Pronti alla rottura?

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Burke a Treviso

C’è chi negli Stati Uniti ne è già convinto; ne attende l’ora e si basa su dati certi. Il cardinale gode certamente di grande simpatia in determinati ambienti del cattolicesimo americano. E lui ne è perfettamente consapevole.

Raymond Leo Burke nasce a Richland Center (Wisconsin) il 30 giugno 1948. Frequenta lo Holy Cross Seminar della piccola diocesi di La Crosse (Wisconsin), e studia alla Catholic University of America di Washington. Studia poi a Roma, alla Gregoriana, dove rimane fino alla sua ordinazione sacerdotale (29 giugno 1975). Alla Gregoriana consegue un dottorato in Diritto canonico nel 1984. A La Crosse viene assegnato alla chiesa cattedrale, diventa «moderatore di curia» e quindi vice cancelliere. Nel 1994, Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di La Crosse. Riceve la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1995 dallo stesso papa Wojtyla. Il 2 dicembre 2003 viene nominato arcivescovo metropolita di Saint Louis. Lascia l’arcidiocesi il 27 giugno 2008, quando papa Benedetto XVI lo nomina prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica e presidente della Corte di Cassazione della Città del Vaticano. Viene creato cardinale nel concistoro del 20 novembre 2010. L’8 novembre 2014 papa Francesco lo sposta dalla Segnatura nominandolo patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta. Burke ne resta profondamente offeso; non lo calma neppure la successiva nomina a membro della Congregazione delle cause dei santi (2015).

La voce di Burke

Burke ha sempre fatto parlare di sé. Nella piccola diocesi di La Crosse fece costruire un’enorme chiesa e un santuario dedicato alla Madonna di Guadalupe, senza badare a spese e ricevendo numerose critiche. A Saint Louis è stato aspramente contestato a motivo della sua conduzione dispotica. Il potente network cattolico Eternal Word Television Network (EWTN) gli ha offerto incondizionato appoggio. I programmi di EWTN coprono virtualmente il mondo intero, e hanno un elevato indice di ascolto – con grande soddisfazione – da parte dei conservatori cattolici. L’emittente è la voce di Burke e continua a essere la voce di coloro che non apprezzano gesti e istruzioni di papa Francesco, il quale non gode certo di buona considerazione. Anzi, il papa viene qualificato «non ortodosso».

Pressioni crescenti

Al contrario, il card. Burke viene sempre più rappresentato come il «modello» dei vescovi «ortodossi». Di recente – la notizia viene da una comunità monastica del Wisconsin, che invita a pregare per la «conversione» di Burke – il neo cardinale Tobin ha descritto la situazione parlando di una «balcanizzazione» della Chiesa negli USA. Già è in atto la conta dei vescovi ortodossi e dei vescovi non ortodossi. Ed è in aumento la pressione su Burke perché si metta apertamente a capo dei vescovi «ortodossi». In diversi monasteri, case religiose e parrocchie si fanno preghiere particolari per papa Francesco, che compie in questi giorni gli 80 anni.

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