Il Sinodo comincia adesso

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Dopo la conclusione del sinodo, la Federazione tedesca dei giovani cattolici (BDKJ) traccia un primo bilancio. Il presidente, Thomas Andonie, uditore al sinodo, si è dichiarato soddisfatto dei risultati ottenuti, anche se su alcuni temi avrebbe desiderato qualcosa di più. Determinante comunque adesso, a suo modo di vedere, sarà come la Chiesa in ogni parte del mondo metterà in pratica le linee approvate dai Padri sinodali contenute nel documento finale.

Habemus Documentum! Si potuto quasi toccare con mano come la tensione nella sala del sinodo si sia allentata dopo il voto. Rilassati, esauriti, ma contenti, abbiamo celebrato sabato sera la conclusione dei lavori. Non abbiamo fatto festa perché il sinodo era finito, ma perché è stata posta una prima pietra per il proseguimento dei lavori.

Dallo scetticismo all’euforia

Ho dietro di me quattro settimane intense ed entusiasmanti: un avvicendarsi di sentimenti, da un grande scetticismo all’euforia. Ho potuto presentare in aula sinodale, davanti alla Chiesa di tutto il mondo, i problemi dei giovani e intervenire per chiedere un cambiamento della Chiesa, in modo che possa adempiere meglio la sua missione. Sono molto riconoscente per avere avuto la possibilità di farlo.

Nelle settimane trascorse ho capito chiaramente ciò che un sinodo può fare e cosa no. I vescovi di tutto il mondo si sono riuniti per discutere le cose essenziali, cosa che hanno fatto. Sono contento del documento finale! I vescovi hanno ascoltato e hanno preso sul serio i problemi dei giovani.

Ma sottolineo: il lavoro comincia soltanto adesso. Abbiamo davanti un tempo significativo in cui le preoccupazioni dei giovani devono essere tradotte in pratica in Germania. Il sinodo ha posto in questo senso la base. Su di essa dobbiamo ora costruire «a tutti i livelli della Chiesa»: nelle parrocchie, nei decanati, nelle diocesi e anche sul piano regionale e nazionale.

Come rappresentante dei giovani della Germania, nel mio intervento ho parlato di quattro temi importanti: la violenza sessuale, il ruolo della donna nella Chiesa, la morale sessuale e l’accompagnamento. In tutti e quattro gli argomenti abbiamo compiuto dei progressi – su l’uno di più, sull’altro meno. Sulla violenza sessuale il documento conclusivo afferma che deve essere estirpata dalla radice, questo è chiaro. Ma alle molte parole devono seguire ora i fatti! Quali strutture favoriscono la violenza sessuale? Lo studio sugli abusi effettuato in Germania ha già fornito degli approcci su cui i responsabili della Chiesa devono ora lavorare.

Difficile per alcuni vescovi accettare le persone come sono

Sul ruolo della donna è detto che le donne devono essere presenti a tutti i livelli della Chiesa, anche nei ruoli di guida. È una dichiarazione importante – finalmente! Da noi, nella BDKJ ciò funziona molto bene già da alcuni decenni e noi ora dobbiamo riflettere per la Germania che cosa concretamente vuol dire e su quali obiettivi trovarci d’accordo. È una delle richieste di molti giovani, uomini e donne!

Riguardo al problema con cui la Chiesa tratta del partenariato di genere, vedo che molti vescovi trovano ancora difficile accettare le persone come vivono e come sono. Nella valutazione di questo problema si percepisce anche una grande tensione tra i vescovi. A questo riguardo, tuttavia, avrei desiderato più coraggio e, nei giovani, una maggior fiducia.

Ma nel documento viene chiarito che sono gli stessi giovani gli esperti del loro mondo di fede e di vita. Nelle associazioni giovanili ciò è già da lungo una prassi vissuta. Mi fa particolarmente piacere che nel sinodo il tema dell’accompagnamento dei giovani abbia avuto molto spazio. Il principio assodato «la gioventù guida la gioventù» nel documento finale è riconosciuto anche dal punto di vista ecclesiale: i giovani si accompagnano vicendevolmente! Questo è un grande valore aggiunto del sinodo.

Tuttavia, oltre all’accompagnamento dei giovani tra di loro, c’è bisogno anche di un buon quadro affidabile di riferimento, del sostegno di accompagnatori e accompagnatrici pastorali. Anche a questo riguardo si trova una significativa dichiarazione del sinodo.

In continuazione con i lavori sinodali dobbiamo ora riflettere in maniera seria su come devono essere le nuove vie e le condizioni per le vocazioni pastorali. La nostra assemblea generale del BDKJ con la risoluzione «La Chiesa si auto-reclamizza» ha già fatto una proposta.

