P. Heiner Wilmer, vescovo di Hildesheim

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Padre Heiner Wilmer, superiore generale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore (dehoniani) è stato nominato vescovo della diocesi tedesca di Hildesheim, vacante da diverso tempo (qui la notizia sul sito della diocesi). La nomina ha colto di sorpresa un po’ tutti. Ma il primo a rimanere sorpreso era stato lui stesso quando, all’inizio del mese di marzo, aveva saputo che il Capitolo della cattedrale di Hildesheim, su proposta del papa, l’aveva scelto come vescovo.

La sorpresa

Aveva scritto allora una lettera al papa per chiedergli consiglio: «La fiducia della diocesi di Hildesheim mi commuove, ma mi sento tuttavia in colpa per dover lasciare i miei confratelli durante il mio mandato». Francesco lo aveva richiamato lo stesso giorno raccomandandogli di pregare: con successo, dato che nella tarda serata p. Heiner deciderà di accettare l’incarico.

La notizia della sua nomina, giunta il 6 aprile, ha colto di sorpresa anche tutti noi dehoniani. Erano infatti trascorsi solo tre anni da quando p. Heiner era stato scelto alla guida dell’Istituto e aveva concluso da poco un lungo faticoso giro di visite alle Province in tutti i continenti, ad accezione dell’Australia, dove l’Istituto non è presente. Stava ora lavorando sul materiale raccolto e sull’esperienza vissuta.

Con la nomina a vescovo, il suo servizio si sposta adesso nel nord della Germania, a Hildesheim, nella Bassa Sassonia, zona tra l’altro contigua all’Emsland, sua patria di origine, da dove era iniziato il suo lungo viaggio nella vita.

Hildesheim è una diocesi suffraganea di Amburgo. Ha una superficie di circa 30.000 kmq e una popolazione di 5.700.000 abitanti, in gran parte protestanti. Per la sua estensione è una delle più grandi della Germania. Ha dietro di sé una storia antichissima che risale all’800. Nel 2015 ha celebrato i 1.200 anni della sua fondazione. L’attuale territorio è suddiviso in 295 parrocchie, raggruppate in 18 decanati. Nel cuore della diocesi sorge la grande cattedrale dedicato a Maria Assunta.

Il territorio è costellato anche di industrie: la più nota è quella della Volkswagen, con sede a Wolsburg.

Cenni di vita

P. Heiner Wilmer è nato a Schapen, nella diocesi di Osnabrück, il 9 aprile 1961. Dopo la maturità nel 1980, entra nella Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (dehoniani), dove, nel 1985, emette la professione perpetua. Prosegue poi gli studi filosofici e teologici a Freiburg e a Parigi, dove si specializza in romanistica. Viene ordinato sacerdote nel 1987 e perfeziona i suoi studi in filosofia francese a Roma, presso l’università Gregoriana.

Ottenuta la laurea in teologia, trascorre qualche tempo in Canada, a Toronto, in un istituto per disabili, e da qui si sposta a New York, nel Bronx, dove insegna tedesco e storia in una scuola superiore dei gesuiti.

Dopo il suo ritorno in Germania, dedica diversi anni all’attività di insegnante. Sarà anche preside e assistente spirituale in una grande scuola della Congregazione. Nel 2007 viene eletto superiore provinciale della provincia tedesca e rimane in carica fino al 2015, quando il Capitolo generale della Congregazione lo sceglie come superiore generale.

Heiner scrittore

P. Heiner parla correntemente, oltre alla sua lingua, il francese, l’inglese, l’italiano e, in parte, anche lo spagnolo. Ha scritto due libri, editi dalla editrice Herder di Friburgo: Gott ist nicht nett (Dio non è buonista, 2013) e un  secondo, appena uscito, Hunger nach Freiheit (Fame di libertà).

Gott ist nicht nett è libro autobiografico in cui egli si interroga sulla propria fede. È scritto sulla falsariga della preghiera Anima Christi santifica me… Narra le vicende della sua giovinezza, la sua vocazione e le fatiche, i dubbi, le incertezze che l’hanno accompagnata, fino alla resa finale di una rinnovata fedeltà a Dio che l’aveva chiamato, con cui conclude il libro: “Eccomi, Adsum”.

Nel libro scrive tra l’altro: «A volte non riesco più ad ascoltare ciò che viene detto di Gesù. Ascolto le mie prediche ogni domenica, e a volte ascolto me stesso mentre prego e mi accorgo di inviare da qualche parte in cielo, nel buio, parole retoriche e delle chiacchiere. Stranamente Dio le sopporta. Si può anche pensare che mi interrompa e dica: “Scusa, Heiner, non posso più ascoltare le tue frasi – o tu parli schiettamente oppure io me ne vado”. Non fa niente. La cosa è che la mia vocazione, e tutto il suo significato è costruito su questo Gesù, anche se a volte è andato smarrito. Se non ci fosse stato Gesù, oggi forse sarei un contadino sposato, con cinque figli, e una graziosa casa a tralicci nell’Emsland».

L’altro libro, Hunger nach Freiheit è tutto impostato sulla figura biblica di Mosè. P. Heiner lo descrive nel suo travaglio interiore, nella sua ricerca, nei suoi abissi, come colui che incarna l’uomo moderno meglio di qualsiasi altro personaggio della Bibbia. Si accosta alla figura di Mosè in modo schietto, personale e autentico. Il libro sarà tradotto in italiano e pubblicato nei prossimi mesi dalle Edizioni Dehoniane Bologna.

Il libro spiega perché Mosè può essere una figura decisiva per noi oggi. Racconta di una libertà che può bruciare sia in positivo che in negativo, qualcosa sempre da raggiungere e per la quale bisogna mettersi in cammino. È un libro che “rompe” – nel senso migliore della parola e offre lezioni di deserto che possono soddisfare la nostra fame di libertà. «In questo libro – sottolinea p. Heiner – si tratta di te e di me. Chi vuol comprendere se stesso e penetrare fin nel profondo della propria anima non può ignorare Mosè, la sua passione, la sua ricerca, la sua ansia, il suo odio, il suo amore, il suo sguardo verso l’infinitamente bello, l’inedito e misterioso. Mosè è la più grande e antica chiave che introduce alla nostra anima ma anche alla cultura, alla politica e alla leadership occidentale. E Mosè è la chiave per andare a Dio, anche nella sua ribellione verso di Lui. Come possiamo noi crescere nella vita, diventare realmente liberi se non ci misuriamo con Dio?».

Davanti alle sfide

In un’intervista rilasciata tre anni fa, appena stato eletto superiore generale, a una domanda su come riteneva di far fronte alle sfide davanti alle quali si trovava, aveva risposto: «Noi come comunità religiosa dobbiamo andare ancora più decisamente verso le periferie, come aveva voluto già il nostro fondatore. Dobbiamo andare ai margini, là stanno i nostri compiti. È bello vedere e leggere ciò che il papa ha scritto nella esortazione Amoris laetitia: “Partiamo, usciamo per offrire a tutti la vita di Cristo”. Ciò mi ricorda quanto quasi alla lettera disse p. Dehon: “Noi qui in Europa dobbiamo, da una parte, trovare la nostra strada e il nostro posto in un mondo secolarizzato… e, dall’altra, cercare delle risposte alle richieste di un mondo globalizzato”».

Riferendosi poi al suo nuovo compito come generale aveva aggiunto: «Vorrei riuscire a coinvolgere tutti nel gioco». Pensiamo che questo sarà ora anche il suo principale impegno come vescovo di Hildesheim.

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