Giordania: coesistenza di culture e fedi

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La ringrazio molto Maestà di questa accoglienza. È stato un onore accogliere lei e la Regina Rania al Quirinale tre anni fa.

Vorrei ripetere, alla presenza delle delegazioni, che noi consideriamo il Regno hascemita di Giordania un punto di riferimento fondamentale perché la linea di ricerca di pace, dialogo, coesistenza tra culture, tra fedi religiose è l’unica chiave per risolvere i problemi che vi sono in Medio oriente ma anche al di fuori del Medio oriente, in tante parti del mondo.

Il premio simbolico, ma significativo, che giorni fa le è stato consegnato ad Assisi è la dimostrazione di questa grande fiducia e di questo apprezzamento nei confronti dell’azione che lei svolge, Maestà.

Condividiamo una quantità di obiettivi e di criteri di valutazione. Abbiamo l’obiettivo che l’area del Mediterraneo sia un’area di pace, di dialogo e di collaborazione, di sviluppo economico e sociale. E questo si può fare soltanto attraverso il dialogo. È la linea che qui in Medio oriente lei personalmente e la Giordania sviluppate. La nostra collaborazione è intensa. Dobbiamo accrescerla interiormente in tutti campi, dalla sicurezza al piano economico e culturale dove già la collaborazione intensa.

Vorrei aggiungere l’ammirazione per l’accoglienza che il suo Regno ha realizzato per i profughi siriani, dopo l’esperienza che da decenni la Giordania ha fatto con i palestinesi, gli iracheni e con tanti profughi provenienti da varie parti della Regione.

Ieri ho visitato il campo di Za’atari. Il sostegno dell’Italia è inalterato e molto forte. Nel 2019 l’Italia manterrà il livello di contributi che ha disposto nell’anno precedente.

Sono lieto che la cooperazione italiana abbia, nei giorni scorsi, definito un credito di aiuto di 85 milioni per il bilancio giordano nel settore dell’educazione.

Vi sono delle esigenze di solidarietà con l’impegno e lo sforzo che la Giordania sta sostenendo che riguardano tutti i Paesi, e l’Italia intende fare onore a questo impegno.

Sono lieto di darle notizia, Maestà, che l’Italia ha disposto un ulteriore contributo di 2 milioni di euro, suddiviso, nel campo di Za’atari, per il progetto “UN wome” e per il progetto realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel settore della salute mentale.

Io credo che la Giordania abbia diritto ad un accrescimento della solidarietà della comunità internazionale, e anche dell’Unione Europea, per l’impegno che sta svolgendo con questo grande valore umanitario.

 

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