Oltre ai numerosi scambi e discussioni, nel sinodo mi sono piaciute molto le conversazioni a tavola dove risiedeva la nostra comunità del BDKJ. Abbiamo avuto, tra l’altro, come ospiti il giovane vescovo Stefan Oster salesiano, fr. Alois, priore di Taizé, e padre Clemens Blattert sj. Insieme abbiamo parlato degli argomenti del sinodo e di altri problemi che ci stavano a cuore. Queste sere sono state per me un tempo estremamente prezioso.

Adesso, fare le valigie e prendere l’aereo

Dopo quattro settimane a Roma, per me vuol dire ora fare le valigie e prendere l’aereo. Il lavoro sul piano della Chiesa universale nel sinodo dei vescovi è per noi terminato; adesso comincia in Germania. Noi come BDKJ, in quanto rappresentanti di 660.000 ragazzi e giovani presenti in 17 associazioni, dobbiamo offrire il nostro contributo. Da noi ci sono giovani di diverso carattere e orientamento che camminano insieme. Con la partecipazione dei giovani facciamo continuamente delle buone esperienze. È tempo di rafforzare ulteriormente gli elementi di partecipazione anche ad altri livelli della nostra Chiesa.

Dal mio intervento al sinodo

«Attualmente ci assilla soprattutto un problema: in Germania, il 5% dei preti diocesani, dalla metà del secolo scorso fino al 2014, sono stati accusati di aver usato violenza sessuale su ragazzi e adolescenti. E non solo in Germania, ma anche negli Stati Uniti, in Messico, in Australia, in Cile, ovunque è successo, e dobbiamo pensare che ciò continuerà a succedere. Si tratta di una catastrofe.

È necessario ora ascoltare e prendersi cura delle persone colpite, effettuare adeguati risarcimenti, compiere indagini indipendenti sugli occultamenti, assumersi le proprie responsabilità, allontanare gli autori dal servizio ecclesiastico e prendere misure di prevenzione comuni e strutturali sicure.

Ma ciò non basta! Dobbiamo mettere sotto indagine le strutture clericali. Non si tratta di casi singoli, il problema sta nel sistema!

Nessuna giustificazione del diritto canonico può reggere quando è chiaro che, attraverso di essa, è stata favorita la violenza sessuale. Non c’è nessun paragrafo nel diritto canonico che sia più sacro della dignità umana. Ora non servono più le parole, contano solo i fatti. Se la Chiesa non combatterà e non metterà fine decisamente a questi comportamenti immorali, non riacquisterà la sua credibilità e la fiducia, soprattutto tra i giovani. Ed è tutto inutile ciò che noi qui diciamo.

Oltre a questo importante argomento, vorrei accennare ad altri tre, che riguardano sostanzialmente l’“essere autenticamente Chiesa” per i giovani.

  1. Il ruolo della donna: non possiamo continuare a escludere il 50% della popolazione dalla leadership della Chiesa. Molte giovani donne non trovano nella Chiesa, a causa di questa ingiustizia, la loro casa. E al problema della leadership è collegato anche quello dell’ordinazione. Nelle associazioni giovanili lavorano insieme donne e uomini, laici e preti su un piano paritario e di genere e mostrano quanto arricchente sia essere diversificati.
  2. La morale sessuale della Chiesa: gran parte dei giovani rifiuta la morale sessuale della Chiesa, soprattutto il suo atteggiamento verso i partner del medesimo sesso e i rapporti prematrimoniali. Essi capiscono molto bene cosa la Chiesa chiede loro, ma hanno – come cristiani battezzati e cresimati – semplicemente un’opinione diversa. Per loro sono particolarmente importanti valori come la fedeltà e la responsabilità reciproca. Soltanto quando la Chiesa sarà pronta a riconoscere queste realtà della vita, potrà entrare nuovamente in dialogo con i giovani.
  3. Circa l’accompagnamento: nelle nostre associazioni giovanili, i giovani si aiutano l’un l’altro a trovare la loro vocazione. Ciò corrisponde al nostro principio basilare: la gioventù guida la gioventù! Tuttavia, a questo scopo, hanno bisogno di una buona formazione e del sostegno di buoni operatori e operatrici pastorali. Ci preoccupa molto che in Germania ci siano sempre meno persone pronte ad abbracciare un compito pastorale. Anche a questo riguardo sono necessari dei cambiamenti per offrire ai giovani un buon servizio personale. La pastorale vocazionale dev’essere pensata nella sua ampiezza e come parte naturale di una pastorale giovanile diversificata.

Sappiamo che la realizzazione di una “Chiesa autentica” risiede anche nella nostra responsabilità. Noi ci assumiamo questo compito. Ed è proprio per questo che io parlo qui apertamente a voi; abbiamo bisogno di una maggiore partecipazione dei giovani. Discutiamone apertamente. Affrontate concretamente i problemi di cui ho parlato. Promovete il decentramento. È tempo di rispondere in modo migliore alla missione di Gesù e del suo Regno».

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Un commento

  1. Claudio 1 novembre 2018

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