Ballottaggio da rifare in Austria

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La Corte costituzionale austriaca ha deciso: i cittadini devono recarsi nuovamente alle urne per rifare il ballottaggio delle presidenziali dopo quello del 22 maggio, dal quale era uscito vincente il prof. Van der Bellen. I due candidati – il prof. van der Bellen e l’ing. Hofer – devono affrontare una nuova campagna elettorale.

Interessanti i commenti delle Chiese:

Il card. Christoph Schönborn – che al momento della pubblicazione della decisione della Corte si trovava in Bielorussia – tramite l’agenzia di stampa cattolica Austriaca Kathpress ha dichiarato: «Dobbiamo essere grati che in Austria si tengano elezioni libere e segrete e vi siano giudici della Corte suprema che proteggono questo diritto di voto. Essi hanno indagato le accuse in modo rapido e in udienza pubblica e hanno deciso sulla base della legge. Bisogna fare cosi, e l’intero processo è stato un forte segno di vitalità della nostra democrazia e dello Stato di diritto.

Se ora siamo chiamati a votare di nuovo, dovremmo farlo né con aria di trionfo né con rabbia, ma nella consapevolezza riconoscente che la nostra libertà è costruita su fondamenta solide e durature».

Dopo il ballottaggio del 22 maggio, il Partito della libertà (FPÖ) aveva impugnato i risultati delle elezioni a causa di presunte irregolarità e aveva chiesto la ripetizione del voto. Il loro candidato, Norbert Hofer, aveva raggiunto il 49,7% dei voti; l’ex leader dei Verdi, Alexander Van der Bellen, il 50,3%. La Corte costituzionale ha accettato il ricorso del FPÖ e ora il ballottaggio deve essere ripetuto in tutta l’Austria. La Corte non ha potuto accertare casi concreti di manipolazione, ma la mera possibilità di manipolazione è stata considerata tanto grave da richiedere l’annullamento della consultazione.

Il vescovo evangelico-luterano Michael Bünker vede l’annullamento del ballottaggio da parte della Corte costituzionale come un atto di rafforzamento dello Stato di diritto. La decisione della Corte costituzionale è una «conferma della democrazia e dello Stato di diritto in Austria», ha detto il vescovo.

Con “sobrietà protestante” il vescovo luterano non ha visto nel verdetto alcuna ragione di polarizzazione. Il vescovo auspica una campagna breve e un «uso responsabile del linguaggio nella pubblicità elettorale». I cittadini dovrebbero esercitare il diritto democratico al voto anche nel nuovo ballottaggio.

Più sfumati commentari dei laici. La presidentessa dell’Azione cattolica, Gerda Schaffelhofer, diceva: «Se posso vedere qualcosa di positivo nella decisione della Corte è l’importanza attribuita alla responsabilità personale nell’atto di voto».

La responsabilità è richiesta anche alle autorità competenti e ai funzionari elettorali suppletivi (designati dai vari partiti). Bisogna chiedere loro che svolgano scrupolosamente il loro lavoro. Il risultato elettorale stretto del primo ballottaggio e gli sviluppi successivi avrebbero dimostrato «che ogni voto ha un peso». Le elezioni non rappresentano un dovere «facile o addirittura fastidioso» ma hanno conseguenze sugli sviluppi futuri in Austria. Questo vale anche per le elezioni presidenziali, nonostante i tentativi di minimizzare l’importanza della carica presidenziale.

Il nuovo ballottaggio, secondo Gerda Schaffelhofer, ha il carattere di un segnale, è una sfida importante per il paese. Sarà necessario un voto ponderato tenendo conto delle personalità dei due candidati. Solo una scelta responsabile potrebbe evitare postumi di sbornia come in Gran Bretagna.

Ancora più scettico il presidente dell’Unione delle associazioni cattoliche, Helmut Kukacka: Secondo lui il secondo ballottaggio era «prevedibile» e «senza alternativa». Istituzioni dello Stato come la Corte costituzionale devono attenersi alle legislazioni vigenti e non dispongono di uno spazio di manovra autonomo.

Kukacka vede nella decisione della Corte costituzionale anche un segnale per le consultazioni future. I processi elettorali dovrebbero rispettare alla lettera le disposizioni delle leggi, e le violazioni avere conseguenze certe. La responsabilità di controllare accuratamente spetta all’autorità elettorale suprema, ma anche i funzionari suppletivi disegnati dai partiti dovrebbero adempiere alle loro responsabilità, anche informando tempestivamente.

C’è da temere, secondo Kukacka, che al secondo ballottaggio la partecipazione sarà scarsa, tenendo conto del fatto che alla maggior parte della popolazione non piace né l’uno né l’altro candidato. L’Unione delle associazioni cattoliche però vede la partecipazione alle elezioni come un dovere civico. La decisione per chi votare, comunque, è questione di coscienza personale.

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