2/ Un cambio d’epoca

di:

opzione francesco

Riprendiamo il secondo contributo della rubrica «Opzione Francesco», firmata dal teologo Armando Matteo per la rivista Vita Pastorale. Per gentile concessione del direttore, don Antonio Sciortino, la rubrica viene interamente pubblicata su Settimana News.

La prima coordinata dell’Opzione Francesco può essere indicata tramite un pensiero del Pontefice: «Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Siamo, dunque, in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali; costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza».

Per papa Francesco il nostro non è «un mondo che cambia», ma è un mondo che ha già subìto un radicale cambiamento. Appunto, un cambiamento d’epoca. Tale espressione, pur evocando complesse riflessioni sociologiche e antropologiche, vuole segnalare una verità molto semplice: la differenza tra noi e i nostri genitori non sta nel semplice accumulo di cose che essi non possedevano (cellulari, auto ibride, Dazn, Amazon…).

Certo, sta anche qui. Ma la differenza reale sta nel fatto che noi compiamo i gesti della quotidianità umana – come lavorare, amare, pensare al futuro, educare, prendere cibo… – in un modo qualitativamente differente dal loro. Non viviamo cioè solo di altre cose, ma viviamo l’umano di sempre in un modo milioni di volte differente dal loro! Questo è il punto. I nuovi oggetti di oggi sono come l’indizio di una verità più profonda: è il modo di essere al mondo da umani che è profondamente cambiato oggi.

Giusto per fare un esempio

Prendiamo le età della vita: quando si diventa oggi vecchi? L’unica risposta per noi possibile è: mai! Nessuno ha più intenzione di diventare o di essere vecchio. Non abbiamo più lo spazio mentale per qualcosa come la vecchiaia. Ecco, in presa diretta, il cambiamento d’epoca!

Si tratta di un salto, del sorgere di una differenza nei fondamentali dell’esistenza. E si tratta di un evento così radicale da segnare un vero e proprio spartiacque. Con tante conquiste ma anche con tante sfide inedite e decisive. E ancora: che cosa resta dei e ai giovani veri – quelli tra i venti e trent’anni – in una società in cui tutti si sentono e fanno di tutto per sentirsi giovani?

Ecco il punto: viviamo in modo diverso. Viviamo in un mondo diverso. E i cristiani non possono far finta di niente o attendere che le cose ritornino al mondo di prima. Non è più tempo di lottare contro il tempo, contro la realtà. Del resto, il cambiamento d’epoca che ci tocca in sorte, già ha dei riflessi profondi su una religione, come quella cristiana, che è interessata alla vita buona di tutti. In ogni tempo i cristiani organizzano la propria presenza nella storia di modo che la vita di tutti possa fiorire grazie all’incontro con Gesù.

Ebbene, il nuovo modo di pensare e di agire l’umano oggi – il cambiamento d’epoca, in breve – fa saltare in aria la pastorale ereditata, cioè quel modo di dare il cibo (pastore è colui che dà il «pasto») agli uomini e alle donne in vista della loro vita buona, che abbiamo potuto felicemente utilizzare sino a oggi.

 

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6 Commenti

  1. Fabio Cittadini 6 febbraio 2022
  2. Salvo Coco 5 febbraio 2022
    • Gian Piero 6 febbraio 2022
      • Lorenzo M. 7 febbraio 2022
      • Davide 7 febbraio 2022
      • Paolo 8 febbraio 2022

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