la dieta del papa. Possiamo soltanto supporre tranquillamente che Francesco non è vegano.

L’autore del servizio giornalistico su Die Zeit – conclude Gudrun Sailer – sostiene che la politica è più importante dello stile di vita per salvare il mondo. Francesco, da parte sua, consiglia di fare una cosa senza lasciare l’altra – come fa lui stesso. Egli parla delle crisi ecologica e della giusta risposta in tutti i continenti e regolarmente si rivolge anche agli uomini di stato.

Le conseguenze di un tale orientamento papale non possono essere inserite nel calcolatore CO2, ma chi lo sa? Forse risulterebbe che il papa, in certo senso, assorbe CO2 (anidride carbonica), come fosse una foresta vergine e non uno che viaggia molto in aereo.

 

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