Disuguaglianza globale: i numeri di una crisi drammatica

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Logo OXFAM Nelle mani di otto super-ricchi sta lo stesso patrimonio dei 3,6 miliardi di persone più povere del pianeta. Lo scorso anno erano 62. Alla vigilia dell’incontro annuale del World Economic Forum di Davos (17-20 gennaio), OXFAM – organizzazione non governativa britannica formata da una rete di soggetti che sorvegliano i temi della disuguaglianza, della povertà, della discriminazione e dello sfruttamento delle risorse a livello mondiale – rilascia come ogni anno il suo rapporto sullo stato della disuguaglianza nel nostro pianeta (qui il rapporto in italiano: «Un’economia per il 99%»). Sul sito di OXFAM, a commento, sono stati estratti alcuni numeri dal rapporto per lanciare un appello ai governi in favore di un’economia a servizio di tutti (qui: «5 shocking facts about extreme global inequality and how to even it up in Davos»). Li presentiamo in una nostra traduzione dall’inglese.

povertà estremaPiù seria del temuto

La crisi della disuguaglianza globale è molto più seria di quanto avessimo temuto. È ormai chiaro che se i leader mondiali non raddoppieranno i loro sforzi per affrontare il problema la Banca mondiale non riuscirà a centrare l’obiettivo che si era dato di porre fine alla condizione di povertà estrema entro il 2013.

Le grandi multinazionali e gli imprenditori più potenti, che si incontreranno in settimana al World Economic Forum di Davos (Svizzera, 17-20 gennaio 2017), giocano un ruolo chiave nell’accrescere tale divario. Le persone super-ricche utilizzano una rete di paradisi fiscali per eludere il pagamento della giusta quota di tasse, abbassare i salari dei loro dipendenti e i prezzi riconosciuti ai produttori, e per investire meno nelle loro attività. Usano inoltre le loro conoscenze per assicurarsi politiche governative sul lavoro a loro favorevoli («ovunque nel mondo i governi continuano a tagliare le tasse su corporation e individui abbienti» – cf. OXFAM Italia).

L’enorme divario che esiste tra i super-ricchi e il resto della popolazione mondiale, nella quale milioni di persone restano intrappolate nella povertà, sgretola le nostre società e minaccia la convivenza democratica. Un numero sempre maggiore di persone vengono abbandonate nella paura e un numero sempre minore vive nella speranza.

Ma quanto è grande il divario?

(1) Otto uomini da soli possiedono la stessa ricchezza dei 3,6 miliardi di persone che compongono la metà più povera dell’umanità. Nessuno di loro ha guadagnato la sua fortuna con il talento o con il duro lavoro, ma per eredità o per accumulazione di capitale per mezzo di affari spesso collegati a corruzione e clientelismo (Oxfam ha calcolato che 1/3 della ricchezza dei miliardari è dovuta a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari – cf. OXFAM Italia).

(2) Sette persone su dieci vivono in un paese che ha visto aumentare la disuguaglianza negli ultimi 30 anni.

(3) I più ricchi accumulano ricchezza a un ritmo talmente spaventoso che il mondo potrebbe avere il suo primo trilionario («trillionaire», un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari – ndr) nel giro dei prossimi 25 anni. Per dare un’idea, avere un trilione di dollari significa poter spendere 1 milione di dollari al giorno per 2.738 anni.

(4) L’estrema disuguaglianza mondiale ha un impatto enorme sulla vita delle donne. Le donne che lavorano, afflitte da elevati livelli di discriminazione sul posto di lavoro, si sobbarcano una quantità sproporzionata di «attività di assistenza» («care work», s’intende qui le attività domestiche e di cura a favore delle proprie famiglie – ndr) non retribuite e si ritrovano spesso sul fondo della scala sociale. Sulla base delle tendenze attuali, ci vorranno 170 anni affinché le donne siano pagate come gli uomini.

(5) L’elusione fiscale delle grandi società costa ai paesi poveri almeno 100 miliardi di dollari all’anno. Si tratta di una cifra che sarebbe sufficiente a offrire un percorso formativo ai 124 milioni di bambini che oggi non vanno a scuola e a prevenire la morte di almeno sei milioni di bambini grazie all’offerta di servizi di assistenza sanitaria.

Un’economia umana che funzioni per il 99%

Occorre creare una nuova consapevolezza e progettare un’economia che sia a vantaggio di tutti, e non solo di pochi privilegiati. Una nuova economia umana che crei una società migliore e più giusta, in cui i lavoratori ricevano salari decenti, nella quale le donne e gli uomini siano trattati allo stesso modo. Una società nella quale ai bambini siano date tutte le opportunità di crescita e dove nessuno viva nella paura di ammalarsi per i costi dell’assistenza medica.

E in Italia?

Nel 2016 la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero del paese. Per quanto riguarda il reddito, tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha avuto un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani (cf. OXFAM Italia).

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