Francesco in Romania: guardando all’Europa

di:

«Chiedo perdono – in nome della Chiesa al Signore e a voi – per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata». È il mea culpa di papa Francesco alla comunità rom, incontrata a Blaj durante l’ultima tappa del viaggio in Romania, un intenso 31 maggio, 1 e 2 giugno. Un viaggio in cui il papa ha sottolineato con vigore il tema della fraternità – categoria con cui guardare all’oggi per scongiurare tutti i tentativi di alzare trincee piuttosto che costruire strade.

Gli altri momenti da ricordare sono il Padre nostro recitato fianco a fianco al patriarca Daniel – ognuno per proprio conto ma all’interno di una liturgia comune, prima in latino e poi in romeno – e la beatificazione di sette vescovi martiri greco-cattolici vittime del regime comunista.

Memorabile anche la folla di 100 mila persone, in maggioranza di origine ungherese, che hanno sfidato il fango e la pioggia per assistere alla messa celebrata dal primo papa a raggiungere la Transilvania, nel santuario mariano di Sumuleu-Ciuc.

No alla «cultura dell’odio» e della paura, sì al dialogo e alla fraternità, ha ribadito papa Francesco.

E sul volo di ritorno ha raccontato come ha vissuto la preghiera del Padre nostro. «Non sono rimasto in silenzio, ho pregato il Padre nostro in italiano. Anche tu? Va bene. E ho visto, durante la preghiera del Padre nostro, che la maggioranza della gente sia in rumeno, sia in latino, pregava. La gente va oltre noi capi: noi capi dobbiamo fare degli equilibri diplomatici per assicurare che andiamo insieme. Ci sono delle abitudini, delle regole diplomatiche che è bene conservare perché le cose non si rovinino; ma il popolo prega insieme. Anche noi, quando siamo da soli, preghiamo insieme. Questa è una testimonianza. Io ho l’esperienza di preghiera con tanti, tanti pastori luterani, evangelici e anche ortodossi. I patriarchi sono aperti. Sì, anche noi cattolici abbiamo gente chiusa, che non vuole e dicono: No, gli ortodossi sono scismatici. Sono cose vecchie. Gli ortodossi sono cristiani. Ma ci sono dei gruppi cattolici un po’ integralisti: dobbiamo tollerarli, pregare per loro perché il Signore e lo Spirito Santo ammorbidiscano un po’ il cuore. Ma io ho pregato. Tutti e due. Non ho guardato Daniel, ma credo che lui abbia fatto lo stesso».

Le ideologie anti-UE

La fraternità e l’appello per un’Europa più unita è un’altra tematica affrontata nel viaggio. «L’Europa ha bisogno di sé stessa, di essere sé stessa, della propria identità, della propria unità, e superare con questo, con tante cose che la buona politica offre, superare le divisioni e le frontiere. Stiamo vedendo delle frontiere, in Europa: questo non fa bene. Nemmeno frontiere culturali, non fanno bene. È vero che ogni paese ha la propria cultura e deve custodirla, ma con lo spirito del poliedro: c’è una globalizzazione dove si rispettano le culture di tutti, ma tutti uniti. Ma per favore, l’Europa non si lasci vincere dal pessimismo o dalle ideologie, perché l’Europa, in questo momento, è attaccata non con cannoni o bombe, ma con ideologie: ideologie che non sono europee, che vengono da fuori o nascono in gruppetti europei, ma non sono grandi».

Tema che ha fatto da filo conduttore al discorso alle autorità. «Per affrontare i problemi di questa nuova fase storica, per individuare soluzioni efficaci e trovare la forza per applicarle, occorre far crescere la positiva collaborazione delle forze politiche, economiche, sociali e spirituali; è necessario camminare insieme, camminare in unità, e proporsi tutti con convinzione di non rinunciare alla vocazione più nobile a cui uno stato deve aspirare: farsi carico del bene comune del suo popolo. Camminare insieme, come modo di costruire la storia, richiede la nobiltà di rinunciare a qualcosa della propria visione o del proprio specifico interesse a favore di un disegno più ampio, in modo da creare un’armonia che consenta di procedere sicuri verso mete condivise. Questa è la nobiltà di base. In tal modo si può costruire una società inclusiva, (…) una società dove i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati, come intralci che impediscono alla “macchina” di camminare, ma come cittadini, come fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile; anzi, sono visti come la migliore verifica della reale bontà del modello di società che si viene costruendo. Quanto più infatti una società si prende a cuore la sorte dei più svantaggiati, tanto più può dirsi veramente civile».

Tessere il futuro

Infine, il tema della memoria: il passato come spinta per il futuro: dai martiri beatificati, durante l’incontro nella cattedrale ortodossa, l’impulso a «trovare la forza di lasciarci alle spalle il passato e di abbracciare insieme il presente». Tema ribadito nell’omelia al santuario di Sumuleu-Ciuc, e che possiamo considerare come il messaggio – e l’appello mariano – che lega i diversi momenti del viaggio. «Pellegrinare è l’impegno a lottare perché quelli che ieri erano rimasti indietro diventino i protagonisti del domani, e i protagonisti di oggi non siano lasciati indietro domani. E questo, fratelli e sorelle, richiede il lavoro artigianale di tessere insieme il futuro. Ecco perché siamo qui per dire insieme: Madre, insegnaci ad imbastire il futuro! (…) Camminiamo, e camminiamo insieme, rischiamo, lasciando che sia il Vangelo il lievito capace di impregnare tutto e di donare ai nostri popoli la gioia della salvezza, nell’unità e nella fratellanza».

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto