CELAM: bilancio e nuovi orizzonti

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Il CELAM ha fatto il punto sull’ultimo quadriennio 2019-2023: Chiesa latinoamericana e caraibica in uscita, povera per i poveri e samaritana. Nello stesso tempo ha tracciato nuovi orizzonti, guardando lontano in chiave missionaria per il prossimo quadriennio 2023-2027.

celam assemblea

La 37ª Assemblea generale ordinaria del CELAM, che si era tenuta a Tegucigalpa (Honduras) dal 13 al 18 maggio 2019, aveva segnato l’inizio di un itinerario di rinnovamento e di ristrutturazione all’interno del Consiglio episcopale, in armonia con la riforma della Chiesa universale. Il cammino percorso nel quadriennio è stato descritto in apertura della 39ª Assemblea generale ordinaria, che ha avuto luogo a Puerto Rico dal 16 al 19 maggio sul tema “Collegialità, ecclesialità e sinodalità per la missione”.

Servire con passione

Quello vissuto è stato un tempo in cui si è voluto rispondere con passione alle sfide pastorali del continente, come ha chiesto papa Francesco, il quale aveva affermato: «Se vogliamo servire la nostra America Latina col CELAM, lo dobbiamo fare con passione. Oggi ci vuole passione. Mettiamo il cuore in tutto ciò che facciamo».

La prospettiva ecclesiologica è stata quella del Concilio Vaticano II, assunta nelle cinque Conferenze generali dell’Episcopato latinoamericano e nella 1ª Assemblea ecclesiale dell’America Latina. Un cammino caratterizzato dall’opzione preferenziale per i poveri e dalla preoccupazione per l’ecologia e la difesa della “casa comune”, che ha configurato il volto di una Chiesa latinoamericana e caraibica in uscita, povera per i poveri e samaritana.

A Tegucigalpa, il CELAM aveva fatta sua la necessità di discernere e di rispondere ai segni dei tempi con parresia, attraverso sette convinzioni, che hanno definito il CELAM un organismo necessario e attuale, di carattere sussidiario, in relazione diretta con le Conferenze episcopali, per essere una scuola di sinodalità, con una programmazione più adeguata, e con un’ampia offerta formativa attraverso il Cebitepal.

Da lì sono derivati i nove principi che hanno guidato il processo di rinnovamento e di ristrutturazione del CELAM, in chiave sinodale, collegiale, di conversione integrale, con voce profetica, visione integratrice e incidenza, in quanto rete di reti, decentralizzata e con un senso di appartenenza, accogliendo e contribuendo al magistero della Chiesa.

Quattro Centri pastorali come nucleo centrale

Il fulcro di questo rinnovamento ha riguardato la creazione di quattro Centri pastorali:

  • un Centro di gestione della conoscenza, con lo scopo di migliorare la capacità della Chiesa di analizzare la realtà su base scientifica, di ascoltare le popolazioni e di rafforzare la sua voce profetica nel continente;
  • un Centro per i programmi e le reti di azione pastorale, per articolare collegamenti territoriali e tematiche su ecologia, migrazione, donne, popolazioni indigene, popoli afro e garífuna (gruppo etnico di diverse regioni dell’America Centrale e dei Caraibi);
  • il Cebitepal, che opera nel campo della formazione;
  • un Centro per la comunicazione, per rinnovare e rafforzare la capacità di comunicazione della Chiesa nel continente e la sua incidenza profetica.

Questi Centri Pastorali coordinano le loro linee di lavoro attorno a tre assi che raccolgono i quattro sogni espressi da papa Francesco nella Querida Amazonia.

Si è così guadagnato in efficienza e qualità, lavoro in rete, animazione di processi, collegialità e sinodalità, allargando la partecipazione del popolo di Dio, per il superamento dell’autoreferenzialità e del clericalismo. Tutto questo è gestito dal Comitato di coordinamento in sintonia con diverse organizzazioni della Chiesa nel continente.

Prima Assemblea ecclesiale: riprendere Aparecida

Riguardo alla 1ª Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi, è stato chiarito che si è trattato di una proposta di papa Francesco, che aveva auspicato «un’iniziativa di stampo sinodale che permettesse di riprendere e di valorizzare la ricchezza della Conferenza di Aparecida», da cui «abbiamo ancora molto da imparare».

