Confessione istruzioni per l’uso

di:
Valli, C'era una volta la confessione

Aldo Maria Valli, C’era una volta la confessione

Prende le mosse da un ricordo fa impresso nella mente di un «ragazzino ambrosiano» di 50 anni fa l’inchiesta su «un sacramento in crisi» firmata da Aldo Maria Valli, vaticanista del TG1, che affronta i nodi della confessione oggi.

Dall’immagine di quei ragazzini, reduci dalla partita sul campetto dell’oratorio, in fila con un cartoncino in mano per aiutare l’esame di coscienza e poi «fagocitati» in quel «guscio di legno con tende viola» ad ascoltare il parroco dietro una grata, allo stato in cui si trova oggi il quarto sacramento. Fino alla domanda se esiste ancora il senso del peccato, e soprattutto: «ma ci crediamo veramente al perdono?».

Non è un testo di teologia, dichiara subito l’Autore, bensì il risultato di un’inchiesta giornalistica condotta con grande serietà, e senza dare «nulla di scontato», sulla realtà del sacramento, così come è presente nella Chiesa di oggi, a 50 anni dal Concilio.

Si inizia sottolineando il problema dei nomi – confessione, penitenza, riconciliazione, conversione, guarigione – con i quali viene indicato dalla Chiesa nei suoi documenti, a partire dal catechismo, per scorrere velocemente sulla sua storia complessa e alla riforma del Vaticano II.

È sui «numeri che non tornano» che si sofferma subito il giornalista: nella ricerca Religione all’italiana (2011) il sociologo Franco Garelli rivela che il 46% degli italiani afferma di credere e l’86,1% si dichiara cattolico, ma il 28,3% dice di non confessarsi mai e il 20,7% lo fa molto raramente. Tra i motivi addotti l’imputato numero uno è il confessore e il rapporto di necessaria mediazione con Dio attraverso un uomo. La realtà è variegata e, se la fuga dal confessionale è un dato di fatto, lo stesso si può dire per le forme alternative previste dall’Ordo del 1974, pressoché inesistenti (leggi confessione comunitaria con assoluzione individuale).

Ne emerge un quadro tra luci ed ombre dove i penitenti puntano il dito sui confessori, spesso lontani e frettolosi, mentre dietro il confessionale si stigmatizza il vecchio elenco dei peccati e la routine. Uno spiraglio lo aprono alcuni confessori volti a migliorare la qualità con l’offerta di un momento di sosta per riflettere sulla direzione della propria vita, nella fiducia reciproca che talvolta finisce per trasformarsi in direzione spirituale.

Senza sottovalutare il richiamo dei santuari e l’effetto Bergoglio, il papa che ci mostra il Dio di misericordia, che «perdona sempre, perdona tutto».


Aldo Maria Valli, C’era una volta la confessione, Editrice Ancora, Milano 2016, pp. 128 € 9,50.

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