Arabia Saudita: La svolta continua

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Con questo intervento prende il via una seria di articoli, a firma di Francesco Strazzari, sulla presenza e la vita dei cristiani nello scacchiere arabo. È una porzione di Chiesa piuttosto variegata e di cui poco si conosce: da chi è composta? quali difficoltà incontra? chi la guida? come è strutturata canonicamente? in quali riti si celebra? Ecco alcune delle domande che troveranno risposta nei servizi che Settimananews pubblicherà.

Il Paese (superficie: 2.149.690 kmq, popolazione: 31.787.580) è in continua ebollizione. Ha alle spalle secoli di interpretazione rigida del Corano, alla base della Legge fondamentale. Finora è stato governato da uno dei 34 figli maschi del fondatore del terzo e attuale regno di Arabia Saudita. L’ultimo dei figli e attuale re, Salman Bin Abd Al-Aziz, ha nominato nel 2017 come suo successore il figlio Mohammad Bin Salman, conosciuto come MBS.

Mohammad Bin Salman

L’Arabia Saudita ha il giacimento di petrolio più grande del mondo, un bacino di 360 km di lunghezza e 100 di larghezza. Di recente sono stati scoperti anche minerali preziosi nel sottosuolo, ma la sua straordinaria ricchezza sta nel petrolio. Con la cancellazione delle sanzioni all’Iran fatta dal ex presidente USA, Obama, l’Iran ha potuto riprendere l’esportazione del suo petrolio. L’Arabia Saudita per bloccare l’Iran ha abbassato enormemente il prezzo del petrolio e questo ha causato una crisi mondiale.

MBS, per rifarsi delle perdite, sta avviando il Paese verso riforme straordinarie e con una rapidità sorprendente. Ne elenco sei che saranno attuate nel 2018: 1) l’aumento del prezzo della benzina; 2) saranno aperti cinema e teatri; 3) le donne possono guidare la macchina; 4) le donne saranno ammesse allo stadio di tre grandi città; 5) sarà possibile avere un visto turistico, 6) Aramco (Arabian American Company) sarà privatizzata.

Inoltre, intende applicare il principio di Gamal Ab el-Nasser che, nell’Egitto degli anni ’50, dichiarò: «L’Egitto agli egiziani». MBS ha programmato che, entro il 2030, nessuno straniero dovrà più trovarsi in Arabia Saudita. È già iniziata la “saudizzazione” dei negozi di cellulari, che ora sono gestiti tutti solo dai sauditi. Seguiranno poi le farmacie, finora in mano soprattutto ad egiziani ecc. Ha pure introdotto la legge, entrata in vigore nel luglio 2016, secondo la quale ogni straniero deve pagare 25 euro al mese per ogni persona da lui dipendente: moglie, figli… L’anno prossimo saranno 50 euro per passare successivamente ai 100 euro e così via. Questo ha obbligato moltissimi stranieri a rimandare a casa le proprie famiglie. Ne consegue che rimane in Arabia Saudita soltanto il marito, il quale non ha bisogno di un appartamento, si accontenta di una stanza, che spesso viene condivisa con altri. Di conseguenza, i consumi hanno subito un vistoso calo.

Infine, MBS ha messo le mai nelle tasche di membri della famiglia reale accusandoli di corruzione e di furto nei confronti dello Stato. Il 4 novembre 2017, 200 principi reali furono messi in dimora obbligata nell’hotel a 5 stelle, il Ritz Carlton di Riyad e, il 7 gennaio, 11 principi reali furono imprigionati per avere protestato contro il governo, che aveva deciso di non pagare più le loro spese di acqua e di elettricità. Si tratta di persone che hanno ricchezze immense.

È facile capire che MBS ha messo le mani in un covo di vipere e i suoi avversari crescono di giorno in giorno. Questa situazione lo costringe ad avere una fidatissima scorta personale, perché è solo contro tutti. Molti cristiani hanno fatto le valigie e sono ritornati ai loro paesi di origine. La crisi del petrolio e la crisi politica con il Qatar hanno obbligato molti stranieri residenti nel Golfo a partire. Si capisce quindi come non sia prudente dare vita nel Golfo a nuove strutture ecclesiastiche. La realtà è fragile e precaria.

Come vivono i cattolici

I cattolici in Arabia Saudita sono circa un milione e mezzo, cifra destinata a diminuire per la partenza di molti. Per aiutarli a rimanere fedeli alla loro fede, minacciata dalla forte e continua pressione islamica, e a sentirsi più comunità e non soltanto persone che vivono isolate e sparse, il vicario apostolico, mons. Camillo Ballin, ha ritenuto necessario erigere parrocchie e organizzare la chiesa, mettendovi un parroco, presbiteri coadiutori aiutati dai consigli pastorali. Sono vere parrocchie, ognuna con confini propri, anche se manca la chiesa come edificio. I sacerdoti hanno nel documento d’identità indicata la propria professione civile, che consente loro di avere lo status legale, ma come sacerdoti sono clandestini.

Il territorio è vastissimo e non è possibile assicurare ad ogni parrocchia la messa settimanale, che viene celebrata una volta al mese. Nelle altre settimane dei laici, appositamente e accuratamente preparati, celebrano la liturgia della Parola e distribuiscono l’eucaristia. È stato preparato un sussidio: Guidelines for Extraordinary Ministers of Holy Communion.

In Arabia Saudita non è possibile avere una chiesa-edificio, ma vi sono molti “tabernacoli” sparsi nelle varie città e affidati a persone sicure. Il governo è al corrente di tutto quello che viene fatto, lascia fare e fa finta di non vedere. È ovvio che la prudenza non è mai troppa, soprattutto a Riyad.

Ad Arethas, un santo saudita celebrato in tutti i riti orientali e ricordato nel martirologio romano, è stata dedicata una parrocchia. Arethas è morto martire con 4.200 fedeli, ad opera degli ebrei, circa 100 anni prima della nascita dell’islam a Najran, ai confini con lo Yemen. La parrocchia, eretta nel 2011, è stata affidata ai Trinitari. L’eucaristia viene celebrata in saloni presi in affitto in determinate occasioni, nelle case private e in alcune ambasciate. È quindi molto importante avere ottime relazioni con gli ambasciatori sia per consentire ai fedeli di partecipare alla messa sia per essere appoggiati negli uffici governativi. La parrocchia comprende non solo la città di Riyad, ma si estende anche a tutta la parte centrale dell’Arabia Saudita. I sacerdoti sono costretti a spostarsi continuamente per visitare i fedeli.

Un’altra parrocchia è stata eretta il 19 settembre 2011 a Jeddah per le due città sacre dell’islam: La Mecca e Medina. Nessuno che non sia musulmano vi può entrare. La parrocchia è dedicata a Nostra Signora di Arabia.

Il vicario apostolico visita regolarmente le varie comunità cristiane sparse nella parte occidentale dell’Arabia Saudita.

In Dammam c’è la parrocchia di san Giuseppe, eretta il 2 ottobre 2013, che comprende tre città: Dammam, Khobar, Jubail, più altri centri nella parte orientale dell’Arabia Saudita. I sacerdoti si spostano continuamente dalle tre città per visitare i fedeli residenti in diverse località.

Il 18 settembre 2011 è stata eretta anche la parrocchia di Nostra Signora di Fatima, che comprende le quattro città dell’Aramco (Arabian American Company): Dhahram, Abqaiq, Udeiliyyah, Ras Tannura. Vi operano tre cappuccini americani. Fino a circa un anno fa potevano entrare solo sacerdoti americani, ora vengono accettati anche sacerdoti dell’America Latina.

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