Nel rapporto del quadriennio trascorso è stato ricordato il cammino di quella assemblea, svoltasi dal 21 al 28 novembre 2021 in Messico, con la partecipazione di 1.104 membri, in maggioranza laici e laiche, in cui si è sottolineato l’ampio processo di ascolto, promosso in un tempo segnato dalle limitazioni di incontri faccia a faccia imposti dalla pandemia del coronavirus.

Ne sono derivate 41 sfide pastorali, raggruppate in sette nuclei tematici, quali strumenti di lavoro per le commissioni di valutazione a diversi livelli. Tutto questo è stato inserito nel testo “Per una Chiesa sinodale in uscita verso le periferie”, pubblicato nel novembre 2022.

Sinodo 2021-2024: pieno sostegno e collaborazione del CELAM

Riguardo al Sinodo 2021-2024, che ha come tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, la relazione della Presidenza del CELAM ha dichiarato «di avere aperto itinerari insoliti di ascolto, di dialogo e di discernimento alla luce dello Spirito e al ritmo di ciascuna delle tappe previste», cercando di concretizzare l’invito di papa Francesco a cogliere con entusiasmo l’avventura di “camminare insieme”.

Un processo in cui il CELAM ha offerto pieno appoggio e collaborazione a ciascuna delle richieste della Segreteria generale del Sinodo: appoggio ribadito nella 1ª Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi, che è andato concretizzandosi in alcuni impegni assunti dal CELAM.

Ciò che appare come il contributo principale del CELAM al Sinodo è l’organizzazione e la realizzazione della Fase continentale del Sinodo nelle quattro Assemblee regionali in cui è stato privilegiato il discernimento comunitario attraverso il metodo del dialogo spirituale. Hanno partecipato più di 400 persone ed è stato preparato il Documento di sintesi continentale.

Nuova sede del CELAM a servizio della Chiesa nel continente

La nuova sede del CELAM è stata inaugurata il 12 luglio 2022. «Essa si colloca nel contesto del processo di rinnovamento e di ristrutturazione del CELAM, perché non ci possono essere nuove strutture se non c’è un rinnovamento interno che le alimenti e le nutra», è stato sottolineato al momento dell’inaugurazione.

Si tratta di uno spazio posto «al servizio delle 22 Conferenze episcopali del continente e della Chiesa latinoamericana e caraibica, che permette di testimoniare una Chiesa in uscita, più sinodale, che assume le sfide di questo tempo offrendo servizi pastorali del tutto migliori».

Collaborazione con altri organismi

Infine, si è voluto mostrare che «l’opzione per i poveri e i più vulnerabili nel continente latinoamericano e caraibico ha portato il CELAM ad assumere, durante il mandato 2019-2023, nuove sfide nella prospettiva della comunione, della collegialità e della sinodalità».

Tra queste, la collaborazione con la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia, la politica del CELAM per la prevenzione e la cura, con la creazione di una commissione appropriata, in comunione con gli orientamenti e le azioni adottate dalla Chiesa universale, seguendo gli orientamenti del sommo pontefice.

Fra i progetti è da sottolineare anche il Fondo Populorum Progressio, creato da Paolo VI «per aiutare i contadini poveri e promuovere la riforma agraria, la giustizia sociale e la pace in America Latina». La Fondazione Populorum Progressio, nacque nel 1992 e fu definita da Giovanni Paolo II «un gesto d’amore della Chiesa in solidarietà con i più abbandonati e bisognosi di protezione, come le popolazioni indigene, meticce e afroamericane».

Nel settembre 2022, papa Francesco decise di creare questo fondo, affidando al CELAM il compito di aiutare nell’analisi dei progetti e della loro attuazione, proseguendo il lavoro congiunto con la Curia romana attraverso il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. In questo modo si cerca di continuare a «rendere visibile l’opzione preferenziale per i più poveri che caratterizza la Chiesa latinoamericana e caraibica».

39ª Assemblea generale ordinaria del CELAM (Porto Rico 16-19 maggio)

Dopo aver ascoltato le relazioni sul cammino compiuto dalla presidenza e dai centri pastorali negli ultimi quattro anni, il CELAM  guarda ora avanti per delineare “orizzonti di futuro” con uno sguardo lungimirante.

