Il Concilio plenario della Chiesa australiana

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È iniziata ieri la prima Assemblea generale del Concilio plenario della Chiesa cattolica australiana, che si protrarrà fino al 10 ottobre. In questo periodo la struttura assembleare, che raduna 280 membri, si articolerà nel seguente modo: nel corso delle mattinate lavori e dibattiti in Assemblea; nei pomeriggi gruppi di conversazione spirituale (salvo giovedì 7 che sarà dedicato a un pomeriggio/serata di riflessione personale e sabato 10 in cui si terrà la plenaria conclusiva dell’Assemblea); le sere un momento di preghiera e revisione comunitaria sull’andamento delle giornate.

Entra così nella fase finale un processo pastorale avviato nel 2018, spinto soprattutto dalla crisi provocata dagli abusi sessuali e dalla pubblicazione della conseguente indagine della Royal Commission. Allo stesso tempo, con questo Concilio la Chiesa cattolica australiana corrisponde a un mandato che si era data fin dalla chiusura del Vaticano II – appunto quello di mettere in atto un Concilio locale, sentito necessario fin dagli inizi del XXI secolo.

La preparazione è stata non solo meticolosa, ma ha cercato di essere la più coinvolgente possibile nel favorire la partecipazione di tutti i credenti australiani. Una prima fase di “ascolto e discernimento” si è rivolta direttamente ai cattolici e alle cattoliche australiane, alle parrocchie e alle altre istanze del cattolicesimo locale. Vi hanno preso parte circa 220.000 persone, con l’invio di 17.457 contributi che hanno aiutato a “comprendere l’esperienza storica e la realtà attuale della Chiesa cattolica in Australia”.

Una seconda fase di “ascolto e discernimento” ha portato a enucleare sei interrogativi centrali dell’architettura complessiva del Concilio locale – in che misura e modo la Chiesa australiana è: 1) missionaria ed evangelizzatrice?; 2) inclusiva, partecipativa e sinodale?; 3) eucaristica e contrassegnata da uno stile di preghiera? 4) umile, guaritrice e misericordiosa? 5) una comunità gioiosa, ripiena di speranza e capace di servizio? 6) aperta al rinnovamento e alla riforma?

Ogni interrogativo si muove a partire dallo stile di Gesù nei vangeli quale figura intorno a cui discernere la condizione attuale della Chiesa australiana per immaginare cammini istituzionali e personali che la rendano più aderente a quello stile che ne deve essere la misura.

Dopo questa fase si è passati alla chiamata dei membri per la formazione del corpus assembleare del Concilio. Mantenendo la regola del discernimento, sono iniziati una serie di incontri locali dei membri dell’Assemblea generale (quando possibile in presenza, altrimenti in streaming); che provengono dalle diocesi, eparchie, ordinariati, vita religiosa, ministeri e dall’unica prelatura personale presente in Australia – a rappresentanza delle Chiese locali che compongono il cattolicesimo australiano.

Prevista per l’aprile del 2020, l’Assemblea generale è stata posposta a questo ottobre a causa della pandemia. Ciò ha concesso più tempo per l’elaborazione del Documento di Lavoro Assembleare, che ha tenuto conto di tutte le fasi che lo hanno preceduto. Nel febbraio 2021 il testo Continuare il viaggio: documento di lavoro è stato consegnato ai membri dell’Assemblea generale e a tutti i cattolici australiani.

Il documento di una settantina di pagine è diviso in cinque capitoli: una breve ricostruzione del processo intorno al quale si è venuto man mano costruendo il Concilio; una riflessione teologica sulla situazione della Chiesa australiana; uno sguardo verso l’interno della Chiesa in vista di una sua configurazione sempre più centrata sulla persona di Gesù Cristo; il cammino che l’attende inteso come un servizio della Chiesa al mondo; e, infine, una chiusura legata alla promessa di Gesù di “essere sempre con noi”.

Molto lontano da noi, quello australiano si propone come modello possibile per la Chiesa italiana in vista del suo processo sinodale; ma anche di quella globale chiamata da papa Francesco a ripensarsi a partire dalla figura strutturante della sinodalità. Quella australiana è una Chiesa che, nonostante la pressione e l’urgenza di dover rifondarsi radicalmente dopo la devastazione causata dagli abusi sessuali commessi dal clero, è stata capace di darsi tempo, di accettare il cammino tortuoso di un ascolto non formale, di fermarsi a discernere le indicazioni dello Spirito che soffia nelle parole e nei sentimenti dei credenti.

Ora il Concilio locale della Chiesa australiana entra nella sua ultima fase: verso la seconda Assemblea generale (4-9 luglio 2022) e l’inizio operativo per mettere in atto quelle che saranno le decisioni assembleari (agosto 2022). Tutti possiamo apprendere qualcosa dallo sforzo della fede dei cattolici australiani.

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