Santa Sede-Germania: il fantasma dello scisma

di:
sinodo germania

Foto di Pascal Victor/ArtComPress

La “Dichiarazione della Santa Sede” di oggi (21 luglio) sul Cammino sinodale della Chiesa cattolica tedesca è preoccupante. Desta sorpresa la scarsa comprensione da parte delle istanze vaticane del Cammino sinodale nei suoi sviluppi complessivi, tra l’altro ancora in atto in quanto i documenti saranno approvati definitivamente solo nel corso della prossima Assemblea plenaria di settembre, dopo le tre precedenti.

I testi provvisori dei quattro ambiti di lavoro (il potere nella Chiesa, il ministero, le donne nella Chiesa, la vita affettiva e sessuale) hanno subito profonde modifiche nelle stesure successive. La Dichiarazione ignora il processo condiviso del cammino sinodale e sembra non conoscere gli statuti che lo guidano, chiaramente ispirati alle indicazioni del Vaticano II.

Difficile comprendere l’accusa di «obbligare i vescovi», visto l’ampio consenso da loro manifestato e, ancora meno, le «nuove impostazioni di dottrina e morale» che non vengono indicate.

La «minaccia all’unità della Chiesa» sembra attribuibile alla paura delle poche e roboanti voci critiche fatte arrivare a Roma, le stesse che mettono in questione il processo sinodale in quanto tale, a partire da quello auspicato e avviato da papa Francesco. Fra queste le osservazioni discutibili dei vescovi polacchi e di alcuni paesi del Nord Europa, nonché di un gruppo di vescovi, in prevalenza americani, che sembrano tutti ispirati da ambienti conservatori polacchi.

Chi ha seguito il cammino compiuto dai sinodali riconosce l’accuratezza del discernimento, l’auto-correzione, la riformulazione, la distinzione fra diritto divino e diritto umano, fra potere sacramentale e potere giurisdizionale.

Il brevissimo testo vaticano mortifica la libertà dei cristiani e mina l’autonomia canonica della Conferenza episcopale tedesca.

Annullare il lavoro compiuto dal sinodo tedesco – come il testo sembra imporre – non arricchirà il lavoro del sinodo universale ma ne condizionerà negativamente il cammino e la ricezione.

Una pagina negativa dell’attualità ecclesiale, anche se papa Francesco ci ha abituati al riconoscimento onesto di possibili errori. Come nel caso delle accuse, rivelatesi vere, al vescovo cileno che aveva “coperto” le malefatte di mons. Fernando Karadima.

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6 Commenti

  1. Chiara 26 luglio 2022
    • Marcello Neri 26 luglio 2022
  2. Lorenzo M. 23 luglio 2022
  3. Marco Bassani 22 luglio 2022
  4. Tobia 22 luglio 2022
  5. Marco Ansalone 22 luglio 2022

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