Trovare orizzonti teologico-pastorali per l’amministrazione 2023-2027 alla luce dell’Assemblea ecclesiale e di una Chiesa sinodale in uscita, è stato infatti l’oggetto della relazione di Mauricio López e di Carlos Galli alla 39ª Assemblea generale ordinaria del CELAM, che si è tenuta a Puerto Rico dal 16 al 19 maggio scorso.

Mauricio López ha affrontato il problema con una riflessione su “Il cammino sinodale del CELAM come processo di conversione: apprendimento, connessione regionale con l’universale, sfide e speranze”.

Nel suo intervento, López, direttore del Centro per le reti e l’azione pastorale (CEPRAP), si è ricollegato con l’Assemblea generale di Tegucigalpa del 2019. In quella sede si era cercato di fare una seria analisi e un discernimento sulla missione pastorale del CELAM, per incoraggiarlo a diventare scuola di sinodalità e rispondere all’invito del Vaticano II a una riforma permanente della Chiesa, basata su una nuova ecclesiologia e sul popolo di Dio come soggetto storico dell’evangelizzazione, secondo la richiesta di Aparecida ad essere discepoli missionari e ad assumere un carattere decisamente missionario.

Questo invito si era concretizzato in una struttura più sinodale, attraverso i quattro centri pastorali, considerati come istanze di servizio, avendo come asse una Chiesa sinodale e in uscita, lo sviluppo umano integrale e l’ecologia integrale, ispirandosi ai quattro sogni di papa Francesco nella Querida Amazonía, in riferimento agli orizzonti specifici dell’azione pastorale del CELAM.

Le sfide del prossimo quadriennio

Volendo mostrare gli orizzonti teologico-pastorali per il progetto globale del CELAM 2024-2027, alla luce dell’Assemblea ecclesiale, in una Chiesa sinodale missionaria, i partecipanti si sono confrontati, sulla base della realtà sociale ed ecclesiale del continente, sulla proiezione e sugli orientamenti per il quadriennio 2023-2027.

In un incontro per regione, sono state presentate le principali sfide del CELAM per il prossimo quadriennio, tra cui: la necessità di formarsi alla spiritualità della sinodalità; l’impegno per le piccole comunità; l’auspicio che la nuova presidenza visiti le Conferenze episcopali per ascoltare i vescovi. Oltre a ciò, hanno insistito nel rendere ragione della loro speranza e, di fronte alla crisi del pensiero, nel continuare a favorire spazi di riflessione.

L’assemblea ha sottolineato anche la necessità di diffondere la Dottrina sociale della Chiesa in tutti gli ambiti e rafforzare la conversione missionaria in tutto il continente, cercando anche di portare il proprio contributo come Chiesa nel mondo della politica; inoltre, vivendo nel CELAM il senso della sussidiarietà, rafforzando la regionalizzazione come strumento di incontro, rivalutando il battesimo come sacramento fondamentale e come base di una Chiesa sinodale.

Sono sfide che richiedono progetti derivanti dalle esigenze delle Conferenze che cercano di far conoscere il CELAM ai vescovi di recente nomina e di favorire il dialogo con il mondo su questioni trasversali rafforzando la pietà popolare.

Altri elementi sono stati lo stimolo della prospettiva sinodale ecclesiale del CELAM, la promozione di una seconda Assemblea ecclesiale, il rafforzamento dell’équipe di comunicazione e la sua articolazione con le Conferenze episcopali.

La 39ª Assemblea generale del CELAM di Porto Rico ha scelto anche il suo nuovo presidente nella persona di Dom Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, recentemente eletto presidente della Conferenza episcopale nazionale del Brasile (CNBB).

Nato il 6 settembre 1960 a Gaspar, nello Stato brasiliano di Santa Catarina, dom Spengler è membro dell’ordine dei frati minori francescani, come del resto il suo predecessore, mons. Miguel Cabrejos.

Nel contempo, sono stati eletti anche gli altri componenti della presidenza. Sarà ora loro compito affrontate le sfide segnalate nell’assembla di Porto Rico. «Quel poco che abbiamo – ha affermato Jaime Spengler nel suo primo intervento come presidente del CELAM – lo offriamo al nostro popolo, alla nostra gente, a Gesù e al suo Vangelo». E ha aggiunto: «Là fuori vi è certamente una folla che desidera una parola di fede, di speranza, una folla che non è con noi. Di qui la necessità sempre presente di essere una Chiesa in uscita, una Chiesa missionaria».

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