Domenico Pompili: la fede nel terremoto

di:

Il 18 gennaio la terra è tornata a tremare nell’Italia centrale (Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria). A distanza di mesi dalle prime violenti scosse (24 agosto e 30 ottobre 2016) e delle oltre 500 di assestamento il terremoto è sorprendentemente riapparso. Si sono aggiunti la neve e il freddo. La gente è provata, le istituzioni fanno quello che possono e le comunità cristiane si interrogano.

Domenico Pompili, vescovo di Rieti, durante la celebrazione ad Amatrice, 24 settembre 2016

Domenico Pompili, vescovo di Rieti, durante la celebrazione ad Amatrice, 24 settembre 2016

Sulla dimensione della fede nel tempo del terremoto ha scritto poche ma sapienti pagine il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, nella lettera per l’Avvento, il 27 novembre scorso (L’atto di fede). «Viviamo alla giornata, come i malati terminali. Ci ritroviamo così inebetiti, silenti, chiusi in noi stessi. Pudichi rispetto alla paura, specie quando abbiamo a che fare con i bambini e gli anziani che ci sono affidati, così poco capaci di elaborarla e contrastarla».

«C’è chi è arrivato a dire, o a scrivere, che il terremoto è una punizione divina. Dovrebbe rileggere il libro di Giobbe. Scoprirebbe l’insensatezza e la falsa religione del “teorema della retribuzione”. Come se “ce lo siamo meritati” possa essere una risposta alle nostre domande addolorate. L’idea di un Dio che premia e punisce in questo modo è infantile. Lascia il cielo drammaticamente vuoto. La nostra sofferenza apre lo sguardo a un Dio diverso». «Ci sono tre tappe di questo cammino di saggezza che ci possono aiutare. La prima è appunto il rifiuto di un’idea retributiva: essere consapevoli che “Dio non ha voluto punirci”. La seconda è lasciare spazio al dolore: “Fino a quando Signore?”. Si può essere arrabbiati con Dio: è l’impazienza della speranza. La stessa che, col suo linguaggio paradossale, descrive Lutero: “Ci sono più lodi splendide in certe bestemmie di disperati che salgono in cielo, che in tante lodi compassate di persone che stanno bene”. La terza tappa, infine, è del “credere senza garanzia”. È riconoscere che per credere non c’è bisogno di spiegare l’origine della sofferenza. Non si ama Dio perché esaudisce i nostri desideri, né lo si odia se il male piomba nelle nostre vite. Giobbe, alla fine, è capace di amare Dio “per nulla”.

Siamo noi i primi a dover essere ricostruiti, a partire dai legami. Si riparte «non dal “si salvi chi può”, ma dal salvarsi a vicenda. Attraversando insieme il vuoto, il deserto, le macerie di un mondo che fino a ieri sembrava un’oasi». «Siamo nella condizione di rendere di nuovo abitabile un piccolo paradiso diventato deserto. Di dare forma con ogni nostro gesto al mondo nuovo che nascerà dalle macerie. Facciamolo con fede adulta, tenendoci per mano, invitando chi ancora sta dietro le porte chiuse a camminare con noi».

L’Italia è stata spesso provata dai drammi provocati dai sismi: in Friuli il 6 maggio 1976, in Irpinia il 23 novembre 1980, in Umbria il 26 settembre 1997, in Aquila e Abruzzo il 6 aprile 2009, in Emilia-Romagna il maggio-giugno del 2012 e ora, fra agosto 2016 e gennaio 2017 nell’Italia centrale. Ripercorrere quanto i pastori delle Chiese locali hanno scritto alle loro Chiese è un cammino oltre una teodicea che per garantire la potenza e il bene in Dio ha bisogno di “penalizzare” l’uomo, rimuovere la paradossalità del male e riproporre il “teorema della retribuzione” (cf. Sett. 29-30/2012 pp. 8-9; 20/2013 p. 14). Lascia alle nostre spalle l’aspra polemica fra Pierre Bayle e Gottfried Leibniz e il Poema sul disastro di Lisbona di François Voltaire, ma soprattutto, prende in carico la necessità di dare parola e interpretazione ai fatti, senza edulcorarli e senza sottrarsi all’impegno per una risposta operativa e solidale.

Print Friendly, PDF & Email
Tags:

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto