Giochi pericolosi

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migranti su una nave

Sarebbe stato preferibile che, prima di esprimere delle critiche contro l’Italia, la Francia avesse fatto conoscere la sua disponibilità ad accogliere i migranti naufraghi soccorsi dalla nave Aquarius.

Questo avrebbe evitato di dare un argomento d’oro al governo italiano nella temibile manovra che ha avviato contro i partner europei e, prima di tutto, contro la Francia. Avendo il portavoce del governo francese evocato la «parte di cinismo e di irresponsabilità del governo italiano», quest’ultimo ha preteso delle scuse e denunciato le «lezioni ipocrite di paesi che hanno preferito girare la testa dall’altra parte in materia di immigrazione».

Occorre tuttavia constatare che le parole usate a Parigi corrispondono proprio alla realtà. Rifiutando di far sbarcare quei migranti, il governo italiano ha dato prova di cinismo poiché, invece di applicare il diritto del mare, si serve di poveri naufraghi per portare avanti una battaglia politica. Non è qualcosa che fa onore a un paese che nel corso dei secoli ha tenuto alti i valori del cristianesimo e dell’umanesimo. E appare molto preoccupante constatare che la politica italiana sia ormai pilotata non dal primo ministro, ma dal suo ministro dell’interno, araldo dell’estrema destra.

Che cosa vuole l’Italia? Auspica davvero che si attui una politica europea delle migrazioni che porti a un’equa ripartizione del carico sull’insieme degli stati membri? In questo caso, è indispensabile cercare l’appoggio dei partner decisivi, che sono la Francia e la Germania. Ci vorrà infatti un peso notevole per imporre una tale politica a paesi come l’Ungheria o la Polonia che non vogliono sentirne parlare. La provocazione e l’invettiva non porteranno che a far crescere il caos subìto dall’Italia.

Guillaume Goubert è direttore del quotidiano francese La Croix. Il suo editoriale che qui riprendiamo porta la data del 14 giugno. Sulla vicenda della nave Aquarius rimandiamo anche all’intervista già pubblicata su Settimana News, Aquarius: un atto grave e “illegittimo”.

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