Il Quirinale in 10 variabili

di:

presidente repubblica

La politica italiana, in fondo, è una cosa semplice, e ha schemi piuttosto lineari, se vengono compresi. Gli attori si comportano secondo una razionalità strumentale, e quindi abbastanza prevedibile.

Ovviamente non è una previsione matematica, e non è detto che si avveri: ma ha una sua linearità logica.

Dopo la prima votazione per il Quirinale, le posizioni in campo sono abbastanza definite, e quindi possiamo sintetizzare la corsa al Colle in 10 proposizioni, 10 variabili, 10 “se”.

Quando uno di questi “se” trova una risposta, i successivi passaggi diventano non necessari. Se la difficoltà si prolunga, si può scorrere ogni variabile, sino all’ultima.

10 “se” verso il Quirinale
  1. Se l’Italia perde Draghi rischia una grave crisi di credibilità internazionale.
  2. Se il Presidente della Repubblica non viene eletto dalla stessa maggioranza del governo Draghi, il governo Draghi ha pochi mesi di vita.
  3. Se Draghi non va al Quirinale, il Paese resterà senza Draghi al massimo in 12 mesi.
  4. Se Draghi va al Quirinale è solo perché c’è un accordo politico largo sul suo successore e sui principali ministeri.
  5. Se Salvini chiede il Ministero degli Interni questo accordo largo è molto difficile.
  6. Se Salvini va al Governo, deve andarci anche Letta. Letta e Salvini nello stesso governo è una cosa molto difficile da accettare, specie per la base PD.
  7. Se non si trova un accordo su Draghi e sul successore al Governo, occorre cercare un’altra figura unitaria votabile, che tenga insieme l’unità nazionale.
  8. Se non si trova questa altra figura e ci si polarizza su figure di bandiera, alla fine occorre tornare a Mattarella.
  9. Se ci fosse una grave crisi di credibilità nazionale (e internazionale, guerra compresa), Mattarella non potrebbe dire di no, per una presidenza “a tempo” votata unitariamente.
  10. Se si è costretti a ricorrere a Mattarella, la crisi strutturale della politica italiana è certificata.

Tocca ai partiti, e alle loro fazioni interne, con scontri e accordi, trovare la soluzione al livello che ritengono per loro più soddisfacente, più vantaggioso o -nella migliore delle ipotesi- più responsabile.

È abbastanza sconfortante descrivere la politica in questi termini. Ma è la descrizione più realistica.

Ora possiamo vedere a che livello di questo percorso si arresterà la corsa per il Colle